Amore

E ancora una volta accarezzo i tuoi capelli
scuri e lisci come fili di brina nel vento
e sento il tuo sospiro dolce e sensuale
scivolare con amore sulla mia bocca e sul mio corpo.
Lentamente faccio scorrere le mani sul tuo seno
che ricorda i dolci prati e la campagna in fiore
e mi pare ancora di sentire la tua voce
che ogni volta mi scalda e mi rinvigorisce il cuore.
Ma cosa ti ho chiesto di tanto impossibile?
Soltanto un po’ d’amore per poter vivere ancora,
soltanto un tuo sguardo dolce che mi accarezzi piano l’anima
e mi faccia sussultare in silenzio aspettando una tua parola.
Ah, quanto mi costa amarti come t’amo!
 



11 settembre

Un paese vive,
la gente sorride,
guarda il cielo
e gioca coi fiori.
Ma in un istante
è il terrore,
fuoco, fiamme e distruzione.
Gente cadere e
scappare dalle fiamme dell’inferno.
La storia sta crollando,
la guerra sta avanzando
e in un attimo
è di nuovo silenzio.
 



L’umanita' distrutta

Bombe sulla pace,
terrore tra la gente,
fucili ai bambini.
Venite a vedere il sangue per le strade!
Violenza nei cieli,
violenza nei mari,
violenza sulla terra.
Venite a vedere il sangue per le strade!
La gente è distrutta,
una nazione è distrutta,
l’umanità è distrutta.
Venite, venite a vedere
il sangue per le strade!

 


T’amo, amore

Ogni tua parola
mi colpisce al cuore
come una stella che si lancia
nell’immenso firmamento…
Ogni tuo sorriso
mi dà un po’ di buon umore
come il fiore che al mattino
s’apre ai raggi del gran sole…
Ogni tuo minimo sguardo
mi accende l’anima di passione
e mi arde tutto dentro
consumandomi pian piano…
…e penso se sarebbe bello
esser soli, tu ed io,
abbandonarsi all’infinito
e sussurrarti: <<T’amo, amore!>>

 


Sogno di una notte di mezza estate

È mattino e la luce
illumina il tuo volto fatato,
il sole luccica sui tuoi occhi
che riscaldano il mio cuore…
…ed i tuoi capelli,
come fili di brina nel vento,
scivolano leggeri sulle tue spalle
ed offuscano il mio pensiero…
e lo vorrei…
lanciarsi verso le stelle,
abbracciarsi forte, tenersi per mano,
e dormire, sussurrarsi dolci frasi
per continuare insieme
questo lungo viaggio infinito…
…volare su pianeti lontani,
scoprire galassie dell’universo,
prendere stelle con le mani
e gridare, gridare…
…senza pensieri, senza problemi,
nessuna preoccupazione…
…e sognare, sognare…
…quant’è bello sognare…
 


 

Ode alla donna

La donna, ah la donna…
…che splendida creatura!
Occhi stupendi per riflettere il sole
e per farmi sognare,
per farmi visitare paesi lontani
e portarmi con la fantasia
tra le stelle, nel nero firmamento
per inseguire la luce della luna
e scoprire insieme
dove finiscono le stelle ed i sogni…
E i capelli, che bei capelli,
abbandonati alla brezza primaverile
o sparsi sul cuscino al mattino
per ricordarmi quanto bella
è la vita e quanto intenso
il nostro amore che ci conduce
per mano a fantasticare e
a sognare, sognare…
E che labbra, dolci come il miele,
e morbide come le nuvole del cielo…
E le mani, così esili e perfette
che sembrerebbe il vento
poterle spezzare…
E la pelle, così soffice e vellutata
che mi par di accarezzare
la veste candida di un angelo…
E che sensibilità, hanno le donne…
che fantasia…che furbizia…
che intuito…
e non posso certo dire in due parole
cosa sentono il mio cuore e la mia mente
nel vedervi così soavi e splendide
o nel sentirvi così maliziose ed audaci…
È bello parlarvi, amarvi, scoprirvi
e conquistarvi…baciarvi…
ah, quanto vi amo…o donne!
 


