ISIN - Bollettino n. 7

 

Nota informativa n. 7
settembre-dicembre 1997

Interventi dell’Istituto

Il 26 ottobre si è svolto a Milano il secondo convegno nazionale dell'ISIN, in collaborazione con Alleanza Cattolica e Cristianità e con il patrocinio del Settore Trasparenza e Cultura della Regione Lombardia, alla presenza di circa duecento persone. Fra i presenti don Luigi Negri, ordinario di teologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il dott. Francesco Mario Agnoli, magistrato a Ravenna, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura, e storico dell'Insorgenza, i consiglieri regionali dott. Agnese Pilat, Pietro Macconi e Romano La Russa, l'assessore al Turismo e all'Economato del Comune di Milano, dott. Serena Maestrelli Manzin e il capogruppo di Alleanza Nazionale al consiglio comunale di Milano Roberto Predolin.
Hanno inviato messaggi di saluto S. E. mons. Alessandro Maggiolini, vescovo di Como, l'on. dottor Alfredo Mantovano, l'assessore regionale alla Trasparenza e Cultura dott. Marzio Tremaglia, l'assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, ingegner Virginio Guido Bombarda, e il professor Luigi Prosdocimi, emerito di Storia Medievale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il tema de «Le insorgenze antigiacobine, il problema dell'identità nazionale e la "morte della patria". Spunti per la rinascita della "nazione spontanea"» - questo il titolo dell'incontro - è stato svolto attraverso cinque relazioni di altrettanti studiosi, provenienti da diverse aree del paese.
In esordio dei lavori Marco Tangheroni, ordinario di Storia Medievale all'Università di Pisa, presidente del convegno, ha svolto una riflessione introduttiva di carattere storico-filosofico. Marco Invernizzi, presidente dell'ISIN, ha poi tracciato un bilancio dei primi due anni di attività dell'Istituto e del bicentenario dell'Insorgenza italiana, soffermandosi in particolare sulla impostazione del problema storico e politico sollevato dall'Insorgenza. Lo storico marchigiano Sandro Petrucci, corrispondente dell'ISIN, ha quindi ricostruito i lineamenti storici del secondo e del terzo anno (1797-1798) dell'Insorgenza, quando l'avanzata degli eserciti francesi investe le terre pontificie delle Marche, dell'Umbria e del Lazio. Francesco Pappalardo, storico napoletano, ha quindi descritto i caratteri peculiari dell'identità e delle cultura politica italiana preunitaria, tratteggiando il profilo storico della sua formazione fin dall'epoca romana. All'itinerario da percorrere per uscire da una condizione dove il senso di appartenenza nazionale sembra essersi estinto, una condizione in cui l'Italia è caduta dopo il fallimento della classe politica autrice dell'Unità - che culmina nel crollo dell'8 settembre 1943, definito dallo scomparso scrittore e magistrato sardo Salvatore Satta (1902-1975) come "morte della patria" -, è stato dedicato l'intervento conclusivo di Giovanni Cantoni, responsabile nazionale di Alleanza Cattolica.
Del convegno hanno dato annuncio il quotidiano Secolo d'Italia, del 25-10-1997, mentre echi della manifestazione si sono avuti su Avvenire, del 30-10-1997, sul Secolo d'Italia dello stesso giorno, sull'agenzia di stampa cattolica SIR, del 31-10-1997 (n. 76, pagina 7) e sul settimanale valtellinese Centro Valle, nei nn. del 9-11 e del 16-11-1997. Un ampio resoconto dell'incontro è apparso sul mensile Cristianità - anno XXV, n. 271-272, novembre-dicembre 1997, pp. 7-11) -, che riporta anche il testo riveduto e annotato dell'intervento di Marco Invernizzi «A due anni dall'inizio del bicentenario dell'Insorgenza italiana (1796-1799)» (pp. 12-16).

Il 31 ottobre, presso la Sala Civica Villa Comunale di Crevenna di Erba (Lecco), in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e la Biblioteca Civica della Città di Erba, il dott. Paolo Martinucci dell'ISIN ha tenuto una conferenza dal titolo «Le insorgenze antigiacobine in Lombardia».

