UNO SU MILLE CE LA FA

Niki Grauso, all’anagrafe Nicola, è sicuramente uno dei personaggi sardi dei quali negli ultimi anni,

si è maggiormente parlato.... e chiacchierato.

Di Antonella Loi

 

Cinquant’anni, cagliaritano, laurea in giurisprudenza, imprenditore d’assalto dell’editoria isolana, e non solo, pub vantare un curriculum intriso di esperienze pionieristiche e di sicuro intuito, che l’hanno portato a costruire un impero economico come pochi. stravagante, a tratti vanesio, è arrivato a possedere l’intero panorama dell’etere isolano; se a questo poi si aggiunge l’acquisto nel 1985 dell’Unione Sarda, prima testata giornalistica isolana, di uno dei principali quotidiani polacchi ("Zycie Warszawy", sfido chiunque a leggerlo!) e di una promettente Tv locale, polacca anche quella, ecco che salta fuori il "Sua Emittenza" sardo, balzato agli onori della cronaca (come il suo analogo italiano) non solo per i suoi indiscussi meriti imprenditoriali, ma soprattutto per i suoi guai giudiziari.

Dal commissariamento dell’Unione, alla cessione della stessa e di Videolina, passando per l’oscura vicenda del sequestro Melis, ce n’è abbastanza per scrivere una telenovela... infinita; perché non finiscono mica qui le avventure dell’uomo più fotografato dell’Isola (la qual cosa, pare non dispiacergli affatto!): infatti, a parte il coraggioso e plateale salvataggio dello sfortunato Sarrizzu, "trattenuto’ in Libia, perpetrato a rischio della pellaccia e di un incidente diplomatico internazionale (complice il compagno d’arme, Vittorio Sgarbi), il camaleontico Niki si è lanciato alla conquista di quel paesaggio onirico e irreale che è la politica "made in Sardinia". Fonda il Nuovo Movimento partito politico non avvezzo a stereotipi ideologici, e, fedele alla sua estrazione canora(pare infatti che abbia inciso un 45 giri) con tanto di esibizione in un programma musicale su Rai Uno, gliele canta... a Mauro Pili, a Mariolino Floris nel suo primo maldestro tentativo di darci un esecutivo, e a tutti coloro che con critiche, intimidazioni e corteggiamenti più o meno opportunististici, cercato a suo dire, di imporgli un indesiderato "play back".

Nel ricordare al lettore che la presente intervista è stata fatta nella seconda metà di ottobre, divenendo quindi valido strumento di verifica, alla luce degli ultimi accadimenti politici, concludiamo cedendogli il microfono e chiedendoci se, anche lui, come Gianni Morandi, correrà la maratona di New York...

Sig. Grauso, perché tanti imprenditori come lei, superimpegnati, decido30 ad un certo punto di calcare le scene della politica?

R Non conosco le ragioni degli altri, conosco le mie che sono diverse da quelle di qualunque altro. Vede, io mi sono ritrovato dopo l’esperienza di Palomba, a toccare con mano l’inettitudine di questa classe politica: mi riferisco all’esperienza di Arbatax, o a quella di Video On Line.. Questi politici, non solo non hanno appoggiato, ma hanno fatto di tutto per ostacolare i miei progetti, nel momento in cui non li controllavano o peggio non li capivano... Quindi ho varcato le soglie del palazzo se vogliamo, già contraddicendo me stesso, perché in realtà avrei voluto mettere bombe o sparare, se avessi trovato qualcuno disposto a farlo insieme a me... rischio di dire una banalità, ma il sistema è talmente marcio che l’unica soluzione appare davvero quella delle bombe.

Di cosa pensa che abbia bisogno oggi la politica, per recuperare il terreno perduto?

Ovviamente di persone diverse, e purtroppo qui non ce ne sono. Sicuramente di tecnici di vari settori, professionisti prestati

alla politica; nessuno oggi rischia niente, giustamente dal loro punto di vista. In questo senso penso di essere, bando alla finta modestia, un caso unico e irripetibile, nel senso che per combattere questo sistema politico non ho risparmiato energie, non ho risparmiato me stesso: al punto da venire poi combattuto da un sistema che si è coalizzata, dai magistrati, agli imprenditori, ai politici.

La sua sembra quasi una battaglia personale...

Io voglio combattere contro il sistema perché lo trovo inaccettabile, marcio. Poi le mie esperienze, non sono origine di un desiderio di vendetta fine a se stesso, loro mi hanno solo permesso di conoscere la realtà delle cose.

