Alcune etnie come i Kanouri e i Tebu sopravvivono in questo universo di sabbia e roccia, popolando le oasi di Fachi, Bilma e la lontana Chirfa. Sono luoghi difficili dove perfino i Tuaregh hanno rinunciato a vivere, loro qui sono solo di passaggio con le grandi carovane per scambiare le loro mercanzie, con il sale e i datteri.
Diversi sono gli itinerari che permettono di vedere la bellezza e i luoghi di questo deserto, grazie soprattutto all'abilità di esperte guide Tuaregh ( fondamentali nella traversata del Ténéré, e utili nei posti di polizia per evitare lunghe attese ) come Moussa  Awerakom amico di T. Sabine, che conosce tutte le piste..., per lui non esiste nulla di più commovente ed esaltante del Ténéré; Djillou Aglou detto scherzosamente Krip, è un esperto di meharée, e un buon cuoco. Grazie a loro siamo rimasti affascinati dal mondo Tuaregh e innamorati del deserto con i suoi grandi spazi e l'incombente silenzio. Assolutamente da non trascurare la sicurezza, che vuol dire fuoristrada meccanicamente autosufficienti, essere almeno in due veicoli e guide esperte, loro non hanno bisogno del satellitare, lo hanno incorporato nel cervello. Bisogna avere un minimo di sette giorni, per poter compiere degli itinerari interessanti che vi proponiamo:

* Quasi tutti i percorsi per il Ténéré partono da Agadez, la città dei nobili Tuaregh, ultimo posto per effettuare i rifornimenti. Si costeggia la falesia di Tiguiddit ( tronchi fossili e graffiti ), in direzione del pozzo di Oufagadout dove in prarica inizia il deserto, si raggiunge l'albero del Ténéré dove si prende in direzione nord - ovest per Areshima ( un monolito roccioso che appare come una montagna ). Da qui si superano una serie di cordoni di dune per arrivare ad Agamgam ( graffiti ), poi Arakao che con la valle di Zagado ci conduce nell'Air con la splendida oasi di Timia, abitata dai Kel-Oui; infine ritorno ad Agadez. Per questo itinerario sono sufficienti dieci giorni, se si effettua in inverno c'è il volo diretto Parigi - Agadez.
* La traversata permette di godere appieno delle bellezze di questo luogo; una scorpacciata di sabbia e oasi con scenari incantevoli che resteranno sicuramente nella mente di ogni viaggiatore. Se intrapreso tra novembre e febbraio ci si può imbattere nelle carovane del sale, la mitica " Tarlamt ", che da millenni percorre senza soste più di 600 km per raggiungere le saline di Bilma. Noi l'abbiamo incontrata e da questo è nato l'articolo " L'ultima carovana di sale ", pubblicato sulla rivista Africa n.15 - 1999. I punti salienti sono: l'albero del Ténéré, le oasi di Fachi e Bilma, Seguedine e Chirfa, Djado e Djaba i villaggi fortificati con dei siti rupestri, la traversata del Tafassasset ( milioni di anni fa era un fiume ), l'Adrar Bous ( sito neolitico ), le dune di Temet e dell'Adrar Chiriet, Arakao, Agadez. Per questo viaggio occorrono almeno dai sedici ai diciotto giorni in completa autosufficienza
calcolando bene le scorte sia alimentari che di carburante ( l'oasi di Dirkou è l'unico posto per fare il pieno ).

 

Agamgam: giraffe sulla roccia

     Graffito di giraffe ad Agamgam

                Tarlamt: il carico al mattino               

    La carovana di sale "Tarlamt"

              

* Il grande erg di Bilma richiede una certa esperienza ( per chi guida ), nel superare trasversalmente una serie di cordoni di dune, che sono la caratteristica di questo lembo di deserto. Anche qui lo stesso numero di giorni dell'itinerario precedente in autonomia assoluta. Le tappe salienti sono: Zinder, l'antica capitale nigerina abitata da Haussa e Kanouri, il massiccio del Termit e Gosso-Lolom-bo in queste zone sono numerose le testimonianze del neolitico, due piccole oasi Zoobaba e Dibella abitate da una piccola comunità di Tebu seminomadi, offrono un riparo dai forti raggi solari e acqua fresca. La traversata del grande erg termina all'oasi di Bilma, ai piedi della falesia del Kaouar, poi si ritorna attraverso l'oasi di Fachi e l'albero del Ténéré ad Agadez.