recensioni
DUET |
Paola Cinque - Hystrio
Bruno
Leone, burattinaio napoletano, ha presentato Duet,
in cui ha offerto per la prima volta anche un’ottima prova d’attore accanto
a Tonino Taiuti, co-autore e regista di uno spettacolo fatto di citazioni colte
e riscritture comiche, costruito su improvvisazioni jazz e sonorità blues, con
due Pulcinella in carne ed ossa e burattini dai tratti infernali, che raggiunge
la poesia nella rilettura commossa e gridata de L’urlo
di Allen Ginsberg, trasportato nelle squallide periferie del nostro Sud.
Gianfranco Capitta - Il Manifesto
Duet
è l’incontro tra due artisti assai diversi che hanno messo insieme quasi
autobiograficamente le proprie storie, Tonino Taiuti e Bruno Leone, l’uno
attore e l’altro burattinaio. Lo spettacolo segna l’incontro tra l’ultimo
Pulcinella e l’ultimo Marziano, uno spaccato struggente, una session che
mescola e pencola tra la litania divertente ai santi della comicità napoletana
e il rap di tutti gli emarginati, della lingua e della società, che non si
arrendono anche perchè la loro emarginazione li rende protagonisti sia della
tradizione che della proiezione del futuro. Tra i desideri repressi e un palato
che sognano di appagare, entra il Rex illuminato delle isole del golfo, arrivano
ordini di killeraggio che sanno di Pinter, e per un miracolo di abilità
Pulcinella burattino si moltiplica in tanti Pulcinellini. Fino al funerale,
sempre in scala, della maschera bianca su un catafalco di velluto rosso. Con un
requiem conclusivo che rinvia nell’aldilà l’appagamento di una fame atavica
che neppure il “miracolo” napoletano sembra sia riuscito a soddisfare.