Lezione del 21 aprile 2004

 

 

SANTI PADRI FRATELLI FIGLI

 

 

A] Michelangelo, Palladio, La torre

b] Le Corbusier, Sant'Elia, Golosov, Mies, Rietveld

c] Eisenman, Libeskind, e...

Michelangelo. Il rapporto di Terragni con Michelangelo è fondamentale. Il Buonarroti incarna una figura eretica per la classe degli studenti del Politecnico di Milano del 1922-1923. Lo stile medievale era inteso come stile principe. Michelangelo adoperava modi espressivi e figure plastiche in netto contrasto con la scuola neo-medievale. Terragni approda a Michelangelo attraverso Pizzigoni, ne acquisisce il fascino, per poi proseguire oltre. Gli studenti erano soliti combinare, nei loro lavori, più architetture di questi padri con altre opere unitamente ai propri sogni. E guardando MIchelangelo anzichè a Boito si era considerati un poco eretici. Bruno Zevi disse che "il concetto michelangiolesco è usato come grimaldello per entrare nella lettura di Terragni".

Palladio. L'ammirazione per questo architetto deriva dal filone degli studi anglosassoni e non è menzionato nel libro. Su quello di Eisenman, alla fine, questo concetto è stato quasi completamente censurato.

La torre. Questa volta non ci troviamo davanti ad un nome, bensì ad un simbolo che si erge tra Milano e Como e si inquadra in tanti luoghi come nell' Asilo Sant'Elia. Questa è una presenza molto importante, una pesenza inevitabile del volume inteso a livello plastico, simbolico. Un volume stereometrico, chiaroscurato, puro; rappresenta un problema fondamentale. Il rapporto con la torre va verso la tensione al volume puro. E' un rapporto profondo, un imprinting che narra di un paesaggio originario che non potrà mai essere completamente cancellato ma che verrà sempre riproposto. Al nord, la maggior parte delle città sono di fondazione militare. Per questo l'architettura nasce come accampamento sul suolo che si organizza come alterità rispetto alla natura, essa nasce come un atto di dominio, militare, assolutamente artificiale. Così diviene artificiale l'architettura tutta.

Le Corbusier. Egli fa parte della schiera dei padri o dei fratelli? La levatura delle opere lo porterebbe dalla parte dei padri, ma Le Corbusier stesso utilizzò la parola "fratello" nella battaglia per un'architettura nuova parlando di Terragni. In più si recò a Como per fare visita a lui e alle sue architetture. E' in rapporto con lo spirito nuovo, il messaggio che combina nuovi interessi estetici di razionalità e di funzionalità. Le idee lecorbusieriane sono alla base della nascita dello stesso Gruppo 7.

Sant'Elia. Fu una figura di riferimento fondamentale per la generazione di Terragni. Egli muore a 28 anni ed è firmatario di un saggio di architettura, una sorta di manifesto dell'architettura futurista. La sua presenza impalpabile aleggia sullo sfondo delle opere di Terragni, di cui, per altro, è anche conterraneo.

Golosov. E' portavoce del costruttivismo russo nella sua totalità, con delle componenti peculiari importantissime.

 

E' possibile cercare i meccanismi plausibili della concezione progettuale attraverso la costruzione 3D delle opere che non videro la realizzazione:

L' Officina del Gas . Il tema industriale, all'epoca di questi due progetti era un tema caldo perchè l'architettura moderna nasce proprio dalla logica industriale. In un primo momento, infatti, la porta per cui entra l'architettura sono proprio gli stessi edifici industriali. In Italia, in cui l'architettura tipica era quella della stazione di Milano di Stacchini, l'architettura industriale si avvale di logiche sevre da decorazioni di qualsiasi sorta. La sperimentazione avviene proprio su questo tipo di architettura. Il prototipo per l'Officina aveva una reale collocazione, a differenza del progetto per la Fonderia di Tubi. Pensare un'architettura moderna su base industriale sarà importantissimo per Terragni, e l'edificio avrà un ruolo culturale e politico. Le operazioni che fa Terragni sono sintatticamente differenti l'una dall'altra su quest'edificio. Il software utilizzato per lo studio è di tipo Bouleano, esso procede per masse operando sottrazione e addizione di volumi. Il volume primario, in modo specifico, deve assumere la sua enfasi ed una sua autonomia trovandosi sollevato da terra: questa tecnica prende le mosse da quelle lecorbuseriane. Un altro corpo, invece, si basa su una tecnica prettamente costruttivista basata sull'assemblaggio. I corpi che ruotano sulla torre alta sono creati anch'essi con la tecnica dell'assemblaggio. Il corpo delle sale macchine è realizzato mediante l'incastro. Bisognava creare successivamente una composizione d'insieme dinamicamente mobile inventando l'altro oggetto: il corpo degli uffici. Questo elemento basso funge da edificio-pensilina e contestualmente da elemento di raccordo con gli altri corpi per avere una visione d'insieme. Terragni ottiene dalla pianta, che comunque è una pianta di un'officina, delle logiche funzionali tenute insieme dalle costruzioni e dall'elemento di raccordo in particolar modo. La presenza di quest'opera sarà poi fondamentale per James Stirling.

