Gerusalemme Est, 3 novembre 2000


PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE
2 DICEMBRE 2000 - IO, DONNA VADO IN PALESTINA
- Interposizione nonviolenta in difesa della popolazione civile I riferimenti per informazioni, iscrizioni ed altro sono: NADIA CERVONI 0329-4159514 email - giraffan@tiscalinet.it - ANNA COTONE (ufficio Luisa -parlamento europeo - Roma ) tel. 06-69950217 fax 06 69950200 - LUISA MORGANTINI 0348 - 3921465 email -lmorgantini@europarl.eu.int





fino al 11/12/2000 MORTI PALESTINESI 288 (fonte LAW e JMCC- ong )
MORTI PALESTINESI DI ISRAELE 13 (fonte CNN)
FERITI PALESTINESI OLTRE 10.300 in totale
COPRIFUOCO a HEBRON continua dal 30 settembre (fonte abitanti)
Prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane dal 29/9 : 500 (fonte LAW)
MORTI ISRAELIANI 38 - (fonte Ministero esteri Israele) - ( di cui 1 per mano degli stessi soldati)
FERITI ISRAELIANI 375 - (fonte IDF- Esercito Israele - non chiarisce se compresi arabi israeliani)



IN QUESTA LETTERA:
SOLDATI E COLONI
DONNE IN NERO E COLONI
ARMI ALL'URANIO
SONDAGGIO



Oggi due palestinesi uccisi a Nablus.

SOLDATI assassini

Nell'ultima lettera riferivamo che un soldato israeliano aveva sparato a sangue freddo contro un ragazzo di 15 anni a Hebron e della sconvolgente dichiarazione della portavoce militare. Oggi LAW, un'associazione di avvocati di Gerusalemme, riferisce quanto segue. Con una dichiarazione giurata un testimone oculare dell'assassinio del ragazzo di 15 anni a Hebron , ha dichiarato: " venerdi 8 dicembre alle 13,45, mentre ero seduto sul balcone di casa mia a Harit el Sheik, nella zona bassa di Hebron, ho sentito molti colpi di arma da fuoco. Ho visto un soldato israeliano con un piede sul collo di un giovane; subito dopo ho visto il soldato sparare alla testa del ragazzo. C'erano 4 altri soldati che sparavano verso est in direzione del vicolo verso la moschea di Ali Baka. Sono sceso in strada per portare via il ragazzo. Era a circa 15 metri. L'ho trascinato per almeno 30 metri. Alcuni soldati mi hanno rincorso e ordinato di lasciare il ragazzo. Lo hanno perquisito e poi hanno perquisito me, continuando a puntarmi addosso i fucili. La perquisizione e' durata almeno 5 minuti. Poi ho ripreso il ragazzo e ho percorso altri 100 metri fino all'ambulanza che lo ha portato in ospedale. Dopo ho saputo che la vittima era Ahmad el Qawasmi e aveva 15 anni. Ed era in condizioni critiche. Ahmad e' stato colpito in zona H1, che e' sotto controllo palestinese. Lui non stava minacciando la vita di alcun soldato quando gli hanno sparato." Il testimone ha aggiunto che il ragazzo sanguinava copiosamente. Il medico dell'ospedale ha riferito ad un rappresentante di LAW che il ragazzo e' stato colpito da un tiro ravvicinato, il proiettile e' penetrato dalla fronte, danneggiando parte del cranio e si e' fermato nel cervello. Oggi il ragazzo e' morto. Due altri palestinesi erano stati feriti tra cui un altro ragazzo di 15 anni.

e COLONI....ancora ad Hebron
Sabato mattina piu' di 80 coloni armati, dagli insediamenti di Kiriat Arba e Har Harsina, sono arrivati nella valle di Be'qa(alla periferia di Hebron) e hanno tentato di impadronirsi di 5 case palestinesi. Uno dei coloni che sparava ha ferito all'addome un ragazzo di 13 anni, che giocava davanti casa(CIOE' NON ERA AD UNA MANIFESTAZIONE !! ). Le forze militari e di polizia israeliane presenti non sono intervenute. Le finestre di molte abitazioni sono andate in frantumi. Alberi di olivo e vitigni sono stati sradicati. Una casa e' stata occupata buttando in strada gli abitanti.Oggi, lunedi, i poliziotti israeliani hanno sgombrato i coloni da questa ultima, ma hanno dichiarato la casa zona militare e nessuno puo' entrarci. L'interno della casa risulta completamente distrutta dalla furia dei coloni. Il bambino rimane in condizioni gravi all'ospedale. Il colono responsabile sembra che si sia costituito. I precedenti legali ci dicono che vengono poi rilasciati.

