STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

di Pierandrea Setzu

 

Come si sente un pesce fuor d’acqua? Smarrito, solo o spaventato? O forse tutte e tre le cose insieme? Me lo sono chiesto ultimamente. Mi chiamo Pierandrea Setzu; circa un anno fa partecipai alle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche. Venni eletto al Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, quello, per intenderci, che decide quale destinazione debbano avere le nostre tasse universitarie nonché il loro ammontare. Speravo sinceramente che ogni lira fosse destinata a scopi nobili, ma mi sono dovuto ricredere.

Il 13 Novembre del 1998 arriva nel Consiglio una pratica scottante. I componenti del Consiglio e del Senato Accademico ricevono circa £.30.000 ogniqualvolta si riuniscono Tra i componenti dei due organi vi sono ben otto studenti. La questione è: il gettone di presenza deve essere aumentato? Se sì di quanto? I pareri sono discordi: la proposta iniziale prevede un aumento a circa £.200.000, poi è tutto un susseguirsi di cifre, suggerimenti, motivazioni più o meno plausibili. In un clima da asta si arriva a £.350.000. E gli studenti, direte voi? I nostri rappresentanti cosa dicono? D’altra parte quelle sono anche le nostre tasse. Il sottoscritto si dichiara contrario e spera in una veemente collaborazione dei suoi colleghi. Ma chi visse sperando, morì… I rappresentanti della lista " Uniti per il diritto allo studio " dichiarano senza troppi patemi che quei soldi serviranno loro per "iniziative di rappresentanza ", attraverso questa cifra gli studenti potranno avere "più semplicemente la possibilità di essere partecipi e riflettere sui problemi dell’Ateneo" "La rappresentante del Centro-destra, benché orientata su cifre inferiori, ritiene questa cifra " simbolo della dignità della carica".

Il 29 Marzo di quest'anno si tiene in via Università un "Consiglio degli studenti": esso è formato dai rappresentanti eletti nel Senato Accademico, nel Consiglio d’Amministrazione e da un rappresentante per facoltà. Si discute dei contributi che l’Università verserà alle associazioni studentesche quest'anno. Vedo l’ammontare della cifra e impallidisco: 160 MILIONI !!!! Dentro di me cerco di valutare quante cose si potrebbe fare con quel denaro: borse di studio, aule, libri di testo, corsi di specializzazione. Ci sono mille modi in cui un’associazione si può autofinanziare:

feste, lavoretti, sponsor, etc… Faccio la proposta: "Distraiamo quei fondi da tale destinazione, magari non tutti, mettiamoci d’accordo: ci sono delle cose più importanti ogni giorno, problemi contro cui gli studenti quotidianamente si scontrano. Pensate a quanto costa un libro, i trasporti, una stanza in affitto. Un cineforum a cui partecipano dieci persone avrà la sua importanza [quale?! ], ma tanti studenti sono costretti a lavorare per potersi mantenere. Diamo un segnale: dichiariamo di essere pronti a rinunciare alla pappa pronta dell’Ateneo e pensiamo in modo forte ai veri problemi degli studenti. Certo le iniziative sono un momento di formazione, ma la prima formazione la si fa sui libri: aiutiamo gli studenti meno abbienti a comprarli o facciamo costruire un’aula in più." Vengo attaccato, finisco in minoranza e con me si schiera la sola Università Democratica. "Uniti per il diritto allo studio "mi prende quasi in giro dichiarando che quei fondi sono irrisori e che i convegni sul gabbiano del Costarica rimangono, anche in un periodo di crisi dell‘Ateneo, un utile momento di vivacità culturale. La Destra non dice una parola e, attraverso il voto del suo rappresentante, mi dà torto.

Chiedo scusa al lettore per questo sfogo. Vorrei che quest'articolo suonasse più come una dimessa confessione che come una rabbiosa denuncia ; tanto, nonostante numerosi appelli, la popolazione studentesca rimane sorda a qualsiasi richiamo. Ma vi chiedo: ha un senso il mercanteggiare di studenti che si credono uomini politici di lungo corso? Quella degli universitari è o no una categoria vituperata ed offesa dalla scarsa considerazione dei bilanci dello Stato? E allora perché delle frange distorte spasimano di fronte a poche centinaia di mila lire? Ho sempre pensato che i problemi di uno fossero problemi di tutti, non foss’altro che per l’appartenenza al medesimo genere umano: ma allora perché degli studenti che dovrebbero rappresentarci ricevono quasi 400.000£ per poggiare il loro regale deretano durante una riunione mentre altri ne guadagnano poco più di 50.000 facendosi il culo servendo in un pub il Sabato sera per pagarsi gli studi? E’ davvero così difficile trovare degli sponsor per un convegno al punto di negare borse di studio, pagare un professore in più o costruire un laboratorio? Queste associazioni dichiarano di essere senza fini di lucro e apartitiche? Ma quando i giorni delle elezioni universitarie dispiegano mezzi e denari da dove vengono i soldi, visto che durante l’anno non anno trovato uno straccio di sponsor, dai partiti o da quanto imboscano dalle sovvenzioni pubbliche?

Attendo risposte, magari una mano.