Collocazione sul territorio

Per proporre un’idea di tutela e valorizzazione della zona archeologica di Jesolo, poco conosciuta oggi, ma molto importante dal punto di vista storico ed artistico, durante l’anno scolastico ci siamo divisi in gruppi e, con l’aiuto dei professori di Educazione Tecnica e di Educazione Artistica, abbiamo analizzato l’area in questione, e in particolare i resti della basilica medievale di S. Maria Maggiore di Equilo.

Prima di fare tale analisi, però, abbiamo osservato che il nostro paese è diviso in tre zone distinte: l’area archeologica, che attualmente è abbandonata, Jesolo paese, il centro, e Jesolo Lido, la nostra maggiore risorsa economica.

Riflettendo su queste tre situazioni, ci siamo accorti che esse non hanno la stessa importanza, quindi abbiamo deciso di riequilibrare il tutto, principalmente elaborando un piano di recupero sia a livello urbanistico che prettamente archeologico della zona con i resti del centro di Equilo, la più trascurata. Ciò prevede due interventi, uno a terra ed uno aereo; in sintesi, il primo, mediante un asse stradale in parte pedonale ed in parte carrabile, vuole ricucire le tre situazioni prima descritte, ponendo il nostro edificio scolastico al centro dell’intervento stesso, come simbolo tra passato (Antiche Mura) e futuro (Jesolo Lido).

Il secondo, ha la stessa funzione del precedente ma, mediante un raggio laser, la si rilegge nelle ore serali e notturne; il messaggio, così, è sempre visibile, costituisce la memoria permanente tra Passato, Presente, Futuro. Il piano di recupero archeologico, invece, suggerisce la creazione di un Parco- Laboratorio e più in dettaglio, dopo gli opportuni consolidamenti, ripuliture ed ulteriori scavi, la trasformazione dei resti della basilica medievale in una specie di monumento, dove sia visibile la sezione longitudinale e l’ipotetica facciata, realizzate con l’uso di una struttura in acciaio poggiante su un pavimento in perspex trasparente, che copra tutta la superficie delle fondamenta della chiesa, a loro protezione.

Una parte di questo lavoro, ovviamente, è stata dedicata alla storia delle vicende costruttive della basilica, da quella paleocristiana a quella romanica, fino alle immagini che ci parlano del totale degrado in cui versa e, dalle quali, è sorto il bisogno di offrire un contributo, anche se modesto nella sua schematicità, fatto di idee, ma che ci ha dato l’occasione di riscoprire le nostre radici storiche e culturali, in ambito locale.