DI FRONTE A QUESTI ULTERIORI DUE FATTI, LA RABBIA VERSO QUESTI MACELLAI COME PUO' NON CRESCERE ?

Secondo incontro ravvicinato con i coloni
Ebbene si', anche il secondo gruppo di "donne in nero" italiane ha avuto il suo incontro ravvicinato con i coloni. Ieri mattina era prevista a al-Khalil (Hebron) una manifestazione di "internazionali" residenti in Palestina, che seguiva quelle organizzate a Ramallah e Gerusalemme est. Di buon mattino siamo partiti con un pulman pieno, a cui poi si sono aggregate altre persone a Hebron. In tutto un ottantina di persone. Il viaggio e' stato tranquillo fino all'entrata di Halhul,sulla via per Hebron. Pochi metri prima dell'ingresso in area A palestinese, una camionetta di soldati israeliani sbarrava la strada. Alle loro spalle era stato completamente chiuso il passaggio con un alto cumulo di terra. Nessun mezzo poteva entrare o uscire, fosse pure camion con cibo o ambulanze. Non e' rimasto altro da fare che cercare un'altra entrata. Proseguendo sulla strada principale che gira intorno la citta' il secondo ingresso era stato sbarrato nello stesso modo. Ormai e' chiaro che l'esercito sta diffondendo questo metodo. Tutte le citta' e i villaggi della Cisgiordania e di Gaza stanno subendo la stessa sorte. Da un lato si risparmiano soldati, dall'altro si impediscono fisicamente gli spostamenti, di tutti e di tutto, con le conseguenze che si possono immaginare. Al terzo ingresso non ci sono massi ma solo la camionetta di soldati. E' la strada che porta al pericoloso insediamento di Kiriat Arba. Ai coloni protetti dai soldati non si possono impedire i movimenti. Finalmente la quarta deviazione e' aperta. Si entra. Ma si puo' subito capire il perche': la strada entra a Hebron dal lato della zona H2, quella sotto controllo israeliano. Da li' i palestinesi non possono raggiungere in auto la zona palestinese H1. Il pulman si ferma nella piazza sottostante la moschea di Abramo. Il gruppo si avvia a piedi verso il centro di Hebron. I soldati presenti si agitano, non sanno chi sia questo corteo di possibili "facinorosi". Immediatamente si avvicinano due auto del TIPH, la forza internazionale di presenza temporanea(continua ad essere temporanea anche se e' li' da 3 anni). Almeno oggi gli diamo un po' di lavoro: constateremo che seguiranno tutti i nostri spostamenti in H2. Attraversiamo il mercato della citta' vecchia. Torrette fortificate, soldati ad ogni angolo, qualcuno ci prende sotto mira con i binocoli dei fucili. In zona H1 si tirano fuori cartelli e striscioni, si gridano slogans. Curiosita' prima e amicizia poi espresse dai palestinesi. Si arriva all'ospedale di Hebron, nel piazzale incontriamo il direttore sanitario. Poi si riparte. Ritorniamo verso la zona H2. Via cartelli e striscioni. Si entra .. A meta' strada una pattuglia di soldati si mette di traverso e ci fa salire lungo un sentiero. E' l'unico modo di raggiungere la scuola palestinese dove stiamo andando: uno degli alunni e' stato ucciso nei giorni scorsi. Lungo il pezzo di strada non percorribile ci sono alcune abitazioni di coloni. Non possiamo disturbarli. E' cosi' ogni giorno per i palestinesi che devono andare in quella scuola. Siamo stati testimoni del blocco di due bambini, alti non piu' di un metro ciascuno, costretti a tornare indietro. Forse nello zainetto avevano un pericoloso esplosivo? No, solo l'ennesima umiliazione, anche contro i bambini. Nella scuola una breve sosta. Dopo la scuola dobbiamo ripassare nella piazza al termine del mercato palestinese. Sulla piazza affacciano le case di altri coloni. Sbarramento di soldati. Hanno bloccato i tre lati della piazza. E il quarto lato ? No, eccoli li' i coloni per strada. Saranno una decina; i soldati sono circa 30; i palestinesi bloccati come noi centinaia. C'e' chi deve tornare a casa, chi fare compere prima del coprifuoco delle 14, chi deve andare a trovare parenti: tutti bloccati per dieci coloni che , ci hanno detto, tutti i giorni vanno li' a provocare. Sempre difesi dai soldati. Scopriamo un'altra utilita' di queste nostre manifestazioni. Con noi ci sono giornalisti, c'e' una telecamera. Se non fossero stati con noi forse non avrebbero potuto girare le scene trasmesse dal TG3 ieri sera e da Euronews. Forziamo il blocco, i soldati restano interdetti e passiamo dal lato dei palestinesi. Ci fermiamo ad "osservare" mentre i soldati cercano di spingerci via. Ma si resiste. Le colone, le piu' esagitate, sono li' a gridare, provocare, gettare acqua su tutti coloro che li fotografano. Si avvicinano agli stranieri gridando parole incomprensibili ma intuibili. Ma non cadiamo nelle provocazioni (!?). E' incredibile come i soldati non facciano nulla per allontanarli, sembrano essere i coloni i "comandanti" dell'esercito. A favore della nostra presenza c'e' da dire che sicuramente davanti a noi l'atteggiamento dei soldati verso i palestinesi e' diverso. Ad un tratto hanno iniziato a farli passare a lato della piazza dopo che abbiamo cominciato a protestare. Dopo una mezz'ora che eravamo li' le colone di propria iniziativa si sono allontanate in una strada laterale, la situazione sembrava normalizzarsi, la circolazione dei palestinesi anche. Qualche donna in nero ha indirizzato qualche frase verso i soldati giovani piu' vicini a noi (tipo che fate qui, perche' non ve ne andate , non vi sentite frustrati a difendere un manipolo di pazzi e cose del genere). Infine siamo tornati al pulman e siamo ripartiti. Prossimo appuntamento una marcia da Betlemme a Gerusalemme venerdi 15 per rivendicare il diritto di musulmani e cristiani della Cisgiordania a recarsi nei luoghi di culto di Gerusalemme. Non sara' facile, la polizia israeliana non permette mai cortei del genere.

