CHIEDIAMO
LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE
Mustafa
Barghouthi, presidente del Medical Relief e direttore dell'istituto
HDIP, in una conferenza stampa ha comunicato dati interessanti ed espresso
opinioni sulla attuale situazione in Palestina. ne riportiamo alcune.
"- La Cisgiordania e' divisa
in 60 parti, separate tra loro da 90 blocchi dell'esercito. la popolazione
direttamente colpita e' circa 2 milioni e 100mila persone. Al momento
ci sono 65.000 persone che non possono uscire da Ramallah e 160.000 che
non possono entrare. Ramallah, per il posto dove e' situata, e' un passaggio
obbligato per i collegamenti tra il nord e il sud dell'area. - L'economia
palestinese ha gia' perso 1.3 miliardi di dollari. Il prodotto nazionale
lordo che prima era di 1600 dollari procapite in Cisgiordania e' sceso
a 1000 dollari. A Gaza e' di 800 dollari. Attualmente 1 milione di persone
vive con meno di 2 dollari al giorno. - Solo a Ramallah 246 scuole sono
state costrette a chiudere per brevi e lunghi periodi. - Il 70 % della
popolazione non puo' piu' accedere ai servizi ospedalieri. Le campagne
di vaccinazioni per i bambini sono completamente paralizzate. - Sono state
colpite dai razzi 773 case di cui 180 completamente distrutte. Inoltre
sono state colpite 29 moschee e 12 chiese. - 11.000 chilometri quadrati
di terreni sono stati disboscati e distrutti. 25.000 alberi di olivo e
di frutta sradicati. -A Gaza c'e' un aumento della salinita' dell'acqua,
che la rende imbevibile, dovuta alla riduzione della fornitura da parte
della compagnia israeliana Mekorot. - Per l'impossibilita' della raccolta
ci sono tonnellate di rifiuti che si stanno accumulando. - In questi ultimi
mesi 44 giornalisti sono stati colpiti da armi da fuoco. - 395 palestinesi
sono morti - 14.000 feriti. Se queste percentuali avessero colpito gli
Stati Uniti avremmo avuto 35.550 morti e 1.080.000 feriti in quel paese.
- Il 46 % dei morti non sono stati uccisi durante scontri e manifestazioni.
Questo dimostra chiaramente l'uso indiscriminato delle armi da parte dell'esercito
israeliano con un drammatico aumento negli ultimi due mesi.
Solo una reale PROTEZIONE INTERNAZIONALE
potra' salvare i palestinesi dal massacro. "
Noi possiamo aggiungere- riprendendo alcune risposte date da Barghouthi-
che anche se i livelli di provocazioni e di umiliazioni da parte dell'occupante
israeliano hanno raggiunto misure insopportabili, la manifestazione di
ieri a Ramallah puo' rappresentare una svolta, se guardiamo alla partecipazione
di soli civili e intellettuali e al fatto che la manifestazione si sia
svolta pacificamente fino al lancio dei lacrimogeni da parte dei soldati.
Una discussione su opposizione non violenta o resistenza passiva puo'
aprirsi, cosi' come inteso in occidente. Tenendo comunque conto che il
lancio di pietre, nelle condizioni in cui si trovano i soldati, non puo
rappresentare nessun pericolo per la loro vita e quindi gia' questo e'
paragonabile ad una resistenza passiva. Questo fatto non entra nei commenti
del nostro solito Bonavolonta' della RAI, che continua a dipingere i palestinesi
come violenti e colpevoli loro stessi di morire, come avvenuto anche ieri
per i servizi da Ramallah, dove, chiunque era presente, ha potuto constatare
che sono stati i soldati ad aprire il fuoco contro civili disarmati.
Dichiarazione e APPELLO ufficiale dell'universita' di Birzeit
La distruzione delle proprieta'
da parte di israele e' una grave violazione della 4 convenzione di Ginevra
11 Marzo 2001
I docenti e il personale di Birzeit che normalmente avrebbero
dato il benvenuto agli studenti per l'inzio del secondo semestre, iniziato
il 14 marzo, sono al momento impegnati a fronteggiare i gravi problemi
scaturiti dalla distruzione di un pezzo dell'unica strada che collega
l'universita' e altri 33 villaggi a Ramallah. Un carro armato e una postazione
militare controllano le due trincee scavate attraverso la strada dai buldozer
israeliani il 7 marzo. Nessun veicolo puo' transitare, incluse ambulanze
e camion di cibo e medicinali. A molti docenti questi momenti ricordano
i vecchi giorni bui, quando l'universita', sotto la diretta occupazione,
veniva chiusa secondo la volonta' del comandante militare. Per molti aspetti
le misure prese dall'esercito israeliano nei giorni scorsi sono peggiori,
distruggendo totalmente la vita dell'universita' e della gente. Cio' non
e' solo un duro ricordo della occupazione militare ma anche un sinistro
presagio per il futuro e pone molti dubbi sulla volonta' del nuovo governo
di alleggerire l'assedio ai civili palestinesi. I blocchi e le distruzioni
attuate dagli israeliani non sono solo una forma di punizione collettiva
proibita dalla 4 convenzione di Ginevra ma anche una grave violazione
della convenzione stessa. I firmatari della convenzione devono intervenire
per il suo rispetto e l'Universita' di Birzeit chiede questo intervento.
Per una Universita' che ospita 5.000 studenti, istituti di ricerca, servizi
pubblici, il blocco crea un danno incalcolabile. Per il livello accademico,
gli studenti vivono la preoccupazione del futuro,i docenti devono adeguare
i piani di studio al giorno per giorno, i gruppi di ricerca non si incontrano,
diversi progetti, importanti per lo sviluppo del paese , sono stati bloccati.
In parole semplici, le logiche militari dell'occupazione e dell'uso della
forza eccessiva, sono in antitesi ad una normale e produttiva vita civile.
Facciamo appello ai colleghi, alle universita' e alle istituzioni accademiche
e internazionali per elevare una protesta contro le distruzioni perpetrate
dall'esercito israeliano nella zona di Birzeit e contro tutti gli atti
illegali di chiusura, assedio e distruzione delle proprieta' della popolazione
palestinese.
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