IOPPOLO
Ieri delegazione di
Rifondazione comunista ha incontrato il viceprefetto
Panzera
La storia infinita delle cartelle
pazze
VIBO VALENTIA – Altro che
telenovela! A Joppolo la storia dei tributi
“impazziti” farebbe impallidire qualsiasi trama. Una
storia infinita, che va avanti dal '96 scandita da un
valzer di cartelle e notifiche di mora, di allegri
importi per l'Ici conteggiati anche su abitazioni
inesistenti, di contatori per l'acqua – ora leggibili
ora no – che risultano intestati a più persone. Una
vicenda diventata ormai un chiodo fisso per Rifondazione
comunista che da anni cerca di sollevare il problema e
di sensibilizzare gli organi dello Stato su quanto
accade a Joppolo. Finora però, le lettere inviate dal
segretario locale di Rifondazione, nonché ex sindaco,
Sisto Vecchio, da quello provinciale Matteo Malerba e da
quello regionale Dino Comodari, non hanno smosso più di
tanto le acque. Ieri, la problematica è stata
affrontata ancora una volta in Prefettura. All'incontro,
presieduto dal viceprefetto Vittorio Panzera, ha preso
parte la delegazione di Prc, nonché il sindaco della
cittadina Libero Vecchio, con il segretario comunale e
un tecnico comunale. Anche in questo caso si è cercato
di definire la questione o quanto meno «mettere
finalmente dei precisi paletti» ma gli esponenti di
Rifondazione non sono apparsi molto convinti. Da troppi
anni la storia va avanti «e a pagarne le spese –
rimarca Sisto Vecchio – sono perlopiù gli anziani, le
persone più deboli». Davanti a Comodari e Malerba l'ex
sindaco tira fuori i cedolini di bollette pagate,
esibisce le more che a queste sono seguite e si chiede:
«Ma i soldi per i tributi pagati, considerato che
ancora il Comune dice di non conoscere l'importo, che
fine hanno fatto?». Una domanda che si pongono anche
Malerba e Comodari anche perché di solleciti ne sono
stati fatti parecchi (oltre 18 mila). «Molta gente (ne
abbiamo le prove) ha pagato bolletta e mora. Non
mettiamo in dubbio che ci possa essere stato un errore
– commenta ancora Sisto Vecchio – ma è il perdurare
che ci preoccupa. Qui è diventato un metodo e le ultime
bollette, tanto per fare un esempio, non riportano
neppure il numero del contatore». E allora