Lo sciopero del CTM visto da vicino

Abbiamo intervistato Giorgio Asuni, Vice segretario della CGIL sarda

Di Valentina Ortu e Alessia Strazzera

 

Nel periodo dello sciopero gli autisti della RDB avevano affermato che non ci sarebbe stata revoca dello sciopero finché non fosse stata garantita la realizzazione dei progetti previsti dal Protocollo d’intesa. Ora, lo sciopero è sospeso( anche se a tempo indeterminato): cosa significa questo? Che l’applicazione del Protocollo sarà prossima o che gli autisti ci hanno rinunciato?

Partiamo dalle motivazioni dello sciopero. Gli autisti della RDB non riconoscono l’accordo che CGIL, CISL e UIL avevano fatto; prima non riconoscevano neanche l’accordo-quadro del Dicembre del ’97, né tantomeno quello del Dicembre ’98, accordo che riorganizza gli orari di lavoro e gli incarichi degli autisti, perché c’era una stortura di prestazione d’orario bassissima in termini d’efficienza, perché lavorano complessivamente 4 ore, 4 ore e mezzo e perché il CTM non è più un consorzio che non ha dei paletti relativamente ai posti ai ricambi (il CTM come tutte le aziende di trasporto pubblico locali deve avere ricavi di 35 lire per 100 di spesa). La situazione del CTM era a 16 lire di ricavo su 100 di spesa, quindi il bilancio è terrificante. Noi costruimmo quell’accordo sulla base di un principio: non si toccano gli organici ma vorremmo tutti quei recuperi di efficienza che possono essere fatti nell’organizzazione del lavoro e quindi abbiamo fatto quest’accordo che prevede un aumento dell’orario di lavoro e un’altra serie di accorgimenti tali da permettere all’azienda di rimettersi in condizioni di efficienza maggiore sia nel recupero dei costi che nel recupero di efficienza di qualità di servizio. Gli autisti sono scesi in sciopero perché disconoscono l’accordo prevalentemente sugli orari di lavoro. Tutte le altre questioni che hanno messo in campo per giustificare l’azione di sciopero che, secondo noi è irrazionale e illegale, sono già contenute nei protocolli che noi abbiamo firmato. Non conosco le motivazioni della sospensione dello sciopero; gli autisti hanno dichiarato che le condizioni per cui hanno fatto lo sciopero sono immutate. Nella stampa attestano che si rifanno all’accordo del Dicembre’98 e non sono disponibili a discutere questi accordi. Le condizioni del CTM non sono diverse rispetto a 2 anni fa, magari ci siamo avvicinati alle 35 lire per ogni 100 di costo; abbiamo anche pensato di chiedere un incontro al CTM per una contrattazione, per fare in modo che quei benefici recuperati vadano in qualche modo ridistribuiti ai lavoratori. Credo però che questa sia un’illusione, non credo infatti che il CTM abbia in poco tempo modificato i suoi parametri disastrosi.

Lo sciopero è stato definito dal sindaco di Cagliari, da quello di Quartu e dal Presidente della Provincia "illegale", mentre secondo gli autisti è il contrario. Ora, la questione sta assumendo un carattere non più locale ma nazionale, perché la vertenza sulla legalità degli scioperi è rimbalzata in Parlamento. Secondo Lei lo sciopero è legale?

Lo sciopero è illegale. C’è una legge dello Stato che pone dei vincoli giusti nella dichiarazione degli scioperi dei servizi pubblici, perché quando si sciopera nei servizi, non si fa del male al datore di lavoro, si fa del male agli utenti. Allora lo Stato italiano ha approvato una legge nazionale (che è la 146) che regolamenta gli scioperi, secondo la quale ci vogliono i preavvisi necessari di almeno 10 giorni prima, in modo che l’azienda che dà il servizio organizzi dei servizi minimi per non causare eccessivi danni all’utenza. Tra uno sciopero e l’altro ci devono essere tempi comodi per permettere alle aziende di non penalizzare eccessivamente gli utenti. In questo caso lo sciopero della RDB non aveva né preavviso di 10 giorni ( perché è uno sciopero ad oltranza), né tantomeno la possibilità che l’azienda si organizzasse; è vero che ne ha risentito anche il bilancio del CTM perché no vendeva biglietti, però di fatto chi ha pagato le conseguenze maggiori sono le persone più deboli: pensionati, casalinghe, studenti, ecc…

Lo sciopero è quindi illegale sul piano della legge, ma è irrazionale sul piano delle ritenute, perché va a colpire elementi della società che non hanno bisogno di essere colpiti.

