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Mercoledì 17/7/2002

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Joppolo / Rifondazione Comunista denuncia i numerosi errori nei tributi su acqua, rifiuti urbani e Ici
Il paese delle bollette impazzite
C'è chi paga per contatori inesistenti e chi per case non sue


Marialucia Conistabile


VIBO VALENTIA – Benvenuti a Joppolo; non solo paese di «santi, poeti e navigatori», ma di ultraottantenni “nababbi” e bollette dei tributi impazzite. Welcome a Joppolo, dove a chi è in possesso di un solo contatore dell'acqua potabile sono state recapitate bollette relative ad altri 3 contatori, due dei quali inesistenti; dove la stessa tassa sui rifiuti solidi urbani si continua a pagare, nonostante lo si sia fatto da anni in un'unica soluzione. Willkommen a Joppolo, dove l'ottantasettenne Maria Francesca Barbalace risulta proprietaria di cinque abitazioni quando ne ha una sola, però di tutte le si chiede di pagare l'Ici e dove vive Francesco Barbalace, che di abitazioni ne avrebbe undici e per tutte, puntuale, è arrivato il pagamento dell'Ici, anche se solo due sono sue e le altre di una società di Lamezia Terme. Bienvenido a Joppolo – dove il “balletto di bollette” va avanti dal 1996 e dove, in questi giorni, si è riversata una nuova ondata di raccomandate (ne sono arrivate mille) con le quali si richiede il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani relativa al 1999. In ordine di tempo è la terza richiesta sul tema, nonostante molti joppolesi abbiano provveduto al pagamento del dovuto già al primo avviso, mentre altri distrattamente, forse credendo di pagare altre annualità già maturate, hanno messo mano al portafogli per la seconda o terza volta. Una vicenda paradossale, che avrebbe dell'incredibile se il gruppo di Rifondazione comunista non si fosse preso la briga di documentare il tutto. La nuova ondata di avvisi ha scatenato l'ennesima reazione dei dirigenti regionali, provinciali e locali di Rifondazione che, ieri mattina, hanno denunciato la situazione nel corso di una conferenza stampa, svoltasi a Vibo Valentia nella sede della Spi-Cgil. Presenti il consigliere regionale Damiano Guagliardi, il segretario provinciale Matteo Malerba, il segretario di Joppolo Sisto Vecchio, Paolo Restuccia (Ds), Pino Martino e Fortunato Marasco (Spi-Cgil). Per Guagliardi la vicenda non è isolata a Joppolo ma riguarderebbe molti altri centri sia del Vibonese che dell'intera regione. «Non si riesce a venire a capo del problema e scoprire dove c'è l'errore che causa la raffica di cartelle», ha evidenziato. «Avevamo chiesto i tabulati alla direzione regionale delle Poste per verificare i pagamenti avvenuti – ha aggiunto – ma non ci sono stati dati per non violare la privacy. A livello istituzionale Rifondazione ha percorso tutte le vie, ma siamo al punto di partenza e molti utenti, per aver garantito un diritto, sono stati costretti a ricorrere alla magistratura. Prc sta dentro al problema ma abbiamo bisogno di un sistema di alleanze, per questo chiediamo a sindacati, partiti e associazioni di consumatori di darci una mano. In ballo c'è la credibilità delle istituzioni». Prima di Guagliardi a suonare la carica era stato Sisto Vecchio, ex sindaco, ex consigliere comunale e attuale “mastino” della situazione. Dal '96 tiene stretta la morsa sulla vicenda delle bollette impazzite e non intende mollare. Ieri, dopo aver tracciato la cronistoria del valzer di cartelle esattoriali «nella Repubblica autonoma di Joppolo» e ricordato le denunce e le interrogazioni presentate ha ribadito: «Non sappiamo più a chi rivolgerci, la vicenda viene sottovalutata ed erroneamente ricondotta a 23 cittadini, quando invece riguarda un numero molto più alto. Ne sanno qualcosa gli avv. Martino Porcelli, Francesco Martingano e Ettore Troielli che stanno assistendo molti joppolesi. Comunque, finora nessuno si è preso la briga di venire a capo di questa storia e, intanto, gli ultrasettantenni o pagano per la terza volta o sono costretti a rivolgersi a un avvocato. A quest'ultime raccomandate, infatti, si deve rispondere con un ricorso alla Commissione tributaria». Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario provinciale Matteo Malerba per il quale ci si trova «davanti ad atti formali che raccontano una lunga storia di illegittimità». Al contempo ha ribadito la necessità che siano gli enti pubblici a gestire la delicata materia dei tributi. Non meno deciso è stato l'intervento di Paolo Restuccia (Ds): «Il problema è ormai uno solo: ci troviamo di fronte a una crisi della democrazia. L'improvvisazione di chi è preposto a questi settori è grande. Mancano controlli incrociati e siamo arrivati alla Repubblica di Bengodi. Peggio di così».

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