Guerre inutili

E un’altra volta è guerra e morte,
e bambini innocenti morire per strada,
perché in guerra bene o male non c’è sorte
e chi è ricco non vien certo colpito dalla spada.
No, chi è ricco e tante volte fa le guerre
poi non subisce danni, ma guadagna sempre,
non vengono di certo bombardate le sue terre
ed il suo paese non vien certo squarciato nel ventre.
Chi perde tutto per guerre che non ha voluto
sono solo i poveretti che non hanno da mangiare
e che risparmiare i figli dalla fame non han potuto
perché in guerra chi non ha soldi è l’ultimo da salvare.
Ma in fin dei conti una guerra non la perdono tutti?
Migliaia di milioni di persone morte inutilmente!
È dunque questo lo scopo dei padroni farabutti?
Ma a loro che importa del resto della gente?
Importa poco o niente, questo è certo,
altrimenti non scatenerebbero guerre alla prima occasione.
Ma da tutto questo noi possiam salvarci, io vi avverto,
insieme possiam fare un’altra rivoluzione!
 


Te quiero mucho

Ti
pEnso e ti

vedo Quando i
tUoi
occhI
splEndenti
si Riflettono
nel cielO

Mostrandomi
con sicUrezza
il Cammino
cHe conduce
all’infinitO.
 


Capisco cosa vuol dire amore…

Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo aver guardato i tuoi occhi
neri e scuri come il cielo di notte
dove l’immensità regna sovrana…

Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo aver toccato i tuoi capelli
lisci e lucenti come i raggi della luna
trasportati dalla forza del vento…

Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo aver guardato il tuo sorriso
radioso e splendente come il sole
che in primavera bagna i parti in fiore…

Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo aver toccato la tua pelle
morbida e liscia come la seta
ancora fresca dell’aroma d’oriente…

Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo aver stretto le tue mani
piccole ed esili come fuscelli
che il grigio autunno ha portato via…


Capisco cosa vuol dire amore
solo dopo averti baciato
ed averti raggiunto in quell’oasi di pace
dove solo tu mi puoi portare…
 



Il significato del silenzio

Il silenzio avvolge la città,
nuvole oscure, presagi di sventura,
testimoniano che la sventura c’è!
E’ già stata!
E allora capii l’abisso,
e l’abisso invocato dall’abisso,
che tutto inghiotte e tutto ingoia
e in un passo cancella
e distrugge…
Ma è dall’oblio che lancio
il mio grido disperato,
e lo sento rimbombare,
assordante e silenzioso,
tra i pilastri di un mondo
che dall’apice ha raggiunto la polvere,
e si è piegato, impotente,
sotto il peso del suo progredire.
E il soffio dell’eterno mi sfiora
e mi sussurra … vane parole
che celano, inconsciamente, un significato…
 



Se fosse l’amore

C'è qualcosa di nuovo, oggi.
Non lo so cos'è, ma so che è forte.
Lo senti, volare nell'aria,
fermarsi nel cervello
e stordire la mente.
Sconvolge il pensiero
ed offusca la vista.
È un frastuono che ti riempie le orecchie,
è un'aroma che ti invade i polmoni,
è un'immagine che ti trabocca dagli occhi.
E non capisci, non comprendi,
non ti spieghi ... ma lo accetti.
Perché ti inebria, ti eccita,
ti apre nuove strade e nuovi monti.
E ti fa sognare ma è crudele,
perché ti può anche condurre alla follia.
Ma quant'è difficile amare...
 



Shalom

Si alza lieve nella sera
con la polvere per strada
una voce che è sincera
e racconta l’Intifada…

Sentirai innocenti morire
e cannoni sparare, colpire,
ma senza un vero perché…
sentirai un lamento nel vento
che ti sfiora in silenzio la mente
e ti sussurra: “Shalom…”

Son proiettili che vanno
su bambini ormai indifesi
danno un calcio all’innocenza
e feriscono il pensiero.
Si susseguono le morti
sempre più vestiti neri,
si è perduta la ragione
è sepolta dalle bombe…


Sentirai lampi di fuoco
e le stelle cadere, bruciare,
uccidendo il futuro…
sentirai un lamento nel vento
che ti sfiora in silenzio la mente
e ti sussurra: “Shalom…”
e ti invoca: “Shalom…”
e ti prega: “Shalom…”
 



Distanze incolmabili

È difficile, sai?
Ma più ti guardo e meno capisco
di quel tuo pensiero
che sento così forte e sospeso nell’aria.
Parlo, ma tu non mi capisci
e le nostre parole s’intrecciano
in un vortice senza senso
che non mi dà tregua.
La fiamma dei tuoi occhi
m’appare sempre più crudele
ma non riesco a capire
e la luce che mi guarda
sembra affievolirsi ogni istante di più.
Solo il silenzio resta tra noi
e la distanza che ci separa
è ogni secondo più grande,
fino a che non scompari per sempre
ed è di nuovo notte.
 



