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Zhang Yimou e il Cinema Cinese



Un interessante sezione del sito www.primissima.it costruisce un quadro della produzione del più famoso regista cinese di oggi.

"DICIASSETTE ANNI
Regia: Zhang Yimou
Soggetto: dal romanzo di Lui Heng
Sceneggiatura: Yu Hua, Ning Dai. Zhu Wen
Personaggi e interpreti: Liu Lin (Tao Lan), Li Bingbing (Chen Jie), Li Yeping (la madre), Liang Song (il padre), Li Yuan (Yu Xiaoqin).
Prodotto da Zhang Yuan
Durata: 83'
Cina, 1999
Una co-produzione Keetman Limited-Fabrica In cooperazione con gli Studi Cinematografici di Xiían Con la partecipazione di RAI Radiotelevisione Itali/ Rai Cinema Istituto Luce- Fondazione Montecinemaverità Locarno (Svizzera) - DD.S.C. del Dipartimento Federale degli Affari Esteri, United Colors of Benetton

Diciassette anni di Zhang YimouSINOPSI
Il film, come quasi sempre accade nei film ambientati nella Repubblica Popolare Cinese, si svolge in una città non identificabile presumibilmente a Nord del Paese. Tao Lan e Yu Xiaoqin sono sorellastre diverse per aspetto e comportamento. Tao Lan sembra essere poco interessata al lavoro scolastico mentre Yu Xiaoqin si atteggia con una certa aria di superiorità e sembra fortemente animata dall'ambizione di ben figurare. I rapporti tra i genitori sono piuttosto burrascosi, determinati probabilmente da un atteggiamento preferenziale che ognuno riserva alla propria vera figlia. La stessa tensione esiste anche tra le due sorellastre che condividono la stessa stanza. Le accomuna un unico desiderio: quello di lasciare al più presto la propria famiglia. Durante un litigio Tao Lian colpisce, in modo del tutto involontario, Yu Xiaoqin con un bastone in un vicolo della città e questa cade a terra ferita a morte. Tao Lian, disperata, deve affrontare l'inevitabile processo che la condanna a una reclusione di 17 anni. E', appunto, dopo il periodo che dà il titolo al film che a Tao Lan viene dato il permesso di ritornare a casa, grazie alla buona condotta, solo per trascorrervi le festività del Capodanno Cinese. Il sollecito aiuto di una guardia carceraria l'aiuta a ritrovare la propria famiglia e a tentare un difficile reinserimento nella quotidianità per quando sarà definitivamente libera.

ANALISI DEL FILM
Il film, girato con stile asciutto ed essenziale, può apparire al pubblico Occidentale di scarso interesse per una storia molto semplice nella quale non accade nulla di più di quanto già raccontato. In realtà, piccoli episodi, all'apparenza privi di significato, nascondono le vere intenzioni del regista e degli sceneggiatori che vogliono sottolineare aspetti deplorevoli e criticabili presenti nei comportamenti quotidiani del popolo Cinese. Le due donne, nel loro peregrinare in cerca della casa dove abitano i genitori, sembrano muoversi tra cittadini gentili tutti pronti e disponibili ad aiutarle. In realtà tale atteggiamento nasconde l'assoluta impossibilità di avere una vita privata in Cina e la denuncia consiste nell'evidenziare un controllo sociale asfissiante. Non ci si spiega altrimenti il provvidenziale arrivo di un tassista che si offre di accompagnare le due donne a destinazione. E' stato in realtà il venditore di ravioli a sollecitarne l'intervento, peraltro provvidenziale, probabilmente animato più da intrigante curiosità che da un disinteressato desiderio di aiuto. E' ipotizzabile che per non incorrere nelle maglie della censura, sempre attenta, si sia voluto ricorrere a questa strategia narrativa minimale per far passare un messaggio di denuncia e avvertimento per i suoi connazionali. Nell'ottica di questa interpretazione il film assume un significato ben più denso e significativo e si inserisce nel filone dei film di riflessione dentro la società Cinese che caratterizza non solo i film di Zhang Yuan ma anche quello dei suoi colleghi registi. Il film ha ottenuto il premio speciale per la regia alla 56° Mostra del Cinema di Venezia nel 1999 oltre a parecchie menzioni speciali. Zhang Yuan, nato nel 1963 non è passato attraverso i travagli della Rivoluzione Culturale e appartiene già ai registi della Sesta Generazione che si differenziano da quelli della Quinta Generazione, oltre che per la più giovane età per un atteggiamento di critica più radicale al periodo della Rivoluzione Culturale. "
[Silvana Goldoni, Percorso Cina in Primissima, Scuola, Cina]

© del testo e delle immagini: www.primissima.it, email primissima

Per le sinossi e le analisi dei film vedi www.primissima.it, dove sarà possibile confrontare anche altri interessanti percorsi.