Lezione del 31 marzo 2004

 

 

PAROLA, TESTO, IPERTESTO

 

 

Vi sono dei processi anche duri da accettare ma importanti. [immagine del libro antico mangiato dalle tarme] Questa immagine mostra come la lettura non avvenga unicamente in modo lineare ma dovendo, il lettore, ingerire il materiale e produrre delle idee, ne scaturisce un movimento di scavo o di erosione che è chiaramente evidente in questa immagine, la quale mostra contestualmente uno scavo personalizzato che permette di creare nuove figure, nuove idee. In questo, quanto più l'autore è in grado di padroneggiare il processo: ovvero un procedere lineare unito a quest'altro che consente di muoversi verticalmente all'interno del libro che viene consumato ogni volta in maniera differente a seconda di chi lo sta leggendo.

Bisogna comprendere bene la struttura base all'interno del lavoro, non compresa la quale, non si comprende neppure il lavoro in toto. Spesso ci si trova di fronte a monografie di architetti non esaustive dal punto di vista della storia. Nominando una serie di personaggi, Francesco Tentori, nella prefazione al libro, richiama la linea culturale che si è occupata della storia con un approccio anche vicino alla progettazione.

La premessa al libro vero e proprio, fa un'operazione di apparecchiamento di ciò che avviene di seguito. C'è un uso, nel campo dell'architettura, di ciò che normalmente avviene nei libri di storia dell'arte: l'artista è analizzato nelle sue opere anche sulla base del suo evolversi all'interno dell'ambiente storico sociale in cui è immerso.

Nel 1968 Bruno Zevi decide di rilanciare l'opera di Giuseppe Terragni rimossa nei 20 anni precedenti per svariate ragioni, tra le quali l'apparteneza, di quest'ultimo, al partito fascista. Zevi, antifascista, per primo riporta l'attenzione in modo importante sulla figura di Giuseppe terragni. Renato Pedio è personaggio fondamentale nel lavoro svolto da Zevi su Terragni. Nell'operazione, rilevante per la politica culturale, era stata gettata un'ombra su colui che aveva effettuato le ricerche e scritto i testi per quel numero sull'architettura. Di Pedio si sa poco come che fece parte di un gruppo di poeti del '63, ma fu una figura che rimase in ombra.

L'argine artificiale. E' proprio quello che scrittori e critici vorrebero costruire perchè si collegano all'idea di vedere nelle vicende non i particolari ma il movimento fondamentale che queste tracciano. Questo incarna un livello importante, poichè, la scrittura di Terragni cerca di essere bilanciata ponendo in evidenza l'andamento prevalente dell'architetto e i principali eventi della sua storia. Troviamo, quindi, la ricostruzione delle vicende di Giuseppe Terragni all'interno di argini artificiali creati dal critico ffingendo di essere uno storico, enfatizzando e creando, perciò, una vicenda sulle "pozzanghere" (revisionismo inaccettabile). La nostra operazione, si basa su una coscenza seria e critica dell'architettura di Giuseppe Terragni.

 

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