Vivi

Alza gli occhi, guarda il cielo,
immagina un grande arcobaleno.
E corri, salta, grida, sogna,
guarda il passato e pensa,
parla fino a perdere il fiato
ed ascolta cos’ha da dirti la vita.
Ragiona, piangi, sorridi, disperati,
e fallo sempre con qualcuno.
Guarda, costruisci, immagina, ammira
e fallo perché serva a qualcosa.
Non tacere, non fermarti,
non stare mai a guardare il mondo.
Gioca, canta, scrivi, ama,
non pensare troppo al domani,
ma cammina ed incontra.

Lascia spazio al pensiero
e seguilo fino in capo al mondo.
Tocca il cielo con le mani.
Viaggia, vola, non stupirti
e non stancarti. Mai.
Dona, regala sorrisi alla gente
e continua sempre a sognare.
Rallegrati, spargi gioia. Vivi!
Non stancarti mai di vivere.
 



Volare

Fermati per un istante,
e prova a pensare di poter volare.

Prova ad immaginare d’aprire le tue ali
e di lanciarti verso il sole.

Prova a pensare
di poter volare sulle città
e guardare verso il basso,
pensa a quante cose puoi osservare
dall’alto delle nuvole.

Pensa a quante cose potrai scoprire,
quanti luoghi inesplorati
e quanti tesori nascosti potrai trovare.

Pensa a quant’è bello volare.

E non aver paura di cadere,
lascia il cuore libero dai pensieri
ed abbandonati al vento. Lasciati portare.

Non importa se è solo fantasia,
l’importante è che tu ci credi.

Pensa di poter salire sull’arcobaleno
e di percorrerlo tutto fino in fondo.

La luna non è così lontana,
puoi raggiungerla, se lo vuoi.

Puoi fare quello che vuoi.

Pensalo.

Credilo.

Dai, prendimi la mano e…voliamo.
 


Alla donna che amo

Donna di smisurata bellezza,
che l’eccelsa virtù esalti
e con lo sguardo parli e non parli
finché la luce ti bagna la testa.
Fanciulla di sovrumano splendore,
solo alle stelle son pari i tuoi occhi
e i tuoi capelli son fiori che sbocciano
e donano al giorno il profumo migliore.
Come la luna risplende il tuo viso
ch’illumina la mia notte solitaria,
la tua voce è leggera nell’aria
e il tuo sorriso è la chiave dei sogni.
Sogni che donano vita alle menti,
e riposano in cima alle nuvole.
Scendon solo a donarmi la vita
come tu scendi a donarmi il tuo amore.
 


Il vecchio giovane e la dolce signora

Non mi hai capito, sai?
Non l’hai capito qual è il mio sogno.
E così è finito anche questo eterno amore,
durato neanche tre eterni mesi.
Ancora una volta mi trovo ad essermi illuso,
ad aver fantasticato e costruito.
Ed ancora una volta tutto è crollato,
spazzato dal vento e dal tempo distrutto.
Io, ragazzo già vecchio che non sono altro,
e tu, delusa dalla vita e già in partenza,
ci salutiamo ora per due vie differenti
che non lasciano scampo all’illusione
e macinano ogni giorno un pezzo di sogno.
Cresci pure, tu che hai voglia,
io rimango qui, sempre lo stesso e sempre diverso.
Rimango, perché il sogno
è ancora molto lontano e si fa sempre più piccolo.
Ti saluto, amore mio di un tempo.
Un giorno, forse oggi o forse mai,
il sogno sarà così lontano e piccolo
che non lo distinguerai più dal mondo attorno.
E mi farà onore inseguirlo senza raggiungerlo
anche per donarlo ai tuoi occhi.
Non hai capito che per me
non sarà mai finito il tempo di sognare.
 


Orizzonti

Ho guardato l’orizzonte e ho detto:
“Voglio andare là!”. E ci sono andato.
Ma ho visto un altro orizzonte e ho detto di nuovo:
“No, è là che voglio andare!”.
Ma gli orizzonti seguono ad altri orizzonti,
e così ho visto mari, monti e colline,
mille soli e mille lune.
Ho guardato negli occhi innumerevoli persone,
tanti sguardi rapiti dal vuoto.
Ho visto persone parlare senza saper cosa dire,
camminare senza saper dove andare,
ascoltare senza capire,
e pensare senza conoscere il pensiero.