Il Novocomum. Il plastico di questo edificio andrà alla mostra del MIAR. Qui il ragionamento è doppio: esso è un edificio per abitazioni ma questo tema è affrontato da Terragni in maniera del tutto rivoluzionaria. Il tema è storicamente dato a tutti gli stilemi del classicismo. E' il primo edificio moderno costruito in Italia e per questo possiede una valenza storica importantissima: attorno a questa, infatti, si riconoscono gli innovatori. Si gioca una battaglia tipica di Terragni: il Novocomum si aggancia agli edifici preesistenti chiudendo un lotto su un asse di nuova espansione. Presenta una serie di rapporti che intesse con l'edificio preesistente poichè con esso è in continuità fisica. Ne derivano, perciò, vincoli ed impostazioni tipologiche, poichè l'impianto planimetrico non rispetta i canoni del funzionalismo tradizionale. La costruzione tende a massivizzare la vista sul lago. Esso nasce dalla morfologia edilizia data a priori, grazie alla presenza dell'edificio limitrofo in stile. La stratificazione dei livelli è tipica dell'idea classicA della concezione di un edificio con un basamento, un corpo vero e proprio e un coronamento con cornicione e attico. La norma sostanziale, tipica dell'architettura del Rinascimento si basa su questi elementi che porta ad un ragionamento di sezione che presenta una vera e propria stratificazione degli elementi agli angoli della composizione, che tendono ad essere rafforzati per chiudere il tutto. Importanti sono anche gli assi di simmetria centrali: nell'edifico al lato troviamo l'emblema di questo sistema. Tutti questi temi sono adoperati da Terragni intessendo rapporti con una tradizione, studiando l'edificio vicino, ma operando un vero e proprio ribaltamento. La sezione del Novocomum è esattamente all'opposto di quella degli edifici tradizionali e questo è proprio il motivo per il quale l'edificio terragniano fece tanto scandalo all'epoca. Il cornicione, classicamente posto a bloccare tutta la composizione è negato. L'architetto lega l'edificio al contesto dandone una visione contrastata e contemporaneamente dinamica in modo forte. L'angolo deve essere rafforzato per una molteplicità di ragioni, per questo, potrebbe risultare come una vera e propria escrescenza. Terragni ha bisogno che la composizione si muova verso l'esterno: l'angolo è diverso non perchè si inspessisce e si chiude ma perchè è svuotato spingendo la composizione sull'orizzontale, verso l'esterno, e le scale, servono a rafforzare ancora di più questo movimento. Le forze tendono verso l'esterno muovendosi dinamicamente e slanciano l'edificio. Negli schizzi compaiono una serie di ipotesi che fanno arrivare Terragni alla logica delle forze prevalenti e a quella finale del progetto. Egli, inserendo un bow-window, inserisce una memoria del processo del rigonfiamento non come elemento pieno ma come elemento svuotato (costruttivisticamente): egli racconta la storia dell'apertura dell'edificio attraverso il tema della circolarità. Il discorso è originale e profondamente italiano. E' un discorso di comprensione di alcuni processi formativi e di una tensione verso un mondo completamente nuovo, di forme e contenuti.

Qui è possibile rintracciare la presenza del mondo rettilineo della prua unitamente all'avvolgenza della poppa. Attraverso la metafora navale prevalente nella mentalità dell'epoca perviene all'edificio il soprannomme attribuitogli "il transatlantico". Tema, questo, caro a Terragni, che ritroveremo anche in altre opere.

 

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