TITOLO

L'ULTIMA......TROVATA
COLONI E INGLESI
ARROGANZA E DISPREZZO
SCRIVONO DA SEATTLE
DALLE DONNE IN NERO
Oggi 3 morti palestinesi : 2 nella striscia di Gaza e 1 a Kalandia, vicino Gerusalemme .


L'Ultima.....
"Jerusalem in exchange for Refugees" Gerusalemme in cambio dei rifugiati, questa l'ultima trovata americana. Che poi non vuol dire "Gerusalemme est capitale " ma "sovranita' " sulle moschee di Al Aqsa e della Roccia. Quale sovranita' ? Spirituale o politica ? E fuori delle porte della Spianata ? Rimangono i soldati israeliani ? E i 200.000 palestinesi di Gerusalemme? E i rifugiati (che poi sono uomini e donne, mica bidoni) che fine fanno ? Le prime reazioni raccolte tra la gente comune palestinese non promettono nulla di buono, anche per la dirigenza palestinese !!

Per quelli che ancora chiudono gli occhi............

Coloni attaccano diplomatico inglese
di Phil Reeves - The Independent (UK)-quotidiano inglese-15 December 2000 Il Ministero degli Esteri inglese ha presentato una protesta a Israele dopo che l'auto di un autorevole diplomatico inglese e' stata attaccata da coloni ebrei in Cisgiordania, alla presenza di soldati che non sono intervenuti. Nessuno e' stato ferito ma e' un'ulteriore prova di una preoccupante ambivalente relazione tra i coloni armati che vivono nei territori Occupati e l'esercito israeliano. L'auto del console generale britannico a Gerusalemme est Robin Kealy, e' stata fermata da un gruppo di coloni armati vicino un posto di blocco dei militari israeliani, posto sulla strada a nord di Halhul vicino Hebron. Sebbene ci fossero diversi soldati israeliani in mezzo al gruppo, il console ha dichiarato che questi non hanno fatto nulla per impedire che i coloni fermassero l' auto- con targa diplomatica - violando il diritto di libero passaggio per un diplomatico. Nessuno dei soldati e' intervenuto quando uno dei coloni ha scagliato una pietra contro il vetro posteriore. Il mese scorso anche l'auto di Mary Robinson, alto commissario per i diritti umani delle nazioni Unite, fu colpita da spari a Hebron ( da parte dei coloni).

....... le orecchie........
Come si fa a mantenersi calmi di fronte all'arroganza e al disprezzo per la dignita' umana che esprimono i soldati israeliani, forti del fucile che hanno in pugno ?
dall'Unione dei Comitati di assistenza medica (UPMRC)-14 dicembre 2000 traduciamo :

La politica di chiusura israeliana ha avuto grandi effetti negativi sui palestinesi della Cisgiordani e della Striscia di Gaza. Ora queste punizioni collettive si stanno evolvendo in azioni di umiliazione collettiva. Recentemente in diversi casi i soldati israeliani attuano azione di terrore verso i palestinesi ai posti di blocco. Il loro comportamento e' inteso ad umiliare i palestinesi e in diversi casi ad impedire la liberta' di culto.

Ad esempio:
1) i soldati israeliani hanno bloccato un'auto palestinese nel villaggio di Howara, vicino Nablus. I soldati, minacciando i passeggeri con le armi, li hanno costretti a mangiare sapendo che durante il mese del Ramadan la religione prevede il digiuno dall'alba al tramonto.
2) In un altro caso i soldati hanno fermato un autobus palestinese ad un posto di blocco. Quindi hanno minacciato di non far ripartire l'autobus e di arrestare tutti i passeggeri se le donne presenti nel bus non avessero baciato gli altri passeggeri uomini.
3) Soldati hanno fermato un palestinese di Bourin, vicino Nablus, che stava trasportando 30 taniche di olio per venderle al mercato. Gli hanno gridato di maledire il profeta Maometto e quando lui si e' rifiutato, hanno versato tutte le taniche d'olio sulla strada. Quando l'uomo e' tornato al villaggio i suoi vicini ascoltando cosa era successo sono riusciti a mettere insieme 25 taniche d'olio per esprimere la loro solidarieta'
4) Gli ultimi ordini militari impediscono ai palestinesi al di sotto dei 30 anni di passare i posti di blocco e vietano alle auto palestinesi con solo uomini a bordo di transitare sulle nuove strade israeliane.

