Lezione del 14 aprile 2004

 

 

FIUME FLUSSO VITA

 

 

Giuseppe Ercole Enea. Sono questi i tre nomi di Terragni. La sua famiglia era di umile provenienza, il padre era capomastro, poi, successivamente, passerà al livello di piccolo imprenditore edile. Egli cura personalmente la formazione dei figli, dei quali uno (Attilio) diventa ingegnere, un altro geometra, uno morirà giovane e Giuseppe si laureerà al Politecnico di Milano. Un amico di quest'ultimo, pittore, Radice lo definirà fortemente legato alla terra dicendo di lui che era "come se fosse nato nella calcina".

Ercole. Terragni, visto nelle foto che lo ritraggono insieme ai suoi compagni, sembra avere una fisionomia particolarmente imponente.

Enea. Questo nome esprime il retaggio del mito.

Giuseppe. Simboleggia la nascita, intesa anche come nuovo inizio, egli è padre per ecellenza: infatti si riparla dell'architettura italiana nel mondo con Terragni dopo la fine del 1700, ovvero dopo gli ultimi rintocchi del Barocco. Egli incarna chiaramente la figura del padre di un'architettura italiana nel mondo.

Pietro Lingeri. Egli stringe un vero e proprio sodalizio con Terragni. E' di 10 anni più anziano, deve la loro conoscenza al periodo passato al politecnico di Milano. Elaborarono i primi progetti insieme, prima che Terragni prenda il via con la sua impresa d'avanguardia, e poi dagli anni '20-'30 quando si riuniranno nuovamente insieme per lavorare.

Scambiarsi illuminazioni. Il 1925 non segna solamente l'inizio della progettazione del Bauhaus, ma anche l'esposizione parigina e l'edizione del primo libro di Le Corbusier. Qui compare l'estetica della macchina accompagnata da miti antichi. Il libro rappresenta un modo di scambiarsi idee. Si forma il Gruppo 7 nel 1926: vedono la luce "i saggi miscellanei" che echeggiano il libro del 1925 e si cerca di capire che anche in Italia era possibile pervenire a questo spirito nuovo senza una completa tabula rasa di quello che era avvenuto in passato. Nel gruppo troviamo Rava, Figini, Pollini, Terragni, Libera ed altre personalità. Libera è trentino e trapiantato a Roma: egli riuscirà a trainare la nascita della nuova architettura a Roma. Essi ebbero un' invenzione geniale: si chiamarono Razionalisti. Questa parola echeggia funereamente. Nel 1928 ci fu la prima mostra di architettura italiana razionalista. La parola fa eco ad una serie di episodi di autodidattismo positivo legato profondamente alla cultura italiana. Como, città nata su antichi tracciati dei castra romani, fu saturata con un'edilizia prevalentemente medievale nei secoli successivi. La famiglia Terragni, dopo l'ascesa, si trasfersce da Meda a Como comprando un palazzetto di due piani che oggi prende il nome dalla famiglia. Lo studio Terragni funziona come un centro studi e conserva opere, plastici e disegni originali.

Completamente estraniati. Radice parla del fatto che vivevano estraniati dal mondo fuorchè dall'arte. Questo potrebbe essere vero; in effetti di Terragni si conoscono solo 3 viaggi da lui fatti, da uno dei quali abbiamo una foto sulla barca al lago di Como. Era un mondo molto più austero rispetto al nostro, limitato geograficamente e dall'epoca storica ed estremamente concentrato anche temporalmente. A 24 anni già vive uno scontro grandissimo: progetta un edificio che dal punto di vista della commissione d'ornato sembra andar bene, ma tolti i ponteggi crea un impatto fortissimo perchè di simili non se ne erano mai visti. Nel 1933 c'è il III CIAM che si svolge su una nave che va da Marsiglia ad Atene. Invitati sono 30-35 architetti selezionati da Le Corbusier per il congresso itinerante nel quale Terragni presenta il progetto per il Piano Regolatore di Como.

Zuccoli. L'Hotel Metropole sorge in uno slargo importante che da sul lago. Di questo, Terragni, ristruttura i primi due piani progettando una copertura Liberty. In questo edificio, Terragni, fa avvenire una cosa particolare: progetta un dettaglio bizzarrissimo. La commissione d'ornato di Como lo cita in giudizio poichè non era ammissibile un'unghiatura in una zona basamentale. Terragni e Zuccoli si conoscono proprio davanti a quell'edificio. Zuccoli sarà poi seguace, sostenitore, attendente, amico di Terragni. Egli ne sostiene la creatività in maniera subordinata, vive emotivamente con lui, in un rapporto non paragonabile a quello che aveva con gli altri, Lingeri ad esempio. Non firmerà mai progetti con Terragni ma lo seguirà sempre.

Il moumento ai caduti. E' una cosa normale dopo la I Guerra Mondiale, di norma sono dei resti scultorei utilizzati come monumento. Terragni inventa un'opera originale concepita come una cascata dalla sommità della collina fino al paese con una lettura in chiave urbanistica. E' un'esercitazione in romanico. Alla sommità c'è il sacrario vero e proprio con una scultura di Fontana, moderna per quei tempi, una notte rimossa perchè considerata blasfema. Tra il 1935 e il 1936 tocca un momento felice della propria carriera: egli porta al successo la Casa del Fascio, impegnativa, e comincia a lavorare al progetto dell' Asilo Sant'Elia, il suo capolavoro. Como è un nodo d'avanguardia, Terragni ne è un propulsore, provinciale ma agganciato alla cultura internazionale. Nel 1936 la situazione cambia: c'è la Guerra di Spagna. Nel 1938 c'è il varo delle leggi raziali: un evento abominevole, si stringe l'alleanza con la germania. Nel 1939 la Germania entra in guerra e Terragni viene richiamato; egli continua i progetti ma sostanzialmente rimane militare. Egli rimane militare con convinzione, con senso del dovere. Viene mandato prima nei Balcani e successivamente in Russia; nei momenti di pausa non cessa di disegnare per sfruttare il tempo libero. Durante un'operazione militare trova tutti i suoi compagni morti mentre lui era stato mandato a fare ricognizione.

 

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