In vaste zone dell'Africa occidentale attorno all'anno mille sono nati diversi imperi che si sono alternati nel corso degli anni, grazie agli intensi traffici commerciali che avevano punti di riferimento in città poste lungo quell'arteria fluviale importantissima del bacino del fiume Niger. Timbuctù, Gao, Djenné erano degli autentici porti in cui transitavano oltre alle merci di vario tipo, anche genti di diverse etnie. Questa mescolanza di razze portò un arricchimento culturale, sociale ed economico che si estese anche all'architettura locale già di per sè singolare conosciuta con il termine di " sudanese ", con nuovi stili come ad esempio quello marocchino ed arabo. Case, palazzi pubblici, ma soprattutto le moschee rappresentano la sintesi dello sviluppo architettonico, armonico, e della grandezza che edifici dedicati al culto possono dare. Chiunque sia stato in Mali ha il ricordo della celebre moschea di Djenné, l'imponenza di questa costruzione balza subito alla vista.... Le alte mura e le torri svettano nel cielo tutte apparentemente uguali racchiudono all'interno un ambiente sacro, il pavimento di sabbia fine è diviso da un numero imprecisato di colonne che al venerdì si anima per la grande preghiera. Questo luogo è stato profanato in modo volgare ed infantile, ( si voleva fare un servizio fotografico con modelle poco vestite!! ), e questo ha fatto infuriare la gente del posto che ha proibito il suo ingresso agli stranieri.

minareto moschea di Agadez

A Timbuctù ve ne sono tre che nel passato hanno avuto un'importanza non solo religiosa, ma anche culturale, come quella di Sankoré (costruita pare nel xv secolo), che divenne sede di una famosa università come quelle del Cairo e di Fez. 
La più antica e la più grande è quella di Djinguereber, voluta dall'imperatore del Mali Kankan Moussa al suo ritorno dalla Mecca nel 1.300 circa. La struttura originale pare fatta da un architetto andaluso, fu in seguito modificata e ingrandita, ma ha mantenuto inalterato lo stile caratteristico sudanese che necessita di tre elementi naturali e  basilari: l'argilla, la sabbia e la paglia che impastati assieme formano un elemento compatto chiamato "banco" ideale per innalzare e formare solide pareti.   
    

Moschea di Djenné

Degli enormi pali conficcati in senso orizzontale ai muri (la parte terminale fuoriesce dalle pareti), rendono ancora più interessante l'insieme. Può sembrare curioso, ma queste travi di legno consentono di salire sull'edificio per ripararlo dopo le piogge. Infatti l'acqua è l'unico elemento capace di distruggere questi capolavori, sgretolando il duro impasto di argilla, che alla fine della stagione delle piogge necessitano di grandi riparazioni.

Ad Agadez antica città nel sahara nigerino, tra i monumenti che testimoniano i fasti del passato, la moschea è l'unico edificio rimasto intatto. E' un classico esempio di questa architettura, la struttura originaria risale al 1500 circa e fu ricostruita dopo il 1800; il suo minareto a piramide è alto 27 m con l'armatura in legno, circondato da mura basse e spesse...  il tutto rigorosamente in banco. All'interno una stretta scala conduce in cima, da dove si ha una vista a 360° sul deserto e i monti dell'Air. Analogo tipo di costruzione è il palazzo del sultano, vicino alla moschea, con le mura alte e spesse per evitare al massimo l'esposizione solare.

 

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