Lezione del 3 maggio 2004

 

 

PEISENMAN

 

 

Peter Eisenman lavora criticamente sugli strumenti del proprio lavoro: egli fa dei ragionamenti che si intrecciano anche con il mondo del formalismo, spesso in chiave informatica. Fondamentale è il libro di Eisenman su Terragni " Giuseppe Terragni Transformations Decompositions Critiques ". Il rapporto tra i due è evidentemente molto forte. Eisenman conosce Terragni e con lui intesse un rapporto di tipo bidirezionale e molto concentrato soprattutto su alcuni aspetti. Egli analizza in maniera approfondita soprattutto La Casa del Fascio e la Villa Giuliani Frigerio.

L'idea base della mostra ha a che vedere con i temi terragniani che possono evolversi successivamente ed avere un cambiamento. Ma c'è un aspetto contraddittorio nella ricerca di Eisenman: egli guarda due opere che creano spazio, volume, si fanno architettura in due maniere differenti. La Casa del Fascio crea uno spazio che va dall'esterno all'interno, quasi fosse una forma primaria progressivamente erosa, la Casa Giuliani Frigerio, invece, manifesta un processo inverso: dall'interno all'esterno, come se le parti si distaccassero man mano. Ma proprio questo modo di ragionare, mette Eisenman in azione su una serie di composizioni denominabile come il ciclo delle House che contiene sia realizzazioni sia progetti. La House II in particolar modo mette in atto i due ragionamenti conflittuali che egli riconosce in Terragni e fa questo in maniera decisamente geniale.

Implosione è la parola chiave. Questa è costituita da un'esplosione verso uno spazio racchiuso. Si crea, così, un recinto virtuale che serve a far implodere le parti. Quest'opera riflette una maniera articolata di ragionare su temi particolari. Questa parte da Terragni, ma raggiunge alcuni livelli di autonomia. La casa ha un sistema di forma nella forma, che egli ricostruisce spesso nelle sue opere.

Ma Eisenman prima di tutto è un grande critico: per lui l'architettura è qualcosa che appartiene all'ambito della riflessione filosofica. Manfredo Tafuri è un critico che lavora sulla base di riflessioni con un'ideologia politica alla base. Eisenman è più filosofico (decostruzione della lingua). Egli abbraccia l'architettura in maniera astratta e metafisica, in maniera filosofica appunto. Negli anni Settanta alcune idee vengono messe in discussione: la generazione dei maestri avrà un forte contenuto innovativo che l'architettura doveva rappresentare. I contenuti erano rivoluzionari. Queste cose vengono date per acquisite e nasce un pensiero che lavora in maniera divergente: l'architettura viene vista in maniera distorta e divergente. Colin Rowe ha un forte influsso su Eisenman, che lo definirà il suo padre spirituale. Nasce una logica parziale che riguarda i meccanismi formali dell'architettura togliendo spazio a tutto il resto. La filosofia è proprio un innesto su questo modo di ragionare. Ci sono, dunque, tre fasi sostanziali:

1] strutturalismo

2] analisi del testo

3] post strutturalismo o decostruzione

Lo strutturalismo. Questa corrente deriva dalla lettura delle strutture antropiche nelle società primitive, che fungono da modello per studiare alcuni comportamenti (Claude Levi Strauss). Si crea una dialettica tra strutture costanti ed una serie di variazioni all'interno di queste strutture. La generazione strutturalista è quella cui appartiene De Carlo, non Eisenman, che invece, si appassiona ad un argomento di derivazione: L'analisi del testo. Questa parla del forte grado di autonomia dei linguaggi che si autocodificano. Il testo viene guardato secondo le regole interne di autocomposizione. Questa, paralizzando i parametri di ragionevolezza, attribuisce una grande importanza al meccanismo di creazione del testo. Il post-strutturalismo o decostruzione. Porta bandiera di questa corrente è Derrida. Il movimento segna profondamente gli anni Ottanta di Eisenman. La decostruzione è un concetto di sfalzamento, di dislocamento. Nasce dall'analisi del testo letterario, lo analizza decostruendolo e ponendo su di esso una lente spiazzante ma illuminante; pratica un allargamento ed una ricerca di nuove potenzialità insite proprio in quel testo.

House X. Il progetto risale al 1976. Questa si sgancia dal formalismo della casa basata sulle variazioni sintattiche: si organizza su un percorso in discesa che determina quattro quadrati.

Progetto per Venezia. Il rapporto con il contesto viene vissuto in chiave postmoderna, inteso in chiave mimetica. Il contesto, viene visto da Eisenman, come un contesto che si muove concettualmente. E' il primo progetto di questo tipo: egli inserisce gli edifici nel sito come se fossero dei padiglioni a varie scale, vengono ordinati come da una griglia virtuale. Il palinsesto, come nelle vecchie pergamene medievali riscritte dopo aver raschiato parzialmente il testo, in trasparenza sovrappone le mappe storiche del sito.

University Art Museum, California. Qui Eisenman elabora un concetto simile a quello del precedente. All'interno di questa concezione si perde la differenza tra figura e sfondo, che era viva nel Movimento Moderno. In questo modo di ragionare la figura e lo sfondo appartengono ad un unico mondo.

 

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