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Menu interno   ,          Menu interno Le nostre previsioni meteorologiche Osservazioni meteo
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Il nostro laboratorio
Il reparto meteorologico è stato ammodernato con l'acquisto di una stazione meteorologica i cui sensori, sfruttando le proprietà dei raggi infrarossi, trasmettono i parametri fondamentali dell'atmosfera ( pressione, temperatura, umidità ecc.) ad un computer che li elabora permettendone un'analisi approfondita, oltre naturalmente alla semplice archiviazione.
La ricezione satellitare e quella radio-fax permette di possedere una moltitudine di informazioni necessarie ed indispensabili per agevolare lo studio degli allievi i quali poi si possono cimentare nella previsione meteorologica, nella compilazione di messaggi Navtex, meteomar, ecc.
Il reparto di meteorologia è provvisto, inoltre, di una bibblioteca, una videoteca e di una serie di cd rom dedicati.
Dal gabinetto scientifico di navigazione è possibile l'accesso ad internet per la navigazione sui siti di primaria importanza per la meteorologia, tra i quali vi consigliamo quello del cnmca.
La rete interna intranet dell'istituto ospita, inoltre, una serie di pagine redatte dagli stessi alunnni e da alcuni docenti, pagine che possono essere consultate ed elaborate da ogni singolo allievo.
Che tempo farà?
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I SATELLITI METEOROLOGICI
osservare la terra dallo spazio è importante per interpretare il tempo al suolo.
I sensori ospitati a bordo dei primi satelliti meteorologici lavoravano come telecamere a circuito chiuso.
Da allora è stata fatta molta strada ed è nata la meteorologia da satellite, che assieme alla radarmeteorologia, ha permesso di acquisire notevoli conoscenze sull'atmosfera.
I satelliti e i radar meteorologici consentono la misurazione di vari parametri necessari a comprendere vari meccanismi (dinamici, termodinamici ed elettromagnetici).
I satelliti meteorologici contribuiscono notevolmente per la realizzazione delle previsioni meteo e per lo studio climatologico.
La NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha lanciato satelliti per lo studio della microfisica delle nubi. Nei prossimi anni verrà spedito in orbita un satellite di nuova generazione che ospiterà a bordo un sensore particolare provvisto di 12 canali, contro i 3 dell’attuale, che gli consentiranno di scandagliare lo spettro della radiazione elettromagnetica in modo più approfondito.
Sarà più facile monitorare l’ozono e studiare la fisica delle nubi.
Con SEVIRI, questo il nome del futuro satellite, una zona della Terra verrà scrutata ogni 15 minuti anzichè ogni mezz'ora come avviene con il meteosat attuale. Un altro radiometro avrà il compito di fare un bilancio dell’energia in entrata e di quella in uscita nel sistema atmosfera-superficie facilitando la comprensione di quei fenomeni, ad oggi sfuggenti che condizionano il clima di una regione.
I satelliti meteorologici permettono anche lo studio dei fenomeni temporaleschi ed in modo particolare dei fulmini.
Un altro campo di studio che si avvale del servizio satellitare è quello relativo all'interazione tra oceano ed atmosfera. A tal proposito è fondamentale il loro aiuto per stabilire la quantità di aerosol iniettata nell'atmosfera da parte di vulcani e deserti.
I satelliti sono indispensabili al meteorologo tanto che per facilitare il loro lavoro I ricercatori progettano sistemi di sensori sempre più sofisticati.
I satelliti geostazionari, che orbitano intorno ai 36000 chilometri sopra l’equatore, fanno il giro della Terra con la stessa velocità con cui il pianeta ruota intorno al suo asse, e forniscono immagini ogni mezz’ora.
I satelliti in orbita polare seguono orbite inclinate rispetto all’Equatore ad una quota di 850 chilometri, facendo due sole scansioni giornaliere molto dettagliate della stessa zona della Terra.
I satelliti risultano essere indispensabili per le previsioni meteo ma anche per altre e non meno importanti questioni quali le variazioni climatiche, lo stato di salute degli oceani, la situazione dei "polmoni" verdi del pianeta, la composizione dei gas atmosferici, per seguire le migrazioni degli uccelli ecc.
