CHIEDIAMO
LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE
IO, DONNA VADO IN PALESTINA
Interposizione nonviolenta in difesa della popolazione civile
Per il diritto alla vita, terra, liberta del popolo palestinese
Per la pace tra israeliani e palestinesi
RITORNANO , Iscrivetevi settimana dal 4 al 11 marzo - 8 marzo con
le donne di palestina-per iscrizioni e informazioni:
LUISA MORGANTINI TEL. 0348-3921465- SEGRETERIA 06-69950217-FAX 06-69950200-EMAIL
lmorgantini@europarl.eu.int
Tra venerdì
e sabato, proprio quando gli aerei da guerra americani ed inglesi sorpassavano
il 32esimo parallelo della No Fly Zone, per colpire presunti obiettivi
militari alla periferia di Baghdad e uccidere due civili (una donna ed
un uomo) e ferirne altri 11 (tra cui alcuni bambini), ben meno sofisticati
carri armati israeliani cannoneggiavano la città di Hebron. Due i morti.
Ma non si trattava di guerriglieri impegnati in sparatorie: uno era un
veterinario che stava in casa sua, un'altro un contadino nella sua stalla.
Certo la RAI ha riportato le cifre, scordandosi di dire però che i due
erano civili e che sono stati uccisi in casa loro da un esercito assassino
e oppressore.
Ieri notte altri cannoneggiamenti sulla città di Hebron
e sul villaggio di El Khader.
Le strade di accesso ai villaggi e alle
città palestinesi rimangono bloccate dall'esercito israeliano che al sud
sta dispiegando una quantità notevole di carri armati.
Del resto che altro
ci si può aspettare dal primo esperimento di governo militare democratico
della storia? Un criminale di guerra come primo ministro, Sharon; un generale
spietato come ministro della difesa, Barak; un altro generale spietato
come ministro degli esteri, Peres (ricordate il massacro di Qana'a?);
un fanatico religioso come ministro degli interni, XXXXXX.
E visto che
la democrazia in Israele è forte ieri la Corte Suprema ha deciso di rilasciare
il signor Skolnik, condannato otto anni fa all'ergastolo per l'uccisione
di un palestinese. Il signor Skolnik e i suoi amici catturarono Musa Abu
Sabah nel marzo del 1993 perché in possesso di una granata, secondo loro.
Lo legarono e lo uccisero. Già un anno fa la democratica corte suprema
israeliana aveva ridotto la pena dell'ergastolo per Skolnik a undici anni,
ma ieri, per buona condotta la sempre Suprema Corte ha deciso che sette
anni e mezzo potevano bastare. E così Skolnik è uscito. Intanto la sedicenne
palestinese condannata quasi un mese fa per il leggero ferimento di un
colono, sta scontando i suoi sei anni e mezzo di pena.
Ecco un sommario
dei punti principali del rapporto dell'UNSCO che uscirà a giorni: "L'impatto
degli scontri, delle restrizioni alla mobilità e delle chiusure dei confini
sull'economia palestinese dal 1 Ottobre 2000 al 31 Gennaio 2001".
Restrizioni alla mobilità
La mancanza di libertà di movimento per le persone e le
merci causata dall'attuale crisi ha determinato una difficile situazione
socio-economica nei Territori Palestinesi. Durante i 123 giorni che vanno
dal 1 Ottobre 2000 al 31 Gennaio 2001, i confini tra Israele e i Territori
Palestinesi che sono utilizzati per il passaggio dei lavoratori e delle
merci sono stati chiusi per 93 giorni, ossia 75,6% del tempo. Le restrizioni
all'interno (dei Territori Palestinesi N.D.T.) e le chiusure interne 'parziali
o totali' sono state imposte per il 100% del periodo in Cisgiordania e
per l'89% a Gaza. Il confine internazionale tra la Giordania e la Cisgiordania
(controllato da Israele N.D.T.) e tra l'Egitto e Gaza (controllato da
Israele N.D.T.) sono stati chiusi rispettivamente per il 29% e il 50%
del periodo.
Perdita economica diretta
Le perdite economiche dirette causate
dalle restrizioni alla mobilità sono stimate intorno al 50% del Prodotto
Interno Lordo (PIL) per i quattro mesi del periodo preso in considerazione
e al 75% del guadagno dei lavoratori palestinesi impiegati in Israele.
La perdita del PIL è stimato intorno o a 907,3 milioni di dollari (907.300.000
USD) mentre la perdita delle entrate del lavoro in Israele è stimato intorno
ai 243,4 milioni di dollari (243.400.000 USD). La perdita totale è stimata
intorno ai 1150,7 milioni di dollari (1.150.700.000 USD), equivalenti
al 20% del PIL previsto per il 2000. La perdita è di circa 11 milioni
di dollari (11.000.000 USD) per giorno lavorativo o di 3,5 dollari per
persona al giorno, durante il periodo considerato.
In aggiunta ci sono
stati danni agli edifici pubblici, alle infrastrutture, alle proprietà
private e ai terreni agricoli per centinaia di milioni di dollari, oltre
ai costi che si sono dovuti sostenere per le cure prestate ai più di 11.000
palestinesi feriti e alle perdite derivate dai guadagni indiretti perduti
per effetto delle chiusure.
Disoccupazione
La perdita di lavoro in Israele
oltre alle restrizioni alla mobilità e alle chiusure del confini hanno
determinato una media di disoccupazione pari al 38% (più di 250.000 persone)
che si affianca all'11% (71.000) dei primi nove mesi del 2000. A causa
dell'alta dipendenza dei famigliari a carico nei Territori Palestinesi
la disoccupazione oggi ha effetto su circa 900.000 persone ossia sul 29%
della popolazione.
Reddito pro-capite
In assenza delle chiusure dei confini,
il reddito pro-capite per il 20000 era stimato intorno ai 2000 dollari
annui. Come risultato della crisi, della chiusura dei confini e delle
restrizioni alla mobilità interna, il reddito pro-capite annuo si è ridotto
a 1680 dollari, con una riduzione dunque del 16%.
Povertà
Dall'inizio
della crisi c'è stato un aumento del 50% del numero delle persone che
vivono al di sotto della soglia della povertà, stimata dalla Banca Mondiale
nella misura di 2,10 dollari al giorno per persona nelle spese quotidiane
(Meno di 9 shekel al giorno). Il numero dei poveri è salito daq 650.000
persone a 1.000.000. Il tasso di povertà è salito dal 21% al 32%.
PETIZIONE
DI ASSOPACE AL PARLAMENTO ITALIANO
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