......e la bocca !!
Traduciamo parti dell'articolo di un giornalista dagli Stati Uniti.
Il resto sara' sul sito.
Smascherare Israele: Una nazione di colonialisti - Malgrado 50 anni di occupazione in Palestina , la maggioranza degli israeliani rimangono colonialisti, e in un modo o in un altro, sono tutti coloni.
di Ramzy Baroud - giornalista - SEATTLE - Stati Uniti , 15 dicembre 2000
.........Secondo un sondaggio della societa' Gallup, commissionato dal quotidiano israeliano Ma'ariv, risulta che solo il 7% degli israeliani pensa che l'esercito stia usando la "mano pesante" contro i palestinesi. Il resto (93%) si divide tra chi pensa che l'esercito abbia ancora la mano leggera e chi pensa che si stia comportando giustamente. Solo il 27% degli israeliani crede che la visita di Sharon alla spianata delle moscheee abbia provocato la rabbia dei palestinesi. La maggioranza crede "semplicemente" che la visita fosse un suo diritto. Infine il 60% crede che gli arabi di Israele debbano essere trasferiti fuori dai confini israeliani. ........
.......Il 70% dei coloni sono ebrei americani e europei occidentali. ......Se gli insediamenti fossero solo il risultato dell'impegno disorganizzato di estremisti ebrei come si spiega che gli insediamenti nei Territori Occupati siano aumentati piu' del 50% dalla firma degli accordi di Oslo ad oggi, secondo un rapporto di Peace Now ? E come puo' il governo "pacifista" israeliano spiegare la sua decisione di stanziare circa 300 milioni di dollari a favore dei coloni per l'anno 2001, sempre secondo un rapporto stilato da Peace Now ?.........Secondo una rapporto pubblicato dall'ufficio centrale di statistica israeliano l'11 dicembre scorso, 13.000 coloni si sono insediati nei Territori Occupati durante i primi nove mesi del 2000. Questi si sono aggiunti agli oltre 200.000 gia' presenti sulla terra rubata ai palestinesi.........

DAL SECONDO GRUPPO DI DONNE IN NERO riceviamo.
(i testi completi nel nostro sito)

