2004 - Il regime
islamico resta il primo nel mondo a violare tutti idiritti, tortura e
esecuzioni senza processi ....
Rapporto Annuale 2003
Amnesty International
Iran (the Islamic Republic of)
Repubblica islamica dell'Iran
Leader della Repubblica islamica dell'Iran: Ayatollah Sayed Ali
Khamenei
Presidente: Hojjatoleslam val Moslemin Sayed Mohammad Khatami
Pena di morte: mantenitore
Statuto di Roma della Corte penale internazionale: firmato
Decine di prigionieri politici, inclusi prigionieri di coscienza, sono
stati arrestati. Altri continuano ad essere tenuti in stato di detenzione
prolungato senza processo oppure sono stati condannati al carcere al
termine di processi iniqui. Alcuni non hanno potuto contattare né gli
avvocati né i familiari. Sono continuate le restrizioni poste dalla
magistratura alla libertà di espressione e di associazione e decine di
studenti, giornalisti ed intellettuali sono stati arrestati. Almeno 113
persone, tra cui prigionieri politici detenuti da molti anni, sono state
“giustiziate”. Spesso le esecuzioni sono avvenute in pubblico ed alcune
mediante lapidazione. Altre 84 persone sono state fustigate, in molti casi
in pubblico.
Contesto
Durante l'anno la tensione politica e sociale si è intensificata. Ciò ha
avuto un effetto sfavorevole sulla situazione dei diritti umani. La
rivalità politica tra i sostenitori del presidente Khatami e la larga
maggioranza parlamentare a favore delle riforme sociali da un lato, e
coloro che sostenevano lapproccio conservatore del Leader Supremo
Ayatollah Khamenei, la magistratura e molti funzionari della sicurezza
dallaltro, esti insieme alla crescente disoccupazione, hanno contribuito
al malcontento sociale, soprattutto tra i giovani che chiedevano una
maggiore libertà sociale. A ottobre, settimane di proteste guidate da
studenti, iniziate a seguito della condanna a morte di Hashem Aghajari (si
veda di seguito), hanno incentrato lattenzione sulla mancanza di libertà
di espressione.
Il sistema giudiziario ha risposto alle critiche sociali e politiche
limitando la libertà di espressione e di associazione con arresti
arbitrari, persecuzione per motivi politici di studenti, scrittori,
docenti universitari, deputati parlamentari e famosi avvocati riformisti e
con la sospensione arbitraria di pubblicazioni riformistiche. Sono
continuate le notizie sia di processi iniqui, specialmente a carico di
queste persone, sia di episodi di tortura e di “confessioni” televisive.
La magistratura ha applicato la pena di morte e la fustigazione per punire
casi relativi alla libertà di espressione.
Il rapporto dell'Iran al Comitato anti-terrorismo del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite ha fornito una sintesi delle misure di
sicurezza già intraprese alle quali non hanno fatto seguito altri
provvedimenti.
Ad aprile il Rappresentante speciale della Commissione delle Nazioni Unite
sui diritti umani ha presentato alla Commissione il suo rapporto finale
sulla situazione in Iran. Con un voto a scarsa maggioranza, la Commissione
ha terminato il mandato del Rappresentante speciale. A luglio, il governo
ha dichiarato che avrebbe permesso ai relatori a tema di visitare lIran.
Attacchi alla libertà di espressione e di associazione
Decine di studenti, universitari e giornalisti sono stati arrestati
arbitrariamente. Molti sono stati incriminati in base ad accuse di natura
politica per diffamazione o secondo la legisl’azione sulla sicurezza. In
un simile contesto, i processi non hanno generalmente rispettato gli
standard internazionali per un equo processo e hanno continuato ad essere
celebrati davanti a corti speciali, spesso a porte chiuse, concludendosi
con limprigionamento delle persone esclusivamente per le loro opinioni.