Proiettili all'URANIO
Si fanno sempre piu' forti le voci sull'uso da parte di Israele di proiettili con uranio impoverito e candelotti con gas vietati dalle leggi internazionali contro i palestinesi in questi tre mesi. Organizzazioni internazionali chiedono che si apra un'inchiesta su queste notizie.

Sondaggio sull'economia palestinese
La scorsa settimana il PCOP- Palestinian Center for Opinion Polls , ha condotto un sondaggio su un campione di 418 palestinesi residenti in West Bank e Gerusalemme.

Come e' la sua personale situazione economica:
38.6% cattiva
28.8% insufficiente
28.1% nella media
4.5% buona

L'assedio economico e militare di Israele che effetto avra' sull'attuale Intifada
57.1% aumentera' l'adesione
13.4% diminuira'
20.3% nessun effetto

Personalmente appoggera' l'Intifada se le condizioni economiche ne verranno colpite
66.7% si
18.6% no
14.6% non risponde

Per quanto tempo puo' affrontare il peso economico dell'intifada

47.6% non sa
12.6% 4 mesi
Ha fiducia nel sistema bancario palestinese

32.2% discretamente
20.4% poco
E' ottimista per il futuro

46.2% no
37.5% si
16.4% non risponde
Ritiene che ci debba essere una separazione economica tra Israele e Palestina

35.5 %no
29 % si totale
27% si ma parziale


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