CANTI
di Giacomo Leopardi

CANTI
Giacomo Leopardi
Oscar Mondadori

Per chi fa una vacanza sulla costa marchigiana ed e' amante della poesia, o anche solo della lettura, una visita a Recanati, piccolo paese dell'entroterra ad una decina di chilometri dalla costa,e' per noi quasi d'obbligo. Patria del poeta Giacomo Leopardi, il "natio borgo selvaggio" ospita un gran numero di memorie del suo piu' illustre concittadino.E quale migliore viatico, per una visita, di una raccolta delle sue poesie.
Leopardi scrisse molto, ma sicuramente le poesie piu' note e piu' amate sono quelle raccolte nei Canti, che si possono trovare in un agile volumetto edito negli Oscar Mondadori per la modica cifra di 7,80 euro. Le poesie sono 41, alcune lunghe e di difficile comprensione, infarcite come sono di riferimenti alla mitologia ed al mondo classico, altre brevi e leggere (almeno all'apparenza) e sono quelle piu' amate e sentite almeno una volta da ciascuno di noi: Il passero solitario, l'Infinito, La sera del di' di festa, A Silvia, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio.
Per penetrare nella poetica leopardiana, bisogna capire il percorso mentale compiuto dal poeta nel corso della sua esistenza sfortunata e finita in ancor giovane eta'. L'uomo ,all'alba della sua esistenza, viveva, secondo il Leopardi, in una sorta di beatitudine a stretto contatto con la Natura e secondo Natura. Non aveva consapevolezza di se', era senza passato e senza futuro, era privo della nozione di tempo. Non era neanche possibile distinguere l'Uomo dalla Natura, perche' l"uomo era Natura. Ma questa "Eta' dell'Oro", come e' misteriosamente iniziata, ha avuto termine nel momento in cui l'Uomo ha cercato di penetrare con la ragione i misteri della Natura: pensiero, intelletto e ragione hanno spezzato l'equilibrio. Ed e' iniziata la Storia, che non e' altro che una caduta senza fine dalla beatitudine alla barbarie.
I poeti antiche. Greci soprattutto, riuscivano ancora a sentire la Natura come i primi uomini, e la cantavano per farla rinascere nel presente, con semplicita', senza violarla, ma solo cantandola. Tutti i canti sono pervasi per questa grande nostalgia dell'antico e lo scopo stesso della poesia dev'essere quello di far brillare ancora il raggio degli antichi nel nostro oggi.
La Natura non appare comunque al Leopardi come un'entita' benevola nei confronti dell'Uomo; la Natura e' indifferente alle miserie umane, non ha scopo, non ha direzione, l'unica cosa che tutto domina e' il Fato. Si e' parlato infatti spesso del "pessimismo cosmico" del Leopardi.
Tutte le poesie che vi abbiamo citato iniziano con una contemplazione di un fatto naturale, da cui poi il poeta trae delle considerazioni sulla vita umana, improntate a quel pessimismo di cui abbiamo parlato, ma che ci appaiono cosi' sorprendentemente moderne e vicine alla nostra sensibilita' che possiamo ben capire il favore con cui ancor oggi legioni di studenti si perdono a fantasticare davanti ad un poeta vissuto duecento anni fa !

Salite quindi a Recanati, sedetevi sulla panchina sul Colle dell'Infinito, passeggiate per le strade del borgo, guardate la Torre del passero solitario e inebriatevi delle parole del Leopardi; non puo' che far bene all'anima, e far brillare ancora un raggio di quel Sole che il poeta ha cercato per tutta la sua vita.

TORNA AI LIBRI DA VIAGGIO