le produzioni delle stagioni precedenti
PULCINELLA 99: voglia di utopia scritto
e diretto da Bruno
Leone canzoni
di Salvatore
Gatto - movimenti di scena di Paola
Carbone con
Bruno Leone, Salvatore Gatto e
Paola Carbone |
Ho studiato gli argomenti fino a familiarizzare con i protagonisti, e
proprio questa familiarità mi aveva indotto a rinunziare. Sentivo la Storia
come una triste storia su cui non era il caso fare spettacolo: il fallimento
misero della voglia di realizzare grandi ideali, l’incomprensione del popolo,
lo squallore dell’oppressore, il tradimento dell’alleato. Quel gruppo di
rivoluzionari ingenui, aristocratici, votati al capestro, mi faceva una grande
pena, e quel popolo lazzarone votato agli eccessi mi faceva orrore, per non
parlare del re, di Nelson e dei francesi...
Con chi poteva identificarsi il mio Pulcinella? Poi è venuta la
risposta, enigmatica, misteriosa, sorprendente: l’uomo del nostro tempo,
figlio di tante rivoluzioni fallite, che ha tanta voglia di vivere e non ha più
le idee chiare su come sarà il futuro, su come realizzare finalmente un mondo
nuovo in cui l’uomo possa essere felice, quell’idea di utopia che si
nasconde dietro la storia di tutti i tempi e la sostiene nel bene e nel male. E
così è nato Pulcinella
‘99: voglia di utopia.
Appare
in scena l’autore, mezzo Pulcinella indeciso, desideroso di fare la
rivoluzione e creare un mondo nuovo, ma senza sapere come e cosa, e poi c’è
la storia del 1799 raccontata dai burattini. Il Re Pulcinella ha paura della ghigliottina e pensa solo a
scappare e a divertirsi, il Rivoluzionario
Pulcinella esterna le sue idee con ingenuo entusiasmo, il Popolo
Pulcinella vuole difendere il re, ma poi convinto dal miracolo del Pulcinella
San Gennaro abbraccia l’idea rivoluzionaria. Intanto arriva il Pulcinella
Sanfedista che con decisione controrivoluzionaria taglia teste con
estrema facilità. Pulcinella
per sopravvivere tradisce e giunge così ai nostri giorni, finalmente in una
Repubblica, realizzazione concreta dei sogni del passato, ma non è contento e
vuole ancora fare una rivoluzione, ma non sa come e cosa volere e chiede di
nuovo aiuto a San Gennaro, ma poi deluso si rivolge a Virgilio, antico mago
protettore dei napoletani, e Virgilio gli racconta la storia fantastica di Colapesce
come metafora della ricerca di un mondo utopico.
Pulcinella
cerca e trova Colapesce, e con lui visita il mondo dell’utopia come in un
sogno meraviglioso che t’illumina le domande e ti dà le risposte che perderai
al risveglio, lasciandoti però la certezza che esse esistono. E così termina
lo spettacolo con i grandi quesiti dell’utopia e dei modi che l’uomo dovrà
affrontare per la sua realizzazione.
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