Ho girato tanto, con la forza della mente,
ho inseguito migliaia di orizzonti,
ed altri ancora me ne restano da raggiungere.
Ho visto tutto questo, ed altro ancora mi resta da vedere.
Eppure, di quest’essenza chiamata vita,
ancor mi sfugge il senso.
 



Anonima

Polvere di stelle
e gocce di rugiada.
Cala la tenebra
e si spalanca l’immenso,
la lice oscura tutto
ed il silenzio
è il falso re
di questo falso impero.
Pochi istanti restano,
e poi più niente.
Solo un bacio alle ragazze.
 



I

Venite gente, venite alla festa
e senza paura ridete e scherzate,
scordate la voce ch’avete su in testa
lasciate ogn’affare e accogliete l’estate.

Bevete, bevete. Non abbiate timore
che tanto la giostra va avanti da sé,
uscite dal gioco che v’angoscia nel cuore,
non fate domande, non serve un perché.

Ballate, cantate, versatevi il vino,
non state a pensare su quello che fate:
un giorno che passa è un altro banchetto.

Alzate il bicchiere, brindate al destino
e non v’affannate a cercare il perfetto
che tanto la vita è una storia a puntate.
 



II

La notte ha sostituito il giorno
ma il giorno non l’ha fatto con la notte,
solo buio e silenzio son rimasti dintorno
illusioni e speranze ormai si son rotte.

Il tempo è finito, cessata è la vita,
né regni né dei sono oggi rimasti
ed anche la memoria è quasi sparita
dei giorni ch’adesso capiamo nefasti.

Solo un sussurro silenzioso e assordante
s’ode nel mistico e misterioso oblio
ch’è rimasto a cornice d’un mondo malato

crollato, distrutto da nevrosi angosciante.
Non una lacrima sul sangue versato
sotto quel cielo che dicon di dio.
 



Storia d’un amore spezzato

Me ne sto da solo seduto a pensare in questa stanza
ed è come se il cielo mi fosse caduto sulla testa,
guardo avanti verso il cielo così terso e scuro
e non posso non aver nostalgia del dolce tuo sorriso.
Poi m’immagino il tuo volto e ti vedo rattristata
e mi assale allora un’immensa malinconia;
malinconia delle lunghe giornate d’estate
quando ci rincorrevamo a piedi scalzi per i prati
senza l’ombra di un pensiero per la testa,
persi dietro ai nostri sogni e alle nostre mete.
Oppure di quando ci stringevamo forte le mani sopra il ponte
per non permettere al vento di portarci via con sé.
E allora perché te ne sei andata via al primo freddo di novembre?
Perché non sei rimasta qui con me come avevi promesso?
Ma oramai è inutile piangere per non dimenticare
e continuare a soffrire e a disperarsi in eterno.
In fondo la vita è lunga e di amori se ne trovano tanti,
potrei riempire lo spazio che tu hai lasciato vuoto
con qualcun’altra che ha bisogno dell’amor di un uomo.
Ma so di certo che di donne non ne basterebbero mille
per poter dimenticare il tuo sorriso ed il tuo sguardo luccicante
o per lasciar cadere nell’immenso oblio della memoria
le tue parole dolci che mi permettono ancora oggi di guardare avanti.
Come posso dimenticare che tutto ciò che so sulla vita e sull’amore
l’ho imparato da te che fosti una maestra dolce e comprensiva
e m’insegnasti che la vita val la pena di lasciarla stare
se non la si vive al fianco della persona che si ama.
Ed io ci credevo, ci ho creduto e ci credo ancora,
ma è sempre più difficile crederci ogni giorno che passa
ora che non ho più qui a fianco la donna che più tra tutte mi ha amato.
Io ho sempre cercato di soddisfare ogni tuo desiderio,
avrei cercato per mari e monti qualcosa che ti avrebbe reso felice;
eppure sono stato il più impotente quando tu te ne sei andata.
È stato difficile riuscire ad andare avanti dopo quello che è successo,
ma ci sono riuscito perché sapevo in fondo al cuore
che tu non m’avresti mai perdonato se mi fossi arreso.
Ed eccomi qui con un fiore in mano a ricordare il nostro passato;
una lacrima cade sul freddo marmo colore delle nuvole
ed il pensiero di vederti li davanti a me e di non poterti abbracciare
mi riempie il cuore di un’immensa malinconia.
Posso solo ricordarti e ricordare il tuo sorriso
che una stupida malattia ha voluto portarmi via.
 



