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FACE/OFF (1997)DUE FACCE DI UN ASSASSINO |
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Regia John Woo, con Jhon Travolta, Nicolas Cage, Joan Allen, Nick Cassavetes, Gina Gershon
(USA, 1997, col., 2h e 08')
L'agente Sean Archer (John Travolta), è ossessionato dall'idea di catturare il criminale Castor Troy (Nicolas Cage), che anni prima gli aveva ucciso il figlio.Al termine di un violentissimo scontro in un aereoporto, Castor Troy finisce in coma. Ma per sventare un suo piano criminale l'agente Archer, sarà costretto, tramite un sofisticatissimo intervento chirurgico ad assumerne le sembianze. Il problema è che Troy, una volta risvegliatosi farà lo stesso, sostituendosi negli affetti e nella vita di Archer. E non è che l'inizio...
Fino ad oggi il miglior film americano di John Woo. La produzione di Michael Douglas, lascia mano libera (finalmente) al regista di Hong Kong, e si vede. Sorretto da un ottima sceneggiatura,(lascio a voi ogni possibile disquisizione psicologica sul tema del doppio e dell'ambiuguita dell'animo umano), ne esce fuori un film carico di adrenalina ma, nel contempo, ricco di umanità e sentimento. Cose impossibili da trovare in altri film di genere americani. Ogni scena meriterebbe una citazione, ma su tutte, indimenticabile, l'assalto delle forze dell'ordine, nel rifugio di Castor Troy, visto tutto con gli occhi di un bambino che ascolta in cuffia Over the Rainbow, tema del Mago di Oz (uno dei film preferiti del regista). Eccelenti anche i due attori, anche se John Travolta rende il meglio di se', una volta trasformatosi in cattivo.
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Hanno scritto:
"... Jekill e Hide non sono più due volti di una stessa persona ma scambiano i loro corpi. John Woo realizza un thriller in cui psicologia, suspense ed azione si fondono magistralmente. I primi quindici minuti sembrano aver già dato tantissimo allo spettatore in termini di spettacolarità, ma si tratta solo del prologo. Quello che segue dimostra che Woo è ormai un auturo capace di inserire nel cinema di genere una nevrosi tutta orientale, che non perde di efficacia quando si trasfericsce negli states."( Pino Farinotti, Dizionario di tutti i film, Mondadori 2000)
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" Al suo terzo film americano, Woo aggiorna definitivamente l'action movie usa, importando il meglio della sua esperienza a Hong Kong: tra Peckinpah e The Killer, una variazione da capogiro della classica lotta tra bene e male, dominata da una tensione incessante tra ambiguità e morale, e rinvigorita da una regia che riscrive le coordinate temporali procedendo per accumulazione selvaggia e poetica in egual misura. L'happy end è stato imposto dalla produzione, ma il fascio di luce che avvolge il ritorno a casa dell'eroe è ironico quanto basta. E, in ogni caso, nulla può cancellare dalla mente la sua smorfia di dolore quando, guardandosi allo specchio, deve riconoscere se stesso nel volto del suo peggior nemico" (Paolo Mereghetti, dizionario dei Film, 1998 Baldini e Castoldi)
| "Il terzo film hollywodiano del cinquantenne J. Woo, il più invenitivo regista di Hong Kong nel cinaema di azione violenta, fa perno su due star (Travolta e Cage) e su una mirabolante trovata di fantascienza chirurgica: il trapianto delle facce. Da una scenegiatura di Mike Werb e Micheal Colleary, Woo ha tratto un film che, per la prima volta a Hollywood, gli appartiene, pur nel suo manierismo e pur accontentando le esigenza della committenza. I temi del sottotesto sono tanti tra cui, fondamentale, quello del bene che per essere tale deve conoscere veramente il male e praticarlo. Conta, comunque, la scrittura, il virtuosisimo della regia,a patto di cogliere quel filo di umorismo, se non di ironia, che attraversa il film come un fiume carsico, ora in superficie, ora sotterraneo" (Morando Morandini, IL Dizionario dei Film 2001, Zanichelli) |  |
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