L'Unione Trifoglio

 

nella storia di Vivara

 

 

UNIONE TRIFOGLIO è il nome con cui chiamiamo l'associazione fondata a Napoli nel 1975 dal Professore Giorgio Punzo (insignito nel 1991 del "Premio Mediterraneo", istituito nel 1988 dalla Federazione Internazionale per la Difesa del Mediterraneo) "SODALITAS AEDIS NEMORUMQUE CUSTODUM", resa in italiano con "UNIONE DEI CUSTODI DEL TEMPIO E DEI BOSCHI".

E' l'ufficializzazione del Centro fondato nel 1970 col nome di "Centro Meridionale Pro Natura Vivente".

Stessi ideali e scopi. Il "culto" della Natura; l'educazione dei ragazzi, particolarmente dai 13 ai 16 anni, all'Amore ed al rispetto della Natura come cosa " in sè ", per la Bellezza insita in Lei, e non per la sua utilità.

Proprio questo ideale ha fatto vedere Vivara come il luogo perfetto per l'associazione.

I primi contatti fra il TRIFOGLIO e Vivara risalgono al 1974, con una gita di gruppo di alcuni suoi ragazzi e con numerose successive visite.

Nel 1975 il Trifoglio comincia l'attività di inanellamento degli uccelli affidatole dalla Regione Campania. Nel 1976 si intensificano le attività di manutenzione, ma l'anno di svolta è il 1977.

Nel 1977, infatti, il guardiano ufficiale di Vivara, Ambrosino, purtroppo viene a mancare, ed il Trifoglio si propone alla Regione Campania per rimanere sull'isola come gruppo di volontari addetti alla guardiania, alla manutenzione ... e a tutto il resto!

Considerato che si viene da uno stato di abbandono, il compito non è dei più leggeri, ma ai ragazzi non pesa, anzi in breve tempo danno una svolta all'isola con il loro entusiasmo e con la loro presenza costante. Tutto questo per 17 anni, fino a quando, nel 1993, scade il contratto di affitto della Regione con il proprietario dell'isola, l'Ospedale Albano Francescano di Procida, e il Trifoglio lascia Vivara.

In questi 17 anni di impegno sull'isola, tanti sono stati i sacrifici e tante le difficoltà incontrate dai ragazzi dell'associazione: dalle iniziali titubanze dei procidani (in seguito fra i più solerti collaboratori); alle "animate discussioni" con i cacciatori, dei quali la quasi totalità è diventata parte degli "amici  del Trifoglio"; fino all'ultimo "contrattempo" del 1990, quando un fulmine mette fuori uso l'impianto elettrico di Vivara, lasciando i suoi abitanti senza luce nè acqua!

Sacrifici, però, ampiamente ricompensati dai risultati ottenuti nei vari settori di attività.

L'associazione svolge la guardiania dell'isola, e riesce a debellare, mediante lunga ma costante opera di "conversione", il deprecabile fenomeno della caccia.

Provvede alla manutenzione dell'isola, case comprese, seguendo il ripristino dei locali abbandonati da tempo e restaurati dalla Regione.

Accoglie e collabora con i numerosi gruppi di studio succedutisi a Vivara: gli ornitologi, per lo studio dei flussi migratori; gli entomologi, gli archeologi, i malacologi.

Tutte attività, queste, di "corredo" a quella principale: l'educazione al culto della Natura. Già da quando apre a Procida  il " Centro Educativo Ippico-Ginnico-Musicale" si capiscono le intenzioni: dare a tutti, ma più di ogni altro ai ragazzi, la possibilità di amare la bellezza in tutte le sue forme, e portarli ad un contatto diretto con la Natura.

Gli stessi principi sono seguiti a Vivara, a cominciare dall’accoglienza dei gruppi  che arrivano sull'isola attratti dalla sua Natura "libera". Le visite guidate sono sempre state un  impegno apprezzato anche dalle scuole, invitate, con ottima risposta, a portare le proprie scolaresche in visita all' "isola disabitata". Migliaia sono stati i ragazzi che hanno potuto godere della bellezza di Vivara, "approfittando" di questa occasione

 

per avere quella libertà che spesso nelle nostre città ci è negata.

I cavalli, le gimkane, le cacce al tesoro, i percorsi hebertiani, e tante altre cose ancora permettevano ai ragazzi ospiti di Vivara di vivere in maniera completa la loro "condizione di ragazzi".

L'attività del Trifoglio, inoltre, era materializzata nella casa padronale, strutturata in varie sezioni. 

Inizialmente c'era la sala delle conchiglie, esposte in teche e classificate con l'aiuto del Centro Malacologico Campano, quindi la sala con farfalle ed insetti vari, ed in fondo alla 

casa la biblioteca (in continuo aggiornamento) ricca di volumi di ogni tipo, con sale-studio per chi volesse dedicarsi ad esso godendo della pace e della bellezza che Vivara offre.

Per non parlare, inoltre, del locale sottostante la casa, parzialmente scavato nella roccia, in cui si svolgeva, nel Solstizio d'Inverno, la cerimonia del "CIPRESSO SOLSTIZIALE".

Tutte queste attività facevano parte del progetto presentato per Vivara dall'Unione Trifoglio alla Regione Campania da ormai quindici anni circa. Tale progetto differiva da quelli delle altre associazioni o istituzioni che si interessavano all'isola, in quanto non prevedeva la chiusura al pubblico di tanto splendore per ridurlo soltanto a laboratorio scientifico-universitario come si sarebbe voluto  da più parti. Il Trifoglio ha sempre pensato, infatti, che la ricerca scientifica e l'apertura al pubblico potessero andare di pari passo con semplici accorgimenti, come quello di lasciare ai visitatori la passeggiata lungo il sentiero principale (cosa che già avveniva naturalmente), e vietare l'accesso ai luoghi ed ai locali interessati dai lavori degli studiosi.

Purtroppo le lungaggini burocratiche e gli sviluppi della situazione vivarese non hanno permesso di attuare a pieno questo progetto, ma è grande la soddisfazione per i risultati ottenuti con le proprie forze.

 

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