Fra il 14 novembre e il 5 dicembre a Nerviano (Milano) si è tenuto un ciclo di conferenze sul tema «Il Risorgimento prima del Risorgimento», organizzato dall'Istituto per gli Studi Storici e Religiosi dell'Alto Milanese (ISSRAM), in collaborazione con l'ISIN e con altri organismi. Gli interventi svolti a cura dell'ISIN sono stati: il 14 novembre, «La Rivoluzione francese (1789-1794). Dai "lumi" al "terrore"» (prof. Giorgio Rumi e dott. Marco Invernizzi); il 21 novembre, "L'insurrezione della Vandea (1793-1796). La fede si scontra con l'utopia" (prof. Marco Respinti e on. dott. Irene Pivetti) e, infine, il 28 novembre, "Napoleone in Italia (1796-1815). Giacobini, clero e contadini" (dott. Francesco Mario Agnoli e dott. Andrea Arnaldi). Presenti in media oltre cento persone.

Il 20 novembre il prof. Luca De Pero, corrispondente dell'ISIN, presso il Centro Culturale San Francesco d'Assisi di Mozzecane (Verona), alla presenza di circa 25 persone, ha tenuto una conversazione dal titolo "1797: Verona, Pasque di sangue".

Il giorno 10 dicembre presso la Sala Consiliare del Consiglio della Zona 11 di Milano, organizzata dalla Commissione Cultura dell'organismo circoscrizionale stesso, presieduta dal dott. Mario Berti, si è svolta una conferenza-dibattito, intitolata "I moti contro-rivoluzionari in Italia nell'età napoleonica", cui ha partecipato il dott. Marco Invernizzi dell'ISIN, che ha tenuto anche una delle due relazioni introduttive. L'altro relatore è stato il prof. Antonino Recupero, docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano.

Attività dell’Istituto

Il convegno nazionale dell'ISIN "Triennio giacobino, insorgenze popolari e dominazione napoleonica in Italia: dagli albori alla riscoperta dell'identità nazionale", tenutosi a Milano il 12 maggio 1996, è stato giudicato come «[...] all'insegna di una interpretazione antigiacobina e ultra-cattolica del 1796» dal professor Gianfranco Emilio De Paoli, nel suo intervento «Una nuova analisi della rivolta contadina di Pavia e della repressione francese", del 15 giugno 1996, al convegno regionale "Il triennio cisalpino a Pavia e i fermenti risorgimentali dell'età napoleonica (Aspetti inediti)", 15 giugno e 14 settembre 1996, del quale sono stati stampati gli atti (Edizioni Cardano, Pavia 1996; la citazione è alla nota 3, a p. 29). Lo storico pavese asserisce altresì che "È un dato [l'interpretazione proto-risorgimentale dell'Insorgenza italiana] che riprese il Lumbroso negli anni '30 portandolo agli estremi e che ancor oggi in chiave cattolico-legittimista è portato avanti da pubblicisti contemporanei come Invernizzi e Agnoli" (op. cit., p. 19). Tralasciamo ogni osservazione in merito agli attributi di "ultra-cattolico" e di "cattolico-legittimista" - che, nel contesto attuale, risuonano maggiormente come epiteti -, mentre precisiamo che l'affermazione secondo cui le tesi di Giacomo Lumbroso (1897-1944) sarebbero "portate avanti" dall'ISIN, è del tutto errata, in quanto l'Istituto sostiene la tesi diametralmente opposta, ossia che i limitati moti risorgimentali nulla hanno da spartire con le insorgenze antinapoleoniche e antigiacobine, il cui carattere contro-rivoluzionario e legittimista è manifesto. L'equivoco nel quale è caduto il professor De Paoli si può forse spiegare con la sua scarsa conoscenza delle pubblicazioni curate dall'ISIN. Fra esse infatti figura - come si vede anche dalla presente Nota Informativa - la riedizione dell'opera di Lumbroso da lui citata, nella cui introduzione la presa di distanza dalla interpretazione nazionalistica dello storico fiorentino viene formulata in maniera netta e inequivoca. Lo stesso giudizio, del resto, era stato ribadito proprio dal dr. Invernizzi nella sua relazione al convegno del 12 maggio 1996.