I satelliti meteorologici sono provvisti di alcuni sensori. L’"occhio" è il radiometro, misura la radiazione emessa dalla superficie terrestre nelle lunghezze d’onda della luce visibile e dell’infrarosso. Il sensore della luce visibile rivela la luce del sole riflessa dalle nubi e dalla superficie della Terra.
I sensori per l’infrarosso rilevano la radiazione verso lo spazio irradiata della terra e dall’atmosfera . Un altro canale determina la quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera. Attualmente i satelliti meteorologici non sono in grado di chiarire la struttura delle nubi, sia esse temporalesche sia di quelle associate ai sistemi frontali.
Altre lacune gravi i satelliti le presentano in fase di determinazione della quantità di vapore acqueo in gioco, nella troposfera e nella stratosfera.
® 2001 F. Magno
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IL SISTEMA METEOSAT
I paesi che hanno aderito al sistema meteosat sono: Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania, Svezia e Svizzera.
Il meteosat-1 fu lanciato il 23\11\1977 e la prima immagine fu inviata il 09\12\1977.
Attualmente è in funzione il meteosat 4 e forse ci resterà per altri pochi mesi. Il satellite geostazionario meteosat è posto a 36mila Km di quota all'intersezione del meridiano di Greenwich con l'Equatore.
Le osservazioni del satellite vengono effettuate attraverso radiometri in grado di discriminare i diversi tipi di radiazioni provenienti dalla terra. le bande spettrali usate per fornire immagini utili ai fini meteorologici sono 3:
  1. visibile (VIS): immagini che mettono in risalto ciò che un osservatore potrebbe vedere se si trovasse sul satellite. La luce che riceve il radiometro è la luce solare riflessa dalle superfici al di sotto del satellite stesso. Quelle che ne riflettono di più appaiono più luminose (nubi, neve, ghiacciai, deserti). Mare e terra ferma assorbono molto, quindi sono indicati da colori scuri. Le immagini VIS sono disponibili solo di giorno.
  2. Infrarosso (IR): immagini simili a mappe termiche della superficie terrestre e della sommità delle nubi disponibili di giorno e di notte. Colori chiari indicano zone fredde, colori scuri indicano zone calde.
  3. Vapor d'acqua (WV): mettono in risalto i rimescolamenti delle correnti atmosferiche e la concentrazione di vapore. Le zone bianche sono a bassa temperatura e ad alta umidità, andando verso il rosso, azzurro e il nero l'umidità diminuisce.
L'acquisizione e la diffusione dei dati da satellite avviene in varie fasi: i dati acquisiti dal satellite vengono trasmessi alla stazione centrale del sistema con sede a Darmstadt (Germania), presso ESOC (European Space Operations Centre ). I dati vengono elaborati e successivamente vengono confezionati 2 tipi di immagini da diffondere:
  1. immagini digitali da trasmettere alla primary data stations (PDUS);
  2. immagini analogiche da trasmettere alla secondary data users' stations (SDUS).
La stazione centrale trasmette le immagini confezionate al satellite che le rilancia a tutti gli utenti.
® 2001 F. Magno
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NEFOANALISI
Con tale termine si intende l'analisi delle immagini ricevute dal satellite, in particolare delle immagini IR e VIS per l'analisi dei sistemi nuvolosi e quindi delle perturbazioni. Le immagini VIS mettono in evidenza la radiazione riflessa dalle nubi e dal suolo.
La riflettività di quest'ultimo varia con la sua natura; la neve ha altissima riflettività, i ghiacci marini medio-alta mentre la superficie del mare ne ha poca per cui appare scura.
Le nubi hanno riflettività variabile in funzione delle loro caratteristiche; i cumulonembi sono molto dense e quindi appaiono di colore bianco intenso mentre i filamentosi cirri sono semi-trasparenti.
Le immagini IR mettono in evidenza la temperatura delle nubi e della superficie terrestre. Attraverso queste immagini è possibile distinguere i vari tipi di nube dalla temperatura delle loro sommità che è dipendente dalla quota a cui si trova.Dal momento che i cirri e i cumulonembi sono le nubi che si trovano a quote molto elevate esse ci appariranno molto bianche e brillanti.
le nebbie e gli strati essendo dislocate in prosssimità del suolo presentano una temperatura minore,simile a quella del suolo stesso e appaiono quindi di colore grigio.
® 2001 F. Magno
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