“Cammina, cammina la nuova architettura, partita dai paesi brumosi del Nord, è arrivata anche in Italia […] ed eccola a Como..” [1].

 

 

Così scriveva Giuseppe Pagano nel 1930. La nostra ricerca vorrebbe evidenziare come questa non si sia fermata a Como con Terragni ma come, dalla città lacustre, sia trasmigrata oltre oceano approdando nella ricerca eisemaniana. Questi concetti vogliono essere vagliati criticamente attraverso l’ausilio del modello gerarchico, tappa fondamentale per uno studio critico,con l’analisi e la decomposizione della Casa Giuliani-Frigerio da una parte, e della House II dall’altra.

 

[1] Giuseppe Pagano, tratto dall’articolo "I benefici dell’architettura moderna" , in La Casa bella , 1930.

Casa Giuliani Frigerio vs House II.

La Casa Giuliani Frigerio è chiaramente applicazione di diversi temi caratteristici della ricerca architettonica di Terragni; questo edificio presenta, tra gli altri temi, una costruzione tripartita della pianta e ripropone il tema del telaio tanto caro all’architetto comasco. Ma questi temi, questa volta, sono trattati in maniera innovativa e ancora una volta differentemente da come possiamo riscontrarli negli altri suoi edifici. Qui una continua tensione pervade l’edificio, ed è una tensione che parte esclusivamente dall’interno, dove, tra l‘altro avviene uno dei processi di slittamento di piani tra i più stupefacenti caratterizzanti l’intero edificio. Proprio da questi movimenti che partono dall’interno, si è mossa la nostra ricerca, in modo particolare vertendo sull’analisi dei piani, sia che essi si identifichino con i solai stessi , sia con i piani-volumi che caratterizzano la facciata.
In modo particolare, abbiamo cercato di operare un utile confronto con un edificio di Peter Eisenman particolarmente rappresentativo: la House II. Tra Eisenman e Terragni, infatti, in questi due edifici cambia il rapporto tra contenitore ed elementi contenuti, seppur sia presente una propensione per la dinamizzazione dello spazio architettonico. E’ chiaro, infatti, che la Casa Giuliani Frigerio e la House II si basano su processi che possono definirsi paralleli ma che lavorano su due direzioni completamente opposte l’una all’altra (esplosione contro implosione) e su due diverse funzioni del telaio strutturale. Proprio sul processo generativo dei due edifici, sull’ esplosione dei piani caratterizzanti la Casa Giuliani Frigerio e sull’implosione, contenuta dall’elemento telaio della House II, si è basato il nostro lavoro. Questo vuole mettere in luce, attraverso l’ausilio di un plastico critico “interattivo”, sia i procedimenti comuni e le corrispondenze tra le operazioni compiute sui due edifici , che le operazioni di segno completamente opposto.

Modelli reali vs modelli vistuali.

 

Rapporto soggetto/oggetto e modello.

Paolo G. L. Ferrara, nel suo articolo spiega come, secondo Eisenman ne “La fine del classico”, “[...]il processo del rapporto Soggetto/Oggetto, tipico del classicismo, è stato alla base anche dell’architettura moderna e solo tramite il Modello quest’ultima può essere rappresentata nella scissione del rapporto soggetto/oggetto , affinché si abbia una […] forma di rappresentazione che non consideri più l’oggetto, come la prospettiva o l’assonometria , quale rappresentazione per un soggetto. E chi più di Terragni aveva espresso la scissione tra chi osserva ed il manufatto architettonico? Egli esprime questo distacco attraverso i suoi progetti e la Casa Giuliani Frigerio ne è un perfetto esempio. Terragni, infatti, cerca di non instaurare semplicemente un rapporto passivo tra soggetto e oggetto, tra osservatore e manufatto architettonico con le sue facciate indipendenti dalla disposizione interna, mascherata dalle stesse, crea continuamente dei riferimenti erronei alle piante interne. Per questo, richiede un’ osservatore vigile e mobile che non sia solo uno spettatore passivo ma che sia invece attivo e in grado di analizzare e comprendere man mano che si sposta e ruota attorno all’edificio.


Proprio questa condizione di interattività tra soggetto e oggetto, esplorata e attuata da Terragni, in un certo senso deve essere propria anche della nostra proposta. Per questo abbiamo pensato ad un plastico critico, che non si limiti a rimanere tale, ma che coinvolga attivamente il fruitore della mostra, il quale potrà interagire con l’installazione, tutto questo passando attraverso l’Information Technology.

L’argomento di cui abbiamo studiato l’applicazione è riguardante le strutture gerarchiche.
Quale altro sistema permette, infatti, di manipolare un modello in modo tale da cambiare un sistema intero al variare anche di un solo elemento? Queste, permettono la tessitura di relazioni fortemente dinamiche tra i dati di un modello tridimensionale. Attraverso il loro impiego , è possibile, infatti, costruire un modello tridimensionale organizzato secondo una struttura piramidale: il modello è scomposto nelle parti che lo compongono, selezionate unicamente in base all’analisi che se ne vuole fare e sulla traccia di una strutturazione preliminare dell’intera gerarchia. Nel nostro caso, l’organizzazione del modello segue un principio formale e sulla base del movimento dei piani rispetto al telaio e all’intero edificio. Questa è organizzata in vari elementi che si dispongono a livelli differenti che procedono dal basso verso l’alto, e che sono compresi gli uni negli altri secondo un sistema a cascata. Al livello base troviamo le primitive, procedendo via via verso l’alto le istanze, gli oggetti , le classi per arrivare al livello ultimo costituito dall’intero edificio. Proprio le caratteristiche peculiari delle strutture gerarchiche permettono al nostro modello di avere un significato critico e analitico: agendo sul livello più basso della struttura, le primitive, si modificano in tempo reale tutti quegli oggetti dello stesso tipo e contenuti nei livelli superiori a questo. Attraverso queste caratteristiche pratiche è possibile operare un raggruppamento dei vari piani caratterizzanti le facciate in vari ambiti a seconda dello studio del loro movimento dal piano fisso della facciata. Inoltre, agendo sulla gerarchia è possibile selezionare e rendere visibili per dei confronti costruttivi, all’occorrenza, solamente alcune delle componenti dell’intero sistema.

 

La proposta,quindi, si basa sulla costruzione di due veri e propri plastici dei due edifici analizzati: la Casa Giuliani Frigerio e la House II. Questi, resi tridimensionali attraverso il modello gerarchico permettono un’analisi critica dei temi propri di quella architettura operando un continuo confronto con i temi simili o differenti riscontrati nell’opera eismaniana. Tutto questo attraverso l’ausilio di filmati interattivi. Mediante sensori, applicati alle varie superfici del modello, il fruitore può lanciare animazioni riguardanti l’elemento che è stato appena selezionato attraverso l’esperienza tattile. Queste vedute mostreranno simultaneamente in una proiezione multipla, l’intera struttura gerarchica corrispondente a quel modello, con evidenziata la posizione di quel particolare elemento all’interno del contesto edificio, mostrata , questa, attraverso varie viste, fisse e mobili, che chiarificheranno anche le particolari analisi per quell’elemento rispetto al contesto e parallelamente rispetto all’ altro edificio oggetto di studio.

 

Continua...

Attraverso queste analisi ci piacerebbe delineare la continità che si è venuta a creare tra i due architetti a circa trenta anni di distanza tra le due opere e lasciare aperto il discorso per cio' che verrà dopo...

 

BIBLIOGRAFIA

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

HOUSE Giuliani_Frigerio

Modelli gerarchici e scomposizioni in Terragni e Eisenman