In che modo pensa lei di conciliare il suo lavoro così impegnativo, con la carica di consigliere regionale in una regione quale la Sardegna, che forse più di ogni altra, avrebbe bisogno di operatori "a tempo pieno"? Le garantisco che la mia domanda è totalmente tendenziosa, dovuta ai salti mortali che ho dovuto fare per rintracciarla: lo sa che in Consiglio nessuno ha saputo darmi indicazioni precise ?

Sicuramente lei ha parlato con uno dei soliti accozzati che vengono piazzati nei posti pubblici senza la pur minima competenza. A Cagliari non c’è niente di più pubblico dei miei numeri di telefono. La persona con cui ha parlato, senza dubbio è iscritta nel libro paga di Fantola, o di qualcuno di quelli (per la cronaca, chi scrive si è recata all’ufficio del gruppo misto N.d.R.) visto che la stessa è pagata per avere queste informazioni.

Poi il fatto che io preferisca lavorare nel mio ufficio, con un notevole risparmio per le casse della Regione, ha delle motivazioni di carattere logistico. Comunque tornando alla sua domanda, il tempo non è un problema.

Che ruolo svolge il Nuovo Movimento nell’attuale compagine politica?

Un ruolo sicuramente di opposizione rispetto a tutti, di rottura. Destra e Sinistra, sono perfettamente uguali, non c’è nessuna differenza, rappresentano solo delle aggregazioni di potere che si contrappongono. Ma dal punto di vista delle idee, anzi delle non idee, sono esattamente la stessa cosa. Ecco il N.M. cerca di rappresentare il cittadino, di portare avanti una protesta e soprattutto la denuncia; purtroppo non c’è niente da fare perché gli ostacoli sono troppi, veramente troppi. Aiuto ragazzi non c’è rimedio.

Soli contro tutti...

Abbastanza.

Che significato ha l’ingresso nella Casa Comune dei Sardi

Una linea di tendenza sicuramente da preferire rispetto alle altre... tra Polo e Sinistra, è il recupero e l’affermazione del concetto e dell’idea dei partiti sardi e sardisti: meglio questo che le altre due alternative (perché bisogna poi vedere quanto le parole corrispondano ai fatti); tra i due mali questo è il male minore.

Il NM rivendica quindi una certa matrice sardista?

Certamente; mi pare che questo sia emerso in tantissime circostanze, ricordiamo tutte le campagne portate avanti da noi per richiamare l’attenzione dei sardi su certe problematiche che strettamente li riguardano. Ricordate la mia personale campagna pubblicitaria per il consumo dei prodotti sardi? Ha prodotto un certo effetto, tanto che è stata da molti copiata e strumentalizzata.

Quali sono gli aspetti del vostro programma che maggiormente rispecchiano la vocazione sardista del NM?

Noi abbiamo puntato l’indice su molti aspetti... su tutti quelli indicati nel programma (che con vigore ci intima di rileggere, che non lo ricordi nemmeno lui? N.d.R.). Tutti aspetti rivolti a promuovere il progresso della Sardegna, puntando su certe risorse quali l’ambiente, il turismo; ma soprattutto noi partiamo da una rivendicazione quasi maniacale di un concetto di indipendenza, che gli altri nemmeno si sognano di mettere nel loro programma. Quindi da un lato indipendenza rispetto a qualsiasi scelta, Quando si appartiene ad un partito romano, così la nostra destra e così la sinistra, tutti i meccanismi di potere, sono azionati in un ambito diverso da quello i sardo, con tutte le conseguenze negative che ci comporta.

Cosa intende per indipendentismo?

Intendo l’indipendentismo vero, quello che scaturisce dal separatismo. L’autonomia, così com’è intesa dal regionalismo italiano, non ha niente a che vedere con il concetto d’indipendentismo.

Lei rivendica ideologie che oggi, soprattutto in quest’ultima tornata elettorale, parrebbero essere pane quotidiano di molte forze politiche. Come spiega questo fenomeno?

Sono tutti dei copioni, opportunisti, stiamo parlando di partiti (sia di destra che di sinistra) che si sono vestiti da sardisti per attirare le simpatie dell’elettorato: tutte falsità, perché in realtà si tratta di partiti periferici di quelli romani.

Ma allora ci spieghi: nell’ambito di tutto questo sardismo che impregna il NM, di quest’esigenza da esso denunciata di un distacco netto dai partiti da lei definiti "romani", che significato assume la candidatura di Vittorio Sgarbi, nel collegio di Sassari?

