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TRAINING AFFERMATIVO

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     AFFERMATIVO

L'addestramento affermativo è una tecnica psicoterapeutica di notevole interesse perché tende a valorizzare le risorse dell'individuo e a facilitare l'espressione delle emozioni, dei desideri e dei bisogni della persona, pertanto è indicata a tutti coloro che vogliono comprendere il     proprio modo di relazionarsi e mirano al miglioramento della propria personalità.

Il Training Affermativo si ispira ai principi della teoria e pratica dell'apprendimento e ha    elaborato interventi coerenti sia con la convinzione che le abitudini di risposte d'ansia siano abitudini apprese, sia con il principio che l'ansia sia una risposta emozionale condizionata.

Wolpe può essere considerato il fondatore teorico-sistemico del metodo (1969), comunque egli fu l'erede di un patrimonio sperimentale e teorico elaborato in campo clinico e la cui   metodologia di intervento è legata al nome di Pavlov (1938).

Con Salter (1949) l'addestramento all'autoaffermazione si definisce meglio con soggetti    ansiosi dai tratti del comportamento male adattati ai quali, mediante l'apprendimento di abilità espressive, possono sviluppare risposte sociali più adeguate.

Con Lazarus e Bandura (1963) entriamo nella seconda fase dello sviluppo storico dell'addestramento con la tecnica del role-playing e il ricorso alle procedure del modeling.

Negli anni '70 l'applicazione del T.A. viene esteso, con Rimm e Master, al trattamento delle patologie sessuali.

Il comportamento affermativo si oppone a 2 comportamenti anassertivi cioè aggressivo e   passivo.

L'individuo, il cui comportamento si definisce assertivo, sarà autosufficiente nei rapporti    interpersonali, fiducioso, capace, spontaneo nell'espressione si sentimenti ed emozioni. La  comunicazione chiara e sicura di sé ovvero l'affermazione primaria del valore unico della  persona, produrrà sul piano dei rapporti interpersonali risposte gratificanti (amicizia,           accettazione) che, funzionando da rinforzo, amplieranno la gamma dei comportamenti         emotivi appropriati. Sul piano della realizzazione di sé consente di realizzare le mete          prefissate senza prevaricazioni, alimentando l'autostima e la fiducia in se stessi, consentendo le scelte autonome e realizzando la dignità della persona.

Il "senso di valore personale", al contrario, è basso in entrambi. I comportamenti anassertivi, in quello passivo il soggetto si arrende al volere altrui reprimendo i propri desideri; l'individuo aggressivo ha bisogno, per raggiungere i propri obiettivi, di imporsi con violenza, calpestando e disconoscendo il valore altrui.

Inoltre il soggetto passivo ottiene nell'immediato il vantaggio di eludere le situazioni          potenzialmente ansiogene ed acquistare l'approvazione come persona gradita come persona gradita perché generosa, altruista, servizievole; ma a lungo termine la stima di sé provoca   risentimenti, irritazione e sensi di rabbia repressi che vengono spesso somatizzati in dolori di testa, sindromi depressive, disturbi di stomaco, ecc…

Nell'aggressivo la risposta imprevedibile, esplosiva, sproporzionata allo stimolo, genera nel soggetto stesso, sensi di colpa, espressioni di ostilità che si realizzano nell'invasione dello spazio altrui, nell'umiliazione, nel disprezzo sistematico e genera nell'altro posizioni di difesa o di attacco.

Da qui l'importanza di un T.A. che, attraverso una progressiva conquista ed esplorazione di sé consente a d ogni soggetto di percepire e riconoscere il proprio potenziale umano, se           necessario modificarlo attraverso:


  1. Correzione dei comportamenti che perpetuano la condotta anassertiva

  2. Sensibilizzazione dei canali percettivi ed educazione della comunicazione

  3. Potenziamento delle facoltà di selezione e identificazione degli stimoli

  4. Controllo dell'ansia con il rilassamento

  5. Apprendimento di nuove risposte

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