Molti degli arresti di leader studenteschi eseguiti a gennaio e a novembre
sono stati condotti sotto forma di sequestri e diversi studenti sono
“scomparsi” per giorni. Prigionieri di coscienza, come il leader degli
studenti Ali Afshari (si veda di seguito), hanno ricevuto nuovi capi
dimputazione, apparentemente studiati solo per prolungare il periodo della
loro detenzione. Altri sono stati liberati, per essere subito dopo
nuovamente arrestati.
*Il giornalista e ricercatore Hojjatoleslam Hasan Yousefi Eshkevari, che
era stato arrestato per aver preso parte ad una conferenza accademica a
Berlino, nell'aprile 2000, è stato liberato improvvisamente allinizio di
agosto. È stato nuovamente arrestato alcune settimane dopo, senza
preavviso né spiegazione ed è stato in seguito condannato a sette anni di
carcere.
*Il processo di circa 30 prigionieri di coscienza, tra cui docenti
universitari, giornalisti ed intellettuali vicini al Milli Mazhabi
(associazione nazional-religiosa) e in particolare al Movimento per la
libertà dell'Iran (Ifm) è ricominciato a gennaio. Gli imputati sono stati
incriminati di accuse vagamente formulate, come atti contro la sicurezza
nazionale, cospirazione per indebolire la fede religiosa degli studenti e
tentativo di colpo di Stato con mezzi illegali. Uno degli avvocati della
difesa ha riferito che gli era impossibile rappresentare il suo cliente,
poiché non gli era stato concesso di consultare la documentazione. Secondo
quanto riferito, ad un altro avvocato, Mohammad Ali Dadkhah, è stato
negato laccesso in aula ed è stato poi condannato a cinque anni di carcere
e allinterdizione dellesercizio della professione legale per 10 anni in
relazione alla sua difesa nel caso (si veda di seguito). Il 27 luglio i 30
imputati sono stati condannati fino a 10 anni di carcere. La sentenza
comprendeva lo scioglimento dell'Ifm.
*Hashem Aghajari, docente universitario e membro del gruppo riformista
Mojahedin of the Islamic Revolution (Omir), è stato processato in
relazione ad un discorso che aveva tenuto a giugno nella città occidentale
di Hamedan. Egli aveva chiesto un riforma religiosa, affermando che i
credenti non dovrebbero seguire ciecamente i leader religiosi. È stato
condannato a morte e a 74 frustate per reati vagamente formulati relativi
alla diffamazione della religione e dei leader religiosi. Il Leader
Supremo, con un gesto inaspettato, ha chiesto alla magistratura di
rivedere la sentenza.
Rilasci
In un numero limitato di casi si è assistito alla liberazione temporanea,
condizionata o ad altra forma di liberazione di prigionieri di coscienza.
A febbraio, Abbas Amir Entezam, un prigioniero di coscienza, che era stato
imprigionato per spionaggio al termine di un processo iniquo nel 1979, è
stato concesso un permesso per motivi di salute di 6 mesi. A novembre,
Abdollah Nouri, già direttore di quotidiano ed eminente politico, è stato
rilasciato dopo aver scontato tre anni di una pena che ne prevedeva
cinque. A ottobre, a Manuchehr Mohammadi, un attivista studentesco, è
stato concesso un permesso di circa una settimana, a seguito del suo
trasferimento a luglio alla prigione di Qaemshahr dove pare sia stato
maltrattato da agenti e da altri detenuti. Anche a suo fratello, Akbar
Mohammadi, è stata concesso un permesso temporaneo di circa una settimana
per cure mediche. Ad agosto, ad Ahmad Batebi, detenuto in seguito alle
proteste studentesche del luglio 1999, è stato concesso un permesso
domiciliare di un mese.
Avvocati e difensori dei diritti umani a rischio
Gli avvocati, che necessitano unautorizzazione da parte della magistratura
per esercitare la propria professione, hanno continuato a subire
vessazioni giudiziarie. Coloro che erano conosciuti quali difensori dei
diritti umani sono stati particolarmente a rischio. In alcuni casi gli
avvocati sono stati contattati da rappresentanti della magistratura, che
hanno chiesto loro di non rappresentare determinate persone oppure di non
presentarsi alla convocazione in aula. In seguito alle proteste
dell'Ordine degli avvocati, in almeno un caso la convocazione è stata
annullata.