La piccola libertà

In questo piccolo universo disse l’uccellino in gabbia:
“Fammi uscire da questa prigione dove sono rinchiuso dalla nascita,
ho voglia di vedere il mondo esterno, di vivere una vita in libertà.
Ti prego, ti prego lasciami libero di volare senza padroni,
di osservare il mondo dall’alto e di non dovermi curare della vita!”
Allora gli aprii la gabbia e lui volò fuori contento,
cominciò a vagare per la stanza e sembrava felice,
ma poi, dopo poco, si appoggiò sul balcone
e sembrava di nuovo triste.
“Cosa c’è?” gli domandai allora. “Non sono felice.
In questa stanza ho più spazio di prima, però sono sempre rinchiuso.”
Si appoggiò sul davanzale della finestra e m’implorava di farlo uscire.
Lo accontentai di nuovo e gli aprii la finestra.
Lo vidi volare fuori e sembrava nuovamente felice.
Per giorni e giorni non lo vidi più
e pensai che avesse trovato la libertà,
quella libertà che dalla nascita non aveva potuto avere.
Invece lo trovai appoggiato sull’albero di fronte alla finestra
e mi guardava ancora con sguardo supplichevole.
“Non sei ancora contento?” gli domandai “Ti ho dato la libertà
che tu tanto sognavi, ti ho permesso di volare alto nel cielo,
di visitare luoghi remoti e stupendi
di questo piccolo ma fantastico mondo.
Perché dunque sei ancora triste?”
“Dici bene” mi rispose “Ho girato in lungo ed in largo in questo mondo,
ho visitato ogni angolo della terra mentre prima non potevo.
Ma quello che non hai capito è che mi hai liberato da una gabbia,
ma solo per rinchiudermi in un’altra più grande.”
 



Dedicato a te

Giovane amore, fiore non colto
piccolo angelo calato dal cielo
sei venuta fin qui coperta da un velo
e sol collo sguardo il mio mondo hai sconvolto.

E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene,
a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo
e fuggono gli occhi come falene.

Fanciulla d’infantil e inarrivabile splendore
ch’hai fatto esploder la mia giovine tenacia,
concedi uno sguardo al mio cuore dolente;

prendi la mia mano porta dall’audacia
ed io scatenerò la mia anima rovente
sì ché tu possa farmi uno spazio nel tuo cuore.
 



III

Finalmente è tornato il sole
in questa domenica d’aprile,
gli usignoli han riempito il cortile
e in giardino son spuntate le viole.

Ma c’è qualcosa di nuovo nell’aria
e il continuo pigolar del passerotto
m’invita a correr giù di sotto e d’un botto
la fragranza delle rose già m’ammalia.

La vita nei prati si è riaccesa
e spontaneo spunta in volto un sorriso
vedendoti cullata dall’aurora.

Una parola su di te io l’ho già spesa
e non serve che ne dica mille ancora,
ti bacio e ti dono un fiordaliso.
 



Donne

Sapete farci innamorare,
perdere la testa,
impazzire per voi.
Questo è il vostro potere:
potete farci sognare.
E’ così semplice,
una parola, un bacio, una carezza,
cucchiai di miele
per ogni cuore.
E’ nascosto dentro di voi
tutto ciò che dobbiamo scoprire
per farvi innamorare.
Sapete come farci ridere,
come farci piangere …
come farci morire.
Sapete tutto di noi
e noi nulla di voi.
Potete leggere in profondo
nel cuore e nell’anima.
Ma cosa siamo al vostro confronto?
Così indifese,
ma immensamente grandi.
E se una lacrima scenderà
e un nuovo amore germoglierà,
troveremo l’inebriante armonia
che muove il sole e l’altre stelle.
 