Notizia dell'Istituto e delle sue attività è stata data dalla rivista Quaderni del bicentenario. Pubblicazione periodica per il bicentenario del trattato di Tolentino (19 febbraio 1797), n. 3, 1997. In una nota a firma di Nicola Raponi, alle pp. 185-186 del fascicolo, si dà notizia del primo convegno nazionale dell'ISIN tenuto a Milano nel maggio 1996, segnalando nominatim solo una delle numerose relazioni di alto livello ivi svolte - quella sulla diffusione in Italia del Code Napoléon -, evidentemente ritenuta la meno distante dallo schema interpretativo ufficiale. L'estensore della nota, a pagg. 185-186, si premura di precisare che però «[...] l'iniziativa ha suscitato in molti [?] il timore di un revisionismo esasperato che sottolinei esclusivamente gli aspetti negativi dell'età franco-italica, come l'eccessivo fiscalismo e la depauperazione [sic!] del patrimonio culturale [soltanto?], lasciando del tutto cadere gli aspetti positivi e costruttivi dell'esperienza di quegli anni, come la modernizzazione delle istituzioni statali, l'incremento delle opere pubbliche, il risveglio delle attività economiche e imprenditoriali, l'ammodernamento delle leggi civili».

Il volume di Giacomo Lumbroso I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo XVIII (1796-1800) (Minchella, Milano 1997) è stato segnalato dall'agenzia di stampa Corrispondenza Romana di Roma, n. 549, del 15-11-1997.

Notizie e segnalazioni

FABRIZIO GALVAGNI, Col fuoco e col saccheggio sottomessa. 1797: fatti e testimonianze dell'insorgenza della Vallesabbia e della riviera del Garda, con ill. orig., I quaderni della Compagnia delle Pive, n. 3, 1997, pp. 120 [Compagnia delle Pive. Associazione per la ricerca, lo studio, la pratica e la diffusione della cultura e delle tradizioni di Valle Sabbia, via Ronchi, 24, 25079 Vobarno (Brescia)].

