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LÁNELL'AIA
uno spettacolo di Giovanna Facciolo
età consigliata:
5 - 10 anni
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- Ho bisogno
di un’aia.
- Un luogo
rassicurante dove la vita scorre in maniera semplice, quasi banale;
- un luogo di
placida attesa di niente, dove la contadina quasi cammina come la sua
gallina.
- Un luogo un
po’ alla deriva, al limite tra la favola e la vita,
- un luogo
dove trovare un animale con cui scambiare due impressioni, conversare,
- e dove le
avventure di papere e galline fanno chiacchierare le vicine.
- Un luogo che
se non c’è si può rifare: se un gallo canta, comincia un
gran“daffare”
- e dove la
mattina, appena svegli, invece di parlare puoi abbaiare.
- Un luogo
dove poter vivere ed oziare
- coi piedi a
mollo o i piselli da sbucciare
- tra storie
di animali innamorati, furbi, ingenui e spesso ingannati.
- Un luogo
dove da grande puoi scappare per riprenderti il diritto di giocare
- e
non sentirti poi così lontano da quel tuo vecchio libro illustrato
- che tanto,
troppo tempo fa, ti han regalato.
- In un luogo
così io ci vivrei.
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Tre personaggi stralunati vivono in
un’aia che animano di storie di animali, vicende ed avventure campestri
che tante favole, fumetti e illustrazioni ci hanno raccontato. Il senso
del gioco si fonde con la loro realtà quotidiana, attraverso un linguaggio
ironico e visionario, una realtà dove il confine tra uomini e animali non è
definito e dove, mentre si ozia o si spannocchia, un lupo si innamora di una
gallina, un anatroccolo confuso viene escluso e si spettegola su volpi, papere e
capre.
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La’, nell’aia,
si recupera il rapporto che l’infanzia ha con la campagna, un rapporto buffo e
curioso, fatto di suoni, mimiche, piccole intese e grandi intenzioni;
Là,nell’aia,
ci si arriva, incontrando Il brutto anatroccolo, attraversando le favole
di Esopo, passando per la fattoria di Lupo Alberto e seguendo le
più note favole “agresti”.
Lànell’aia
è anche un omaggio al famoso etologo Konrad Lorenz e allo sguardo
divertito con cui descrive il mondo degli animali nel suo bellissimo libro L’anello
di Re Salomone.
Così si può recuperare un tenero
immaginario infantile che rimane anche negli adulti, come nei nostri tre
protagonisti.