L'ISOSCOOTER RINGIOVANISCE

 

Ho sempre avuto, fin da bambino, una spiccata attrazione per la meccanica e i motori, soprattutto nelle sue applicazioni su auto, moto e camion: divertivo gli adulti quando,  da un piccolo  particolare, identificavo il tipo e la marca di un auto. Crescendo, tale passione mi  ha accompagnato evolvendosi anch’essa e spingendomi a quattordici anni a scegliere il “LUI” INNOCENTI, il mio primo scooter e successivamente, a diciotto anni,  ( con la patente )  a guidare e possedere una MINI.

L’ISO, quello blu col bauletto, lo incontravo spesso ad Alessandria dove abitavo, all’uscita per la spesa con la mamma e l’occasione di averne uno mio mi capitò nel ’73 quando un collega di mio padre (che lo teneva nel sottoscala ) decise di venderlo per motivi “condominiali”: io, che a quel tempo frequentavo ingegneria, lo volli con entusiasmo poiché era una vecchia conoscenza e mi permetteva  di far “pratica” sulla meccanica da smontare e rivedere.

La mia ISO e’ una prima serie, dello stesso colore del FURETTO, anno di immatricolazione 1951: gia’ nel ’73 le sue condizioni non erano poi disastrose. Infatti la vernice era opaca, ma senza ruggine, le cromature un ricordo, ma i particolari c’erano tutti.  Il precedente proprietario poi, si  era permesso qualche licenza: il tachimetro era del “Galletto” e  il fanalino posteriore era stato cannibalizzato da qualche condomino che evidentemente lo preferiva sulla sua moto. Il devioluci  era quello rettangolare, di epoca successiva, che ho visto montato sull’esemplare (II serie)  fotografato su Legend Bike .

La meccanica,  dopo un’attenta  revisione,  mi permise di girare sulle strade delle colline intorno ad Alessandria che si prestavano magnificamente a far da cornice allo scooter.

Lo scorso anno, contagiato dalla febbre di restauro del mio collega Massimo R. ( possessore di Isomoto GTD  e narratore della sua esperienza  in questa sezione del sito ) , mi sono dedicato ad una cosmesi della carrozzeria e ad una puntuale ricerca dei particolari originali mancanti al mio scooter: grazie all’Isoclub  ho potuto sostituire pneumatici e camere d’aria  come erano in origine, ottenere il gancio in alluminio per le borse ,disporre delle  viti di carrozzeria ricostruite e ottenere anche le guarnizioni in gomma dei montanti del portapacchi: rastrellando i ricambisti di pezzi d’epoca a Torino ho recuperato un fanalino CEV dell’epoca e il devioluci, sempre CEV. Uno specialista di contachilometri di Torino  mi ha fornito il VDO marchiato ISO e ho recuperato un clacson del ’51 non originale,seppure con attacco identico all’ARCORADIO montato dalla Casa , che rappresenta il mio solo cruccio in attesa di trovare l’originale.

Il collega Massimo mi ha poi fatto conoscere il Sig. DIMER che all’epoca era concessionario ISO : grazie a loro ho potuto mettere “a punto “ il carburatore ( smontato e pulito) , il  serbatoio ( che  racchiudeva al suo interno scorie e ruggine) i mozzi anteriore e posteriore ( cui ho fatto rifare i  freni e ai quali sono stati sostituiti i cuscinetti)  rimessi a nuovo  e gli steli dei montanti forcella anteriore anch’essi smontati cromati e ingrassati.

In Torino ho fatto ricromare da un esperto cerchi ruota , leve cambio a bilanciere, freno posteriore e avviamento , mentre io stesso ho lucidato i   particolari originali che sono riuscito a “riprendere”.

Un esperto artigiano "raggiatore" mi ha sostituito i raggi neri dei cerchi e un’officina ha brunito le marmitte, i collettori di scarico e le levette di rinvio freni sui mozzi.

La carrozzeria all’interno presenta ancora il color rosso dell’antiruggine dato in origine dalla Casa che ho solo fatto rinvenire, mentre per serbatoio e parafanghino posteriore mi sono limitato a coprire le aree scrostate o arrugginite.

La sella e il sellino posteriore rettangolare ribaltabile sono i Radaelli originali cui ho ridonato un aspetto estetico accettabile “fermando” le piccole sgualciture e strappi. 

Ora Lei ,la mia ISO, assicurata / collaudata e con l’abito nuovo attende impaziente di presenziare ai raduni di Marca per mostrarsi  vezzosa  alle carezze degli sguardi nostalgici di chi a Lei associa piacevoli ricordi della sua giovinezza o semplicemente di chi, curioso, La guarda vedendo per la prima volta uno scooter che cinquantun anni fa era desiderato come un sogno per molti ancora inavvicinabile.

 Grazie e saluti

G.  CAROSIO                   

 

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