*Ad agosto, sei avvocati, tra cui Mohammad Ali Dadkhah e Abdolfattah
Soltani, che avevano difeso casi relativi alla libertà di espressione e di
associazione, sono stati accusati con formule vaghe come diffusione di
menzogne, in relazione alle loro attività professionali. In seguito a
processi che hanno violato le leggi che regolano la professione legale,
questi avvocati sono stati condannati allinterdizione dalla professione e
a pene detentive, spesso poi sospese. Questi casi hanno suscitato proteste
generali, anche da parte dell'Ordine degli avvocati. A fine anno erano in
corso gli appelli contro le sentenze.
Il caso Serial killer
Sono stati registrati degli sviluppi nel caso degli ufficiali implicati
nell'esecuzione extragiudiziale di tre scrittori e due attivisti politici
avvenuta nel 1998 un caso conosciuto come Serial killer. A marzo, cinque
funzionari del ministero dei Servizi segreti che avevano interrogato gli
ufficiali accusati degli omicidi sono stati condannati al carcere e alla
fustigazione dopo che la distribuzione di un video clandestino mostrava
che essi avevano maltrattato i sospettati. A fine anno il loro appello non
era stato ancora dibattuto.
Nasser Zarafshan, avvocato di diverse famiglie delle vittime dei Serial
killer, è stato arrestato a causa dei commenti che avrebbe fatto sul caso.
È stato condannato al termine di un processo iniquo condotto a porte
chiuse da un tribunale militare nel mese di marzo a cinque anni di carcere
e a 50 frustate, ed è stato interdetto dalla professione di avvocato. Il
verdetto è stato confermato in appello il 16 luglio.
Il successore di Nasser Zarafshan, in una lettera al Tribunale
Rivoluzionario, ha chiesto che l'ex ministro dei Servizi segreti, Dorri
Najafabadi, fosse interrogato in relazione al suo ruolo negli omicidi. Era
stato precedentemente esonerato dal testimoniare perché non era citato
nella documentazione. Tuttavia, la nuova prova del video mostra che agli
interrogati non era permesso di fare riferimento a lui o al suo ruolo
nelle uccisioni.
Proposte legislative e dibattito sui diritti umani
Nel mese di maggio il parlamento ha approvato un progetto di legge che
proibisce luso della tortura per ottenere confessioni o informazioni. Il
progetto di legge è stato respinto a giugno dal Consiglio dei Guardiani il
massimo organo legislativo che esamina le leggi per assicurare che siano
conformi ai principi islamici e alla Costituzione iraniana per diversi
motivi, tra cui una non chiara definizione del concetto di tortura. A
dicembre al Consiglio dei Guardiani è stata presentata una versione
emendata. Sempre a dicembre il parlamento ha approvato una legge che
definisce i reati politici; il Consiglio dei Guardiani aveva respinto una
precedente bozza nel 2001.
Due progetti di legge presentati nella seconda metà dell'anno hanno fatto
aumentare la tensione politica. A fine settembre è stato presentato un
progetto di legge, con il preciso scopo di assicurare al Presidente il
pieno svolgimento delle proprie funzioni in materia costituzionale in
particolare di poter invalidare le decisioni dei tribunali ritenute
incostituzionali. Tale progetto di legge è stato in seguito approvato dal
parlamento. A ottobre è stato approvato un progetto di legge che emendava
i requisiti richiesti ai candidati alle elezioni presidenziali. Tra le
varie modifiche proposte, la possibilità del Consiglio dei Guardiani di
revocare il ruolo dei candidati approvati. Alla fine dell'anno il progetto
di legge non era stato ancora ratificato dal Consiglio dei Guardiani.
La Commissione sullart.90 del parlamento, costituzionalmente incaricata di
fare luce sulle denunce dei cittadini, è rimasta la principale strada per
sollevare casi di violazioni dei diritti umani e ha pubblicato diversi
rapporti. Alcuni dei suoi membri hanno anche formato un Comitato per i
diritti umani allinterno della Commissione stessa e hanno cercato di
promuovere gli standard sui diritti umani.