Frammento d’amore I

Era da tanto che non ti scrivevo con il cuore in mano … era tanto che non parlavo del mio cuore. E quando ne parlo lo sento rispondere: batte, sussulta, si agita … si è accorto che sto pensando a te.
Le parole si dispongono quasi da sole su questo foglio bianco … non riesco a capire … nulla sembra avere più senso quando sto con te. Il mondo intorno si annulla quando siamo insieme: esisti solo tu, con il mio cuore.
Senso di vuoto. Forse è inutile rincorrere i sogni, i pensieri e le illusioni di questo amore che sfugge solo a se stesso. Forse piangerò.
Magari non ha senso tutto questo e magari è solo la mia mente ad essere rapita dalla fantasia … o dalla paura. E’ così sottile il confine che separa l’amore dall’indifferenza, ma così enorme il baratro che divide il mio mondo da tutto il resto.
Sei così bella ed unica. Credo di non meritarti … però ti voglio, ti desidero intensamente. E quando la luce entrerà nella mia testa forse capirò … o forse no.
Ho paura. Paura di accorgermi che non c’è nulla di vero. Paura di scoprire che non esiste la dimensione in cui tu mi attendi con il mio cuore.
Mi guardo intorno e non capisco; mi sento estraneo; non appartengo a questo mondo … o forse lui non appartiene a me. O forse, amica, non esiste nessuno dei due.
Triste pensare che in un battere di ciglia tutto possa scomparire. Tutto. Io, tu, l’amore e il sentimento.
L’amore? Cos’è in fondo l’amore? E’ una chimera che mi attrae e mi respinge, è lo sbattere d’ali degli usignoli.
Non capisco. O forse non voglio capire. E’ difficile interpretare tutto questo. Vedo una porta. Là dietro troverò tutto … o forse niente. Sarà la fine? O un nuovo inizio? Troverò una risposta? E troverò una domanda?
L’amore è sofferenza, ma la sofferenza non è amore.
 


Sin’s flower

Che magnifica occasione
di ammirare la stagione,
la natura, il cielo e i fiori:
mille gusti e mille odori.
Le violette sono in fiore
e le rose, uno splendore.
Questo gambo sì slanciato
così liscio e delicato
da percorrer con la mano,
da baciare piano piano
è il sostegno forte e fiero
del più vergine mistero,
di quel frutto delizioso,
intoccato ed odoroso.
Mille anni di splendore
a chi ne gusterà il sapore,
a chi saprà cogliere il seme
di quel fior di tanta speme.
 



Frammento di vita I

Un piccione entra indisturbato nel locale e si osserva dintorno, smarrito. Il vento muove le foglie degli alberi lentamente ed increspa i flutti bianchi del fiume per il gioire dei gabbiani che banchettano su esso.
Triste trovarsi da solo in questo bar ed osservare le coppie che vanno e vengono. La musica mi entra nelle orecchie, ma quasi non ne afferro il senso … senso di vuoto.
Solitudine.
Non riesco a non pensarti … cerco, invano, un po’ di sollievo in questo bicchiere di liquore. Forse fumerò una sigaretta … o forse no.
La strada, qui di fronte a me, continua a propormi il lento scorrere del traffico. Il fiume, pure lui, metafora di vita.
Persone entrano ed escono; come nella mia corta ma interminabile esistenza.
Frammenti di memoria ruotano ai miei occhi, simboli del nulla.
Solo tu rimani costante nella mia mente.
Senso di inutilità, di sfiducia, anzi peggio … di incapacità.
L’inettitudine è presente. Mai come adesso prima.
Il tempo mi scorre attorno, inesorabile, ma io non me n’accorgo.
Perdonami se puoi.
La vita mi chiede delle risposte mentre io ancora cerco le domande.
 



Studio d’Amore I

Quanto sei bella, Marta,
con il tuo sorrisino innocente
e il tuo viso di acqua e sapone.
Bella! Bella, ma impossibile;
maledettamente impossibile.
Siamo contrari ma uguali,
ma da sempre
è il contrario che vince.
Ma sai, io sono stanco di giocare
al bello, buono e divertente,
voglio dirti nell’orecchio tante cose:
io ti amo, poi ti odio, poi ti amo.
 



Frammento d’amore II

Guardo fuori dalla finestra, il cielo si è rabbuiato di nuovo … sembra non ne voglia proprio sapere di regalarci un minuto di luce. Dovrei ascoltare ma … la mia mente vaga libera nelle praterie del pensiero. Sta cercando un perché … o forse l’ha già trovato e vuole capire a cosa serva.
Sei così bella. Non mi azzardo nemmeno a sfiorarti … preferisco guardarti e sognare.
Non parlo. Solo il silenzio rende merito alla tua superba bellezza … una parola od un gesto potrebbero spezzare l’incantesimo che ci lega così stretti.
Ma ti bacerei … dio solo sa quanto vorrei baciarti, prendere la tua mano e dirti: “Non la vedi, non la senti oggi la malinconia? Non lasciamo che ci prenda, vieni andiamo via!”.
Sogni. Soltanto sogni. Non lo farò mai … e forse dovrei farlo, per scoprire una parte di te così nascosta e segreta.
Magari una lacrima scenderà sul mio viso a bagnare il mio sorriso. Forse non serve a niente scrivere su questo foglio i miei sentimenti, ma … è il cuore che parla, e non posso fermarlo. O forse potrei, ma non sarebbe giusto. O forse si?
Magari questa notte t’incontrerò, ti parlerò d’amore e di fatti ormai scordati … e forse troverò il coraggio, finalmente, di dirti: “Ti amo, Luna!”.
 