Mercoledi 13 dicembre
Gaza
Attraversiamo la frontiera di Herez tra le otto e mezzo e le nove di mattina. Notiamo che siamo le uniche persone a passare in un luogo in cui , tre mesi fa , una continua corrente umana usciva da Gaza verso Israele per recarsi al lavoro. Incontriamo Nayla Ayesh che ci accompagna al Womens Affairs Center. Subito ci dice delle condizioni di vita insostenibili, del blocco della frontiera che ha alzato enormemente il numero dei disoccupati e aggiunto cosi alla tensione prodotta dai bombardamenti , dalle morti e dalle distruzioni di questi tre mesi anche un grave peggioramento delle condizioni economiche. Motivo dominante di tutta la giornata: "Chiediamo di essere creduti, chiediamo che si venga a vedere, che chi viene qui con missioni di pace anche ad alto livello vada a vedere e non si limiti a chiudersi in un ufficio tra quattro mura". Jamal Zakout - membro del comitato politico del partito democratico (FIDA) Jamal ci raggiunge al Centro e ci parla per unora. Riprende il tema dellingannno di Barak, del suo tentativo ricattatorio di mettere i palestinesi di fronte ad un "prendere o lasciare" che copre il dato clamoroso degli avanzamenti continui dei coloni sui territori. "Ci pongono di fronte ad un ricatto insostenibile. Intanto la situazione economica si aggrava : non solo la disoccupazione sale al 55%, ma anche i dipendenti del pubblico impiego rimangono senza stipendio. Si salvano quelli che lavorano nelle ONG. Almeno economicamente e per ora, ma pagano questo privilegio con una perdita di credibilita dovuta al loro disimpegno sul terreno della attivita politica concreta (magari dopo anni di produzione di analisi e ricerche sul processo di democratizzazione della societa palestinese). Si era avviata una relazione tra partiti politici, ong e alcune "figure oneste" che avrebbe potuto cambiare le cose: ora tutto e retrocesso: le priorita sono cambiate, di nuovo la priorita e la sopravvivenza. "La nostra posizione sui negoziati e chiara, si riassume in tre punti: 1) non solo USA ( ma anche europei e altri) 2) la risoluzione 242 non e negoziabile 3) garanzie per i rifugiati. Ma chi puo fare tutto questo? Forse lIntifada? Certo che no. Oltre a tutto, in questi giorni vediamo che si sta indebolendo anche se ci sono segni importanti di una riorganizzazione dellAutorita Palestinese. Ma quale alternativa concreta abbiamo?" Khan Yunis e Rafah (zona meridionale della striscia di Gaza) Avevamo avuto notizia che durante la notte, a Khan Yunis erano stati uccisi quattro soldati palestinesi e feriti cinquanta civili per mano dellesercito israeliano. Arrivate sul posto, accompagnate dalle donne del Centro, seguiamo il flusso che si avviava verso una strada bloccata da una barriera di sabbia dove, ci dicono, si dovevano svolgere i funerali delle vittime.Cera una enorme ressa e una delle donne che ci accompagnano ci invita a ritirarci, ma decidiamo di proseguire anche per poter documentare qualcosa in piucon la videocamera. Pochi passi piu avanti sentiamo degli spari e in un attimo tutti ci abbassiamo e cominciamo a correre. In realta, questo che puo sembrare un bollettino di guerra, e chiaramente lo e, lascia perplessi perche ci permette di capire che non e paura quello che si prova ma incredulita. Sapevamo tutti che non saremmo stati colpiti ma veniamo inconsciamente portati a svolgere il ruolo che qualcunaltro ci aveva assegnato. Partecipiamo, come burattini, a questo gioco perverso tra guardie e ladri dove sono le guardie a stabilire le regole del gioco volta per volta. Proseguiamo per Rafah e durante il percorso vediamo lo scempio che si sta compiendo sul territorio. Si alternano zone verdi, tanti ulivi, frutteti e palme, con altre completamente desertificate: alberi sradicati, solchi sul terreno lasciati dal passaggio dei carri armati, strade di attraversamento ad uso esclusivo dei coloni, coloni puntualmente protetti da carri armati per ogni spostamento. I coloni presenti nella striscia di Gaza sono solo poche migliaia e occupano circa il 40% del territorio! Andiamo a trovare dei contadini, che ci mostrano le loro case distrutte e le tende dove ora si riparano; le serre, ottenute con fondi agricoli, completamente distrutte e quindi debiti che mai piu si potranno saldare. Le vedove con numerosi figli e il raccolto e stato completamente distrutto, i canali dirrigazione tagliati e il terreno colpito a morte dai carri armati . La loro colpa e quella di trovarsi a ridosso della striscia di confine con lEgitto, sotto il controllo israeliano, e di costituire quindi una "minaccia" per lo Stato di Israele.
Domani riporteremo i racconti di
Giovedi 14 dicembre
Universita di Tel Aviv: "Testimony" riunione dedicata alla controinformazione
Venerdi 15 dicembre
Incontro con le donne di Bat Shalom a Casa di Judith Blank


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