La magistratura sta svolgendo delle indagini sulle presunte malattie degli autisti: i certificati medici presentati sono arrivati addirittura a 105. Lei pensa che gli autisti siano tutti in buona fede? Che cos’è questa epidemia collettiva?

Non esprimo giudizi sulla professionalità dei medici. E’ chiaro che se un medico rilascia un certificato, se ha una coscienza, risponde a se stesso e all’ordine cui è iscritto. Di fatto però è sospetto, è strano o forse è una coincidenza che durante una dichiarazione di sciopero ad oltranza, gli autisti si ammalino o siano stati colpiti da una sindrome di preoccupazione psicologica per il danno che provocano all’utenza, oppure piuttosto che pagare di tasca lo sciopero hanno fatto pagare le casse dello Stato.

La CGIL che posizione ha assunto in questa faccenda?

La CGIL ha assunto una posizione di difesa dell’accordo fatto a Dicembre, perché ritiene che quell’accordo sia insufficiente per mettere il CTM in condizioni di diventare nel 2001 un S.P.A; siamo preoccupati del fatto che un autista debba lavorare qualche ora in più al giorno ,di non essere in condizione di mantenere questi 850 dipendenti per quella data e di non riuscire a cogliere il bersaglio delle 35 lire e se così fosse ,a quel punto è chiaro che, non potendo recuperare denari dall’efficienza, il CTM deve abbattere i costi e gli unici costi da abbattere sono i costi fissi, cioè gli stipendi: a quel punto avremo tra un annetto anche da gestirci gli esuberi di quell’azienda. Ecco perché la CGIL tiene ferma la barra sull’accordo e ritiene ingiustificato l’atteggiamento dei lavoratori del CTM.

Secondo Lei, dopo tutti questi disordini nell’ambito dei trasporti pubblici (CTM, Meridiana, ecc.), gli utenti eviteranno il più possibile di utilizzare i servizi offerti da queste aziende?

Io ragiono prima da cittadino poi da sindacalista. Sono cittadino di un’isola e so che sono prigioniero quando non ho servizi; per cui preferirei da cittadino che le questioni che riguardano le contrattazioni delle condizioni di lavoro fossero regolate senza ricorrere allo sciopero; e ritengo che sarebbe ora che i lavoratori che hanno lavorato nella prima Repubblica nei servizi pubblici (in condizioni di monopolio) si rendessero conto che in un sistema dove il monopolio non può più esistere perché siamo entrati in Europa, le condizioni e i parametri sono quelli del mercato e devono pensare che determinati privilegi che potevano esistere, forse non è più possibile difenderli e le compagnie italiane, per non perdere i tempi del mercato, devono cercare di accelerare un iter di confronto perché i parametri di mercato vengano riassorbiti.

Sul piano sindacale la CGIL si sta interrogando parecchio su come gestire questi cambiamenti. Viviamo in un comparto dei servizi pubblici, dove c’è un nascere continuo di sindacatini autonomi che sono prevalentemente espressione di mestiere.

Il settore dei servizi pubblici è molto delicato ed è anche complesso perché nelle compagnie di bandiera, come Alitalia e Meridiana non è possibile che si abbiano piloti più pagati rispetto ai migliori piloti delle migliori compagnie europee. Escludo che venga colpito qualche privilegio preesistente, ma quello stesso privilegio dev’essere guardato in un contesto di compatibilità. Il sindacato deve stare molto attento a non perdere sicurezza nei servizi, perché a condizioni di garanzia e sicurezza date, l’utente viaggerà sulla compagnia che farà pagare meno e che darà servizi più efficienti, ma in Italia non ci sono utenti soddisfatti: quando si mettono in viaggio alle 8 non sanno né quando partono, né quando arrivano , per cui i costi sono insopportabili e la qualità dei servizi estremamente scadente ed è anche in questo che il sindacato della CGIL sta cercando di fare degli sforzi.