Frammento di vita II

Un altro giorno vuoto … un altro sole è spuntato e già calato.
Ancora gli stessi visi, gli stessi suoni, le stesse voci … ancora lei nella mia mente.
Ho pensato a lungo questa notte … ho parlato col mio cuore e con la mia anima. Mille immagini hanno attraversato i miei sogni, ma nulla ne è rimasto.
Un pensiero fisso: sempre tu.
Quanto vorrei trovare il coraggio di parlarti, di abbracciarti, di prenderti la mano … di baciarti.
Invece, mi faccio coinvolgere, come un bambino, in questo gioco infantile di sguardi, doppi sensi, frasi dette e non dette o forse solo pensate … che fatica l’amore!
E tu chissà cosa pensi … chissà se stai soffrendo o se ridi di fronte ai miei pensieri; non far caso a me né a queste poche, misere parole.
Ride un pagliaccio con cravatta e doppiopetto, sorride una signora con cappello e fiori in mano. Mi piacerebbe essere il regista di questa vita.
Una mosca gira intorno al mio bicchiere, si appoggia sulla penna … sto pensando alla concatenazione di casi necessaria perché noi, io la mosca, il barista ed il cliente, ci si ritrovi tutti qui riuniti nella stessa stanza. Ma forse che la vita non è solo un seguitarsi di casualità e di coincidenze?
Guardo il mondo che mi ruota attorno e davvero mi accorgo di non appartenergli … o di non possederlo. Ma che m’importa ormai?
 



Studio d’Amore II

Ma quanto sei splendida, Marta,
quanto sei arrogante e sincera,
degli dei dell’Amor messaggera,
di Cupido infallibile arma.
Damigella di odio e d’amore,
con quel grande timor di soffrire:
chi soffre ama e chi ama vive
è la legge che segue il tuo cuore.
 



Anonima II

nel caos totale
degli affannosi pensieri
il nulla traspare,
silenzioso.

sarebbe troppo capire?
o troppo poco?

Un mulinar di fringuelli
o’l cigolio stanco d’un carretto…
che vuole da me questo pensiero?
cosa cerca?

risposte che non so dare
a ingannevoli quesiti,
chiaro è il mezzo quanto ignoto il fine…

fin dove arriva l’abisso?
e dov’è cominciato?

morire nascendo e nascendo morire,
amare e nulla più.
 



