Pozzuoli 

 

 

Pozzuoli fu un importante scalo dei Cumani, divenne Dicearchia (città del buon governo) e poi, con i Romani, Puteoli, dalle esalazioni "puteolenti" del vicino vulcano della Solfatara.

I Romani edificarono una serie di strutture edilizie e soprattutto potenziarono il porto, facendone a lungo un degno concorrente a quello di Napoli.

Di epoca romana sono i suoi principali monumenti archeologici: l'Anfiteatro (chiamato "Flavio" per distinguerlo da quello più antico e più piccolo di età augustea), il Serapeo e la "funeraria" via Campana.

L'Anfiteatro Flavio, costruito all'epoca di Vespasiano, è il terzo, per grandezza, dopo il Colosseo e l'anfiteatro di Capua, ed è più perfezionato rispetto a quello che Pozzuoli aveva già, con tutte le strutture e le apparecchiature idonee per il tipo di spettacoli che vi si davano.

E' anche famoso per un'altro triste motivo. Nel 305 d.C. eravamo in pieno periodo di persecuzione dei cristiani. Pozzuoli non si sottrae all'atmosfera generale e fa carcerare, e quindi condannare a morte facendoli sbranare dalle fiere nell'anfiteatro, moltissime persone. Fra queste, i diaconi di Miseno (Sossio) e di Pozzuoli (Procolo). Successivamente il vescovo di Benevento, alcuni suoi collaboratori, e, quello che sarebbe diventato San Gennaro.

Arrivato il 19 settembre del 305, giorno dell'esecuzione per queste personalità, ecco il miracolo nell'anfiteatro: le belve si inginocchiano davanti alle vittime e risparmiano loro la vita.

Purtroppo, però, la sorte dei martiri di Pozzuoli è segnata; furono, infatti, decapitati subito dopo sulla collina della Solfatara, dove oggi sorge la chiesa di San Gennaro.

Il Serapeo è forse il monumento più noto di Pozzuoli, e forse non per le sue caratteristiche architettoniche, quanto per il fenomeno del bradisismo, cioè l'alternato innalzamento e l'abbassamento del suolo.

Altra zona interessante è quella funeraria di via Campana, appena fuori dalla città. Colombari, taverne, stalle e mausolei, sono allineati sul lato destro della strada.

Il cosiddetto "Tempio di Serapide" in realtà è un macellum, cioè un mercato pubblico, con tanto di piazzetta e botteghe intorno.

Le sue caratteristiche colonne fanno da misura al bradisismo cui è sottoposta l'intera zona e su di esse si notano i fori di molluschi che vivono a pelo d'acqua.

Un discorso a parte merita il Rione Terra, il centro storico di Pozzuoli, danneggiato dal bradisismo degli anni '80, ed in completamento di restauro, quindi solo parzialmente visitabile.

Altra zona interessante dopo aver visitato Pozzuoli, è la Solfatara.

Il Monte Solfatara, o Forum Vulcani come la chiamava Strabone, è parte dei colli denominati Leucogei dai Romani, per il loro colore biancastro.

Da sempre dalla solfatara sono state estratte varie sostanze: la polvere d'Ischia, il rosso di Pozzuoli, la terra gialla la piombina ed il bianchetto, che erano adoperate nell'edilizia.

Oggi il vulcano (non erutta più da circa 800 anni) emette gas contenenti vapore acqueo, zolfo e solfuri, controllati mediante sofisticate apparecchiature insieme all'attività sismica del luogo.

 

La Solfatara è visitabile dalle ore 8.30 fino ad un'ora prima del tramonto.

Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero 081 5262341.

 

L'Anfiteatro Flavio è visitabile tutti i giorni dalle ore 9.00 fino ad un'ora prima del tramonto.

 

 

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