Non capisco questa domanda... Vittorio è un compagno d’avventure, abbiamo combattuto insieme tante battaglie, e poi è un catalizzatore di voti da non sottovalutare, un seggio sicuro... senza dimenticare che piace molto alle donne, non trova? ( mi esimo dal fare ogni tipo di commento!!! N.d.R.) E poi mi creda, nessuno si voleva candidare con me, tutti avevano paura, si ricordi che io sono perseguitato dalla magistratura chiunque si fosse esposto con me, avrebbe rischiato l’azienda, la libertà, il patrimonio.

Tornando alla questione della casa Comune dei Sardi, pensa veramente che possa essere l’alternativa ai due poli?

Parliamoci chiaro, alternativa valida, non ce n’è. Le ho già parlato della mia teoria del male minore; ciò che io rimprovero alla casa Comune dei Sardi è soprattutto la mancanza di intellettuali, poche teste, e in compenso molte persone interessate ai soliti giochi e meccanismi di potere. Purtroppo questo è riscontrabile all’interno di tutti i partiti che ne fanno parte, UDR, PSd’AZ, Sa Mesa... Anche se si rivendica un ruolo di novità, una volta che si arriva ad occupare quelle poltrone, si diventa tutti così; tutti, anche i miei.

E’ possibile che all’interno di questo Consiglio Regionale, Sia tutto da buttare? Ad esempio, lei ha dichiarato più volte di apprezzare Mauro Pili...

R Si, è vero. Pili li dentro è il migliore: è giovane, ricco di voglia di fare, è un volto nuovo. Lei mi chiederà: ma allora perché l’hai bocciato? Perché comunque non andavano bene le cose che stava facendo e soprattutto le persone con cui le stava facendo..., io non ho voluto pormi il problema del se poi sarebbe arrivato di peggio, perché tutto ciò che sarebbe arrivato l’avrei comunque subito. Nel momento in cui è però toccato a me esprimere un avvallo, ad una condizione, una scelta, un comportamento, non me la sono sentita di dire sì a Pili, a quella giunta e a come si era formata. Il retroscena era abbastanza squallido.

Ce ne parlerebbe? A proposito, che significato ha avuto la visita di Berlusconi, cosa le ha offerto che lei non ha potuto accettare, o cosa non le ha offerto che lei avrebbe accettato volentieri?

Guardi, io non ho appoggiato Pili come ho già detto, perché quella giunta è nata all’insegna delle peggiori politiche di spartizione e clientelari, non assolutamente in linea con la mia idea politica di rottura, di cambiamento. È per questo motivo che non ho appoggiato la giunta Floris (la prima giunta Floris N.d.R.), perché posso avallare solo una giunta di tecnici, una giunta prettamente politica, che si occupi degli interventi urgenti, della riforma elettorale, unica causa dell’instabilità politica sarda, e che poi ci accompagni tutti verso nuove elezioni. Meglio se guidata dalla Casa Comune, ma potrebbe essere guidata anche da Selis.

Vuole sapere di Berlusconi? (Ride...) E’ venuto semplicemente per fare il suo dovere, per fare il suo tentativo. Aveva le sue ragioni che per certi punti cruciali non coincidevano con le mie. E’ difficile mercanteggiare con chi non vuole vendere: io non sono interessato né a poltrone, né ad assessorati.

Lei ha parlato di esecutivo tecnico a termine: quanti suoi colleghi pensa siano d’accordo con lei?

Non molti, mi creda; si sono tutti candidati per poter avere la macchina blu con autista, il cellulare a spese della Regione. Cacca pura, questa è cacca pura. Lo scriva. (Lo scrivo. N.d.R.)

Ma questa tragica situazione di stallo che la nostra regione sta subendo da quasi cinque mesi, vale la candela?

In generale non ne varrebbe la pena, ma visto chi sono gli uomini che avrebbero governato, mi creda, la Sardegna di fatto non sta perdendo niente, sta solo limitando i danni.

La ringrazio sig. Grauso e buon lavoro.

Grazie a lei... ma, domande personali non me ne fa?

Beh! Visto che insiste... chi era quel signore che usciva dal suo ufficio, proprio mentre io entravo, mi pareva un volto noto...

L’accontento subito: era l’avvocato Antonio Piras, con il quale stavamo discutendo la spartizione del riscatto di Silvia Melis...(e ride! N.d.R.).