Penombra


La luce entrava fioca da sotto le tende. La giornata era grigia, di quelle che ti fanno passare la voglia di pensare. Si domandò come fosse possibile, in un’atmosfera del genere, essere ottimisti e spensierati.
Eppure sentiva la necessità di rivolgere la mente a qualcos’altro. Capiva che sarebbe impazzito se non fosse riuscito a spostare l’attenzione su qualcosa di diverso da lei. Inutile.
Gettò la birra vuota in mezzo alle altre e ne aprì un ennesimo barattolo. Aveva l’impressione, sbagliata, che bevendo sarebbe riuscito a rendere più lucidi i suoi prossimi pensieri.
Mentre una gigantesca nuvola oscurava quel flebile sole invernale alcune cornacchie, dalla finestra, emettevano i loro versi senza suono e senza forma. Guardando quella nuvola, naturalmente, la vide. Gli parve di scorgere i suoi capelli e le sue labbra. Con un pizzico di fantasia riuscì perfino ad intravederle gli occhi. Proprio gli occhi che l’avevano stregato.
Si convinse di essere malato. Accese una sigaretta ed aprì un’altra birra.
Le mille domande che lo tormentavano si facevano sempre più pressanti e confusionarie. Ma più delle domande ciò che l’angosciava erano le risposte che non riusciva a dare. Risposte che, eppure, era costretto a ricercare in continuazione da questo chiodo fisso che ormai lo accompagnava in ogni sua elucubrazione.
Che schifo. Si guardò attorno e capì perché le donne avevano sempre una certa riluttanza ad entrare lì dentro. Si alzò dalla sedia e barcollando raggiunse il divano. Si sdraiò, supino.
Dimenticare non serviva. Gli sembrava di avere un boomerang nel cervello, e più forte lo scagliava lontano tanto più forte quello tornava a colpirlo di nuovo. Non se ne sarebbe mai liberato.
Le cornacchie si erano, nel frattempo, acquietate sotto un albero. Fuori era il silenzio. Ma non era quella la pace che cercava. Anzi, più forte era il silenzio intorno a lui e più forte sentiva il frastuono di questi continui, ossessivi ragionamenti.
Forse, però, sarebbe riuscito, finalmente, a dormire un po’. Forse…
Niente da fare. Si alzò nuovamente e, prima di rendersi conto di quanto i suoi passi ed i suoi movimenti si facessero ogni istante più goffi ed insicuri, si ritrovò aggrappato alla maniglia dell’armadio nel ridicolo tentativo di non cadere bocconi. Si. Ridicolo era la parola esatta.
Perché non rispondeva? Forse non si rendeva conto di quanto ogni sua parola, ogni suo cenno di vita avrebbe potuto regalargli un attimo di serenità? Serenità … o disperazione. S’interrogò su quale avrebbe potuto essere la sua condizione dopo aver letto di lei. Se ci fosse stato un dopo. Non ne era affatto sicuro.
“stai tranquillo” si ripeteva. Già, sembrava così facile. Mai come in quel momento si rese conto di quanto fosse difficile applicare i concetti più elementari in un tale stato di confusione mentale.
A giudicare dai barattoli di birra vuoti sparsi a decine qui e là per la cucina sembrava che stesse cercando lì dentro una risposta alle sue ossessioni. E forse non era un’interpretazione del tutto errata.
Rilesse ancora una volta la sua ultima lettera. Forse sperava di cogliere qualcosa che prima gli era sfuggito, di riuscire ad interpretare in maniera un po’ meno crudele quella che per lui era un’enigmatica tortura del silenzio. Ma la realtà era che stava trasformando quella situazione in un gioco al massacro.
Si alzò di nuovo e percorse, seppure a fatica, qualche giro del tavolo. Accese la sigaretta e restò immobile in silenzio ad osservare la voluta di fumo che lenta ed implacabile si innalzava verso il soffitto per andarsi a schiantare contro l’intonaco bianco.
Non riusciva a darsi pace. Gli sembrava che la sua vita fosse in qualche modo rimasta impigliata in un ingranaggio dal quale non riusciva a staccarsi. Stava per essere distrutto. Ogni minuto, ogni secondo, ogni interminabile istante gli pareva che la sua disperazione aumentasse a tal punto da poterlo schiacciare. Aveva il fiato corto pur non avendo corso nemmeno un metro.
A volte la vita sa essere veramente buffa. E talvolta può capitare che nell’affannosa ricerca della felicità ci riesca di trovare solo tristezza, vuoto e solitudine.
Basta. Era stufo di aspettare un qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato. Spense rabbiosamente la sigaretta per terra. Cercò ancora di liberare il pensiero. La sua mente corse spontaneamente appresso a tutti i suoi ricordi. Si vide sorridente, in lacrime, bambino, ragazzo ed adulto. Si sedette sul divano, spossato. Forse una lacrima stava rigandogli le guance. Forse davvero era nato per vivere morendo. Forse.
Si sdraiò e chiuse gli occhi. E fu allora che la vide. Nella sua scintillante e radiosa bellezza arrivò per porre fine alla sua disperazione. I loro sguardi s’incrociarono, le loro braccia si saldarono e le loro labbra si fusero assieme in un sublime e sovrumano attimo di profonda quiete interiore.
Lui sorrise e morì.
 



La Risposta


La risposta non c’è
e se c’è è nascosta.
La risposta può cambiarti la vita.
La risposta è rivoluzionaria.
La risposta non la so,
o forse la sapevo
La risposta va cercata,
forse anche costruita,
certamente inseguita,
ma mai interpretata.
La risposta è rossa.
La risposta ci deve essere,
la dobbiamo trovare.
La risposta va gridata.
La risposta non è silenziosa.
La risposta è alternativa.
La risposta è la lotta,
la risposta è con la lotta.
La risposta non può aspettare,
non ha tempo da perdere.
La risposta non può morire.
La risposta non era ieri
e non sarà più domani.
La risposta è qui adesso.
La risposta non va condivisa.
La risposta va accettata.
La risposta non può mai cambiare.
Può darsi che ti sfugga, la risposta,
ma se non la vedi
è solo per colpa tua
perché la risposta c’è.
La risposta è giusta
ma non è affatto corretta.
La risposta non tarderà a venire.
La risposta è di classe.
La risposta non è dio,
la risposta è il popolo.
La risposta è del popolo.
La risposta è con il popolo.
La risposta la decidiamo noi
perché la risposta siamo noi.