Nel novero delle ricerche di qualità che l'Istituto ha da sempre caldeggiato e che iniziano a caratterizzare la storiografia sulla Insorgenza si situa senz'altro questo lavoro del professor Fabrizio Galvagni di Vobarno (Brescia), che disegna un profilo storico dei moti anti-francesi e anti-giacobini, verificatisi nella provincia di Brescia nel 1797, con particolare riguardo alla riviera occidentale del Lago di Garda e della valle che sfocia all'altezza di Salò, la Val Sabbia. L'opera consta di sei capitoli ed è corredata da un'ampia bibliografia. Dopo una introduzione dedicata alle premesse storiche e politiche generali dei fatti, Galvagni si addentra immediatamente nella narrazione dell'invasione delle truppe franco-repubblicane nella riviera salodiana, utilizzando soprattutto diari coevi, come quello di Pietro Riccobelli e quello di Francesco Girelli. Il primo capitolo è dedicato alla genesi delle Repubbliche Bergamasca e Bresciana, proclamate dai nuclei giacobini locali sotto l'egida delle armi francesi e nella più totale impotenza del governo veneziano, pur sempre il governo legittimo, anche se nel frangente neutrale. La Repubblica Bresciana cozza subito con il problema del controllo del territorio, in particolare della Val Trompia e della Val Sabbia, dove la popolazione - che in pratica si autogovernava attraverso le tradizionali assemblee dei capi-famiglia -, mal disposta verso i francesi a causa delle requisizioni militari e fedele a San Marco, inizia in breve a sollevarsi rialzando le insegne repubblicane con il leone alato, sospinta in qualche caso - come in quello del parroco di Vobarno don Giuseppe Catazzi (1721-1797), quello di Barghe don Andrea Filippi, quello di Gardone Val Trompia, don Antonio Ussoli - anche dal clero rurale. Una prima fase dell'insorgenza si dispiega fra il 24 marzo e il 7 aprile del 1797, la cui repressione è tentata dalle milizie cittadine dei comuni ribelli - formate per lo più da esponenti dell'ex aristocrazia e dell'alta borghesia locale - che vengono però sconfitte dai valligiani alle porte di Salò. Dopo i primi di aprile l'iniziativa della repressione, viste le sconfitte dei cisalpini, passa ai francesi, i quali peraltro formalmente non erano in guerra con Venezia. Simulando il transito verso il Trentino per proseguire la guerra contro gli austriaci, le colonne francesi si spingono nelle valli e il 9 aprile attaccano simultaneamente i montanari della Val Trompia e della Val Sabbia. Contro la riviera gardesana liberata dai valligiani viene invece inviata una flottiglia di cannoniere che intima la sottomissione ai salodiani, pena il bombardamento, che viene effettuato - anche se solo a scopo terroristico - il 10 aprile, provocando la resa del borgo. Una colonna di francesi e di legionari della Legione Lombarda del generale milanese Giuseppe Lahoz Ortiz (1773-1799), muovendo dalla Val Trompia, prende alle spalle i valsabbini in armi, che dopo una breve difesa fuggono. Il paese di Nave viene saccheggiato e incendiato, così come Salò, occupata il 14 aprile dalla brigata del colonnello francese Jean Landrieux (1756-1830). Ma i montanari restavano in armi, mentre intavolavano trattative con il nuovo governo bresciano. I fatti precipitano ai primi di maggio quando i francesi decidono di liquidare la resistenza popolare e, studiata un'accorta tattica, inviano massicci corpi di repressione nelle valli, i quali sottomettono le popolazioni, incendiando, saccheggiando e fucilan-o: Nozza, Barghe, Vestone subiscono tutte la violenta rappresaglia dell'occupante. Il 7 maggio era tutto finito. Iniziavano i processi e le fucilazioni dei reali o presunti sobillatori, fra i quali don Catazzi, messo al muro il 30 maggio. La reazione gloriosa e sfortunata dei montanari valsabbini e delle popolazioni della riviera gardesana occidentale - afferma il prof. Galvagni nella sua conclusione - si può capire solo in relazione all'ambiente che l'ha prodotta, in particolare alle radici delle comunità locali nella storia della Dominante, dopo trecentottant'anni di governo veneto. «[...] Non era stata solo simbiosi economica, alchemico equilibrio di obblighi e privilegi, di vincoli e di esenzioni: era stato invece, pur nell'attaccamento alla propria terra e ai propri monti, un'appartenenza piena al mondo dell'antica Repubblica» (p. 107).
Accuratezza della ricerca, bontà delle fonti e limpidezza espositiva fanno di questo saggio di storia locale una lettura senz'altro raccomandabile e un riferimento necessario per futuri approfondimenti.

Libri e articoli ricevuti

AA.VV., Napoleone e la Lombardia nel Triennio Giacobino (1796-1799). Atti del convegno storico internazionale. Nel secondo centenario della battaglia al Ponte di Lodi (10 maggio 1796), Lodi 2-4 maggio 1996, a cura di Luigi Samarati, Ed. "Archivio Storico Lodigiano", Lodi 1997.

FERRUCCIO BONAFINI, Verona 1797. Il furore di una città, Morelli editore (Vicolo Valle, 9B, tel. 045/597808), Verona 1997.

SILVIO BURATTIN, Tramonto veneziano. 1796-1797. La fine della Repubblica di Venezia, Moretti & Vitali, Bergamo 1994.

PAUL-LOUIS COURIER [DE MÉRÉ], Lettere di un polemista, trad. it., 2a ed., Sellerio, Palermo 1997.

JEAN-PIERRE HAMBLENNE, Chouannerie et Contre-révolution en Belgique. 1792-1815, Éditions Altaïr, Ottignies-Louvain-La-Neuve 1990.
[L'Istituto ringrazia per la sua cortesia l'amico Vittorio Messori]

LODOVICO MANIN, Io, l'ultimo doge di Venezia, con un'introduzione di Giovanni Scarabello, Canal & Stamperia editrice, Venezia 1997.

GIOVANNI MASCIOLA e ARNALDO LIBERATI, Ricordi napoleonici. Memorie e itinerari dei francesi nel veronese (1796-1814), Il Segno dei Gabrielli editori, Verona 1997.

