GRANILE
DELLE ARTI
(già
SUPERCINEMA di San Giovanni)
6000 mq con due sale di 500 e 150 posti, un’arena
all’aperto. Apertura prevista: estate/autunno 2003.
La sala, originaria del dopoguerra, nasce come Cinema
- Teatro e rimane in attività fino al 1978. I pochi eventi teatrali che vi si
svolgono risalgono agli anni ’50 e
’60. Da allora, e fino al 1978, funziona esclusivamente come sala
cinematografica.
Successivamente, alcuni gruppi politici di allora (FGCI), danno vita ad una significativa azione di sensibilizzazione presso le autorità centrali, finalizzata all’acquisto e alla trasformazione della struttura per scopi culturali e sociali. Nel 1983 la struttura viene occupata dalle stesse forze sociali che ne rivendicavano la restituzione al quartiere. Finalmente nell’arco del 1983, con la Giunta Valenzi, la sala viene acquistata dal Comune di Napoli e, successivamente, utilizzata per diversi scopi tra cui anche l’allora Ufficio per la Casa.
Nel 1986 parte il progetto di
recupero che si articolerà in due fasi: la prima relativa agli interventi
strutturali e la seconda relativa agli interventi di completamento ad oggi in
corso.
un teatro laboratorio a S. Giovanni a Teduccio
a
cura di libera
mente e i teatrini
MANIFESTO
Quello che ancora ci muove è la ricerca di un teatro che faccia largo alla vita squarciando il senso certo della Storia; di una terra di passaggio e di incontro tra popoli diversi, per i quali valga la sublime miseria dell’arte come senso della Giornata; di un LUOGO dove mettersi in salvo dalla violenza di questo tempo matto e veloce, dall’asfissia del consenso, dalla celebrazione di un mondo che rende “carina” la bellezza, che ha pietà per la disperazione, che si lusinga col mostruoso, che contrabbanda per significato la sua malattia, che fa dell’arte la sua scimmia.
L’attraversamento dei linguaggi e la pluralità delle grammatiche rimangono orientamenti fondanti del nostro lavoro, che muove tra riscrittura e creazione originaria, tra visionarietà e testimonianza, tra narrazione e biografia, tra costruzione poetica e teatralità immediata, tra drammaturgia dei luoghi e drammaturgia delle esistenze. Un teatro “popolare”, un fare non separato dal mondo che lo accoglie, pratica aperta e mutevole che non ha vergogna della vita e non storce il naso alla sua chimica, lingua della festa, intreccio di sguardi in un unico cerchio la cui cavità non è distanza ma spazio di cove per desideri, luogo d’attesa per gli incanti, abbraccio nella disillusione.
La creazione di un luogo per il TEATRO D’ARTE CONTEMPORANEO che sia dimora di transito e di permanenza per artisti, spazio di reale scambio formativo, di elaborazione di linguaggi e pedagogie, strumento di radicamento nel territorio, luogo di cooperazione con gli enti e le realtà che in esso operano nel tentativo di definire progettualità comuni e di preciso senso, ponte verso altre strutture nazionali ed internazionali, è un obiettivo da sempre centrale nella nostra progettualità, fondamento della azione culturale dentro la quale il nostro processo espressivo si definisce.
Fondare un LUOGO allora.
Pensiamo ad un teatro come spazio “aperto-appartato”, spazio duttile e multiforme, luogo di elaborazione e di radicamento forte di una storia e di una pratica espressiva precise ma attento a creare confluenze, sensibile alla cura delle realtà più segrete e fragili del territorio. Uno spazio di produzione “mobile” rispetto alle evoluzioni dei linguaggi, un TEATRO LABORATORIO che articoli creazione di eventi e permanenza della ricerca espressiva in rapporto armonico con le individualità artistiche, i gruppi, gli enti variamente presenti ed operanti sul territorio.
Pensiamo a un luogo dove non esista differenza tra adulto e bambino, a un punto di riferimento stabile e riconoscibile per il teatro e l’arte rivolta all’infanzia ed ai giovani, in stretto rapporto con altre realtà professioniste che operano sul territorio metropolitano, in costante rapporto con le esperienze nazionali e internazionali.
Teatro con molte porte, molte finestre, luogo contaminato, luogo/principio di contaminazioni e interferenze, luogo di incrocio di esperienze, luogo/centro di censimento e supporto delle realtà artistiche più esili.
Teatro casa, teatro manifestazione delle realtà inespresse, incrocio di altre culture.
Luogo di sperimentazione per cooperazioni fattive e armoniche con realtà orientate verso altri linguaggi: il cinema, il video, la musica, la danza, la scrittura…