I tempi cattivi lasciano ormai il passo a tempi ancora più bui!

di Marco Pistis

Non è solo uno sfogo pessimista del solito studente, ma un'idea basata su fatti reali e circostanziati.

Anzitutto la riforma dell'Università: ne abbiamo parlato nei numeri scorsi ma non ci sono novità positive. Per ora in suo nome si stanno commettendo meschinate ai danni dei più deboli: ne sanno qualcosa i poveri studenti di Economia che si ritrovano ad aspirare ad una misera tesi da tre punti se hanno una base di laurea inferiore a 94. Ma dov'erano le proteste al momento della compilazione del questionario sulla didattica? Le nostre facoltà hanno tutte preso voti positivi (vedere l'articolo al riguardo) nonostante qualche mugugno da parte degli studenti di Ingegneria e di Medicina.

La riforma della Sanità fortemente voluta dalla Bindi lascia perplessi non tanto per gli aspetti più eclatanti, come il dovere di scegliere l'esclusività del servizio sanitario (pubblico) e abbandonare il privato se si vuole continuare ad avere incarichi dirigenziali nel pubblico, quanto per altri aspetti, come ad esempio il fatto che i primari verranno scelti dai direttori generali delle aziende Sanitarie d'intesa con i Rettori. Che cosa c'è di male? Che i Direttori Generali sono di nomina politica ed il tutto diventa semplicemente un abbandono dell'autonomia universitaria (qualche bastian contrario dice che i medici si sono venduti per un milione di aumento minimo, alla faccia delle altre classi lavorative che scioperano per poche decine di migliaia di lire!!!).

Anche quest'anno l'Università organizza il Salone dello Studente a Monserrato, campagna di autopromozione e orientamento. Una buona idea va sempre incoraggiata, ma non si deve mai perdere di vista la polvere che rimane dopo la festa, nella fattispecie: la mensa di Monserrato è ancora una chimera, i collegamenti sono quelli dell'anno scorso e il Policlinico universitario è ben lungi dall'essere completato, nonostante gli sforzi del nostro Rettore che pare essere l'unico interessato alla sua realizzazione.

A noi rimane l'amaro in bocca delle tante diversità tra il nostro Ateneo e gli altri Atenei italiani e stranieri, pagare meno e starci più tempo equivale a pagare uguale, ma in più perdere anni preziosi, perdere competitività nel mondo del lavoro e in definitiva partire ad Handicap!