A dicembre hanno avuto inizio i colloqui tra Unione Europea e Iran noti
come Dialogo sui diritti umani. Ai delegati proposti da Amnesty
International e da Human Rights Watch è stata negata la
partecipazione.
Tortura e maltrattamenti
Tortura e maltrattamenti, anche di prigionieri di coscienza, continuano ad
essere applicati, generalmente in casi in cui la magistratura o i
funzionari della sicurezza negano laccesso ad un avvocato e ai familiari.
*Ad aprile, Siamak Pourzand, 72 anni, è stato condannato a 11 anni di
carcere al termine di un processo iniquo. Secondo quanto riferito, gli
sono state attribuite svariate imputazioni, tra cui aver avuto legami con
i monarchici e i contro-rivoluzionari e aver creato disillusione tra i
giovani. Sempre ad aprile egli ha fatto una “confessione” televisiva.
Nello stesso mese egli avrebbe subito un infarto cardiaco e pare gli siano
state negate adeguate cure mediche. AI teme che sia stato costretto a non
presentare appello contro la sentenza che è stata confermata agli inizi di
luglio. È rimasto detenuto in una località segreta fino al suo temporaneo
rilascio avvenuto nel mese di dicembre.
*A febbraio, Ali Afshari, un leader studentesco, durante un breve rilascio
dal carcere, ha raccontato ai giornalisti che era stato costretto dalle
Guardie Rivoluzionarie ad una falsa confessione. La “confessione” era
stata trasmessa alla televisione di Stato nel maggio 2001 mentre veniva
interrogato in un centro militare di detenzione, dove era detenuto in
isolamento da circa un anno. In una lettera aperta al Leader Supremo ad
agosto, egli descriveva le circostanze del suo arresto, della sua
detenzione, del suo interrogatorio e della confessione forzata fatta alla
televisione e chiedeva al Leader Supremo di prendere provvedimenti contro
le autorità ufficiali responsabili del suo maltrattamento. Sebbene stesse
scontando una condanna ad un anno per aver partecipato alla conferenza di
Berlino nell'aprile 2000, egli è stato incriminato in seguito a nuove
accuse per diffamazione e violazione della legge sulla sicurezza. È stato
in seguito condannato a un ulteriore anno di carcere.
Pena di morte e punizioni giudiziarie crudeli, inumane e degradanti
La pena di morte e le punizioni crudeli, disumane e degradanti sono state
imposte a persone che cercavano di esercitare il proprio diritto alla
libertà di espressione e di associazione. Almeno 113 persone, comprese 6
donne, sono state “giustiziate”, molte in pubblico. Secondo quanto
riferito, almeno due esecuzioni sono state compiute tramite lapidazione ed
almeno una esecuzione è stata trasmessa alla televisione. Come nei
precedenti anni, tra luglio e settembre vi è stata unimpennata di
esecuzioni e fustigazioni. Almeno 84 persone sono state fustigate. Il
numero reale delle esecuzioni e fustigazioni potrebbe essere
considerevolmente più alto. Organizzazioni politiche, per esempio, hanno
riferito che nel corso dell'anno erano state eseguite 450 condanne
capitali.
*Ad aprile, Ali Firouzi, accusato di omicidio, era stato perdonato dai
parenti della vittima pochi minuti prima della sua esecuzione programmata
a Qom, nell'Iran centrale. Secondo quanto riferito, subito dopo i parenti
avrebbero cambiato idea ed egli è stato giustiziato 90 minuti più tardi.
*Cinque uomini, conosciuti come membri di una banda chiamata Avvoltoi
Neri, che era stata accusata di numerosi reati, sono stati impiccati
simultaneamente in due luoghi pubblici di Teheran il 30 settembre. Le
esecuzioni hanno provocato un rinnovato dibattito sulluso della pena di
morte.
*Hoseyn Mojahed e Mojtaba Heydari, attivisti riformisti erano stati
processati prima di Hashem Aghajari (si veda sopra), sono stati condannati
nel mese di settembre a pene detentive e a 74 frustate. |