Arriva l’uomo nero

Sardegna paradiso della tolleranza, Sardegna terra antica, chiusa nelle sue tradizioni ma in cui l’ospite è sacro, terra che per decenni ha visto i suoi figli costretti a partire per cercare lontano quel lavoro che non riusciva a dare loro. Oggi si ritrova ad essere sogno di rivincita per altri, costretti a cercare lontano da casa il denaro sufficiente per sopravvivere.

Gli extracomunitari sono arrivati nella nostra isola da poco, dagli anni ’80, e ben si sono integrati con la popolazione locale. Marocchini e senegalesi, le due comunità più numerose, si sono inseriti molto bene in questa terra povera ma che ha sempre avuto molto da offrire.

Questo lasciava pensare che da noi intolleranza e razzismo fossero parole inaccettabili, che proprio i sardi, emarginati e ghettizzati in varie parti del mondo non avrebbero mai trattato allo stesso modo altri costretti a vivere nelle stesse condizioni, perché sapevano, perché capivano.

Vari episodi, invece, hanno dato l’allarme e così, abbiamo provato a studiare un gruppo di studenti universitari, categoria sociale che meno delle altre avrebbe dovuto manifestare segnali di intolleranza, e invece è arrivata la sorpresa.

Una percentuale di poco sotto il 50% degli studenti intervistati è risultato avere una "propensione al razzismo" abbastanza alta. Lo studio ha portato alla luce alcune differenze tra gli studenti. Le donne sono più tolleranti degli uomini, gli iscritti alle facoltà scientifiche sono più intolleranti rispetto alle altre facoltà, gli abitanti di Cagliari e del suo hinterland sono quelli più disponibili rispetto a quelli dell’interno.

Alcune delle risposte al questionario somministrato lasciano un po’ interdetti: gli studenti non vorrebbero far iscrivere gli extracomunitari agli uffici di collocamento (ma chi mai ha trovato lavoro partendo da li?), concederebbero l’elettorato passivo ma non quello attivo, alcuni (pochi a dire il vero, ma è comunque grave), sono contrari ai matrimoni misti, e questi sono solo alcuni esempi.

Avrei altro da raccontare ma lo spazio ridotto me lo impedisce. Una cosa è certa, almeno a mio giudizio: in questo periodo in cui riscopriamo il valore della tradizione, della lingua, della sardità in genere, sarebbe il caso di ritrovare anche quello spirito di ospitalità e di rispetto che da sempre ci ha caratterizzato. La Sardegna è dei Sardi, ma essere sardi è un modo di vivere, e certo non si acquisisce per nascita. (Alessandra Sau)