osservare la terra dallo spazio è importante
per interpretare il tempo al suolo.
I sensori ospitati a bordo
dei primi satelliti meteorologici
lavoravano come
telecamere a circuito chiuso.
Da allora è stata fatta molta strada
ed è nata la meteorologia da satellite, che
assieme alla radarmeteorologia,
ha permesso di acquisire notevoli conoscenze sull'atmosfera.
I satelliti e i radar meteorologici consentono
la misurazione di vari parametri necessari
a comprendere vari meccanismi (dinamici, termodinamici
ed elettromagnetici).
I satelliti meteorologici
contribuiscono notevolmente per la realizzazione delle previsioni
meteo e per lo studio climatologico.
La NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha lanciato
satelliti
per lo studio della microfisica delle nubi.
Nei prossimi anni verrà spedito in orbita un satellite di nuova generazione
che ospiterà a bordo un sensore particolare
provvisto di 12 canali, contro i 3 dell’attuale,
che gli consentiranno di scandagliare lo spettro della radiazione
elettromagnetica in modo più approfondito.
Sarà più facile monitorare l’ozono e
studiare la fisica delle nubi.
Con SEVIRI, questo il nome del futuro satellite,
una zona della Terra verrà scrutata ogni 15 minuti
anzichè ogni mezz'ora come avviene con il meteosat attuale.
Un altro radiometro avrà il compito di fare un bilancio
dell’energia in entrata e di quella in uscita nel sistema atmosfera-superficie
facilitando la comprensione di quei fenomeni, ad oggi sfuggenti che
condizionano il clima di una regione.
I satelliti meteorologici permettono anche lo studio dei fenomeni
temporaleschi ed in modo particolare dei fulmini.
Un altro campo di studio che si avvale del servizio satellitare
è quello relativo all'interazione tra oceano ed atmosfera.
A tal proposito è fondamentale il loro aiuto per stabilire la
quantità di aerosol iniettata nell'atmosfera da parte di
vulcani e deserti.
I satelliti sono indispensabili al
meteorologo tanto che
per facilitare il loro lavoro I ricercatori progettano
sistemi di sensori sempre più sofisticati.
I satelliti geostazionari, che orbitano intorno ai
36000 chilometri sopra l’equatore, fanno il giro della Terra con la
stessa velocità con cui il pianeta ruota intorno al suo asse,
e forniscono immagini ogni mezz’ora.
I satelliti in orbita polare seguono orbite inclinate
rispetto all’Equatore
ad una quota di 850 chilometri, facendo due sole scansioni
giornaliere molto dettagliate della stessa zona della Terra.
I satelliti risultano essere indispensabili per
le previsioni meteo ma anche per altre
e non meno importanti questioni quali le variazioni climatiche,
lo stato di salute degli oceani, la situazione dei "polmoni" verdi
del pianeta, la composizione dei gas atmosferici, per seguire le migrazioni degli uccelli ecc.
I satelliti meteorologici sono provvisti di alcuni sensori.
L’"occhio" è il radiometro, misura la radiazione
emessa dalla superficie terrestre nelle lunghezze d’onda della luce
visibile e dell’infrarosso. Il sensore della luce visibile rivela
la luce del sole riflessa dalle nubi e dalla superficie della Terra.
I sensori per l’infrarosso rilevano la radiazione verso lo spazio
irradiata della terra e dall’atmosfera .
Un altro canale determina la quantità di vapore acqueo presente
nell’atmosfera. Attualmente i satelliti meteorologici non sono
in grado di chiarire la
struttura delle nubi, sia esse
temporalesche sia di quelle associate ai sistemi frontali.
Altre lacune gravi i satelliti le presentano in fase di determinazione
della quantità di
vapore acqueo in gioco, nella troposfera e nella stratosfera.
® 2001 F. Magno
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