SANDRO MASSERA, La fine del dominio grigione in Valtellina e nei contadi di Bormio e di Chiavenna. 1797, Credito Valtellinese, Sondrio 1991.

LORENZO OLIVIERI, «Notulario che comincia dall'anno 1799 li 1 giugno di fatti occorsi in campo alle truppe francesi, polacche, cisalpine, austriache o tedesche». Cronaca della Seconda Campagna Napoleonica nelle Valli Stura e Orba (1 giugno 1799-3 luglio 1800), a cura di Massimo Calissano e Franco Paolo Oliveri, con ill. orig., I quaderni delle Valli Stura e Orba [pubblicazione periodica della Comunità Montana della Valle Stura, via al Convento, 8, 16013 Campo Ligure (Genova)], n. 1, Campo Ligure (Genova) 1996.

PAOLO SCANDALETTI, Venezia è caduta, Neri Pozza, Vicenza 1997.

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AA. VV., La Tuscia nell'età giacobina e napoleonica (1798-1815), Atti del convegno di Ronciglione [Viterbo], 23-24 maggio 1987, in Archivi e Cultura, anno XXI-XXII, nuova serie, 1988-1989, Il Centro di Ricerca, Roma 1990, pp. 7-132.

FRANCO CRISTELLI, Dai verbali della loggia massonica "Napoleone" di Firenze: notizie riguardanti l'aretino, in Atti e Memorie della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze, n. s., vol. LII, 1990 [Arezzo 1992], pp. 467-471.

FRANCO CRISTELLI, Agostino Albergotti vescovo di Arezzo (1755-1825), in Atti e Memorie dell'Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze, n. s., vol. LV, 1993 [Arezzo 1994], pp. 315-334.

FRANCO CRISTELLI, Massoneria e società segrete in Toscana nell'età napoleonica, in Rassegna Storica Toscana. Organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, anno XL, luglio-dicembre 1994, n. 2 [Leo S. Olschki Editore, Firenze 1994], pp. 311-338.

MARIA PIA CRITELLI, «C'est absolumment la Vendée». Girardon e l'insorgenza del Circeo, in Archivi e Cultura, anno XXIII-XXIV, nuova serie, 1990-1991, [Il Centro di Ricerca, Roma 1992], pp. 147-163.

LEONELLO OLIVERI, Una comunità nella tempesta: la Val Bormida durante l'invasione napoleonica. 1792-1800, in Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo, n. 82, 1° semestre 1980.

LEONELLO OLIVERI, L'insorgenza antifrancese in Val Bormida durante il periodo napoleonico (1794-1815), in Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo, n. 91, 2° semestre 1984.

LEONELLO OLIVERI, L'invasione napoleonica in Val Bormida. 1792-1800, in Quinterni di Storia, n. 6, 1985, edito dal G.Ri.F.L. (Gruppo di Ricerche sul Folklore Locale), Rocchetta Cairo (Savona).

GEORGES SEGARINI e MARIA PIA CRITELLI, Une source inédite de l'histoire de la Republique Romaine: les registres du commandant Girardon. L'«insorgenza» du Latium méridional et la campagne du Circeo, in Mélanges de l'École Française de Rome. Italie et Méditerranée, tome 104, 1992, n. 1, pp. 245-453.

Appunti di storia dell’Insorgenza / 6

Pubblichiamo il testo - rivisto ed integrato - della seconda parte della relazione tenuta dal dr. Paolo Martinucci, corrispondente dell’ISIN di Sondrio, in occasione del convegno dal titolo «Una Vandea lombarda: le valli bergamasche e bresciane a duecento anni dall’Insorgenza antigiacobina», tenutosi a Desenzano del Garda (Brescia) il 6 aprile 1997.
L’intervento - il primo dei quattro del convegno - è stato volto a ricostruire le premesse culturali, religiose e politiche dell’Insorgenza nelle province di Bergamo e di Brescia, allora parte della Repubblica di Venezia.

PREMESSE STORICHE E CULTURALI DELL’INSORGENZA NEL BERGAMASCO E NEL BRESCIANO (Seconda parte)
di Paolo Martinucci