LO
SPETTACOLO
- L’ambiente
in cui raccontiamo la storia è simbolico e ricorda, senza volerlo
riprodurre fedelmente, una fabbrica di tappeti: al suo interno due
attrici racconteranno la storia
di Iqbal.
- Ad una di
esse viene dato il compito di “guidare” i giovani spettatori tra i
fili che tessono la drammatica trama
della storia.
- I due
personaggi negativi, il Padrone e la Padrona, sono interpretati dalle
attrici che indossano due maschere orientali, una maschile e l’altra
femminile.
- Rivolgiamo lo
spettacolo ad un pubblico di ragazzi che copre una fascia di età 8
-14 anni, corrispondente più o meno all’età che hanno i bambini di
cui raccontiamo.
- Non è questa
una storia facile da raccontare: è una storia cruda che denuncia un
dramma come quello dello sfruttamento del lavoro minorile che
coinvolge milioni di bambini.
- Lo spettacolo
non si sottrae alla denuncia. Il tono è forte.
- Perché
quindi raccontare una storia come questa ai nostri ragazzi? Si
potrebbe decidere di non raccontarla. Ma noi pensiamo, invece, che
anche loro abbiano il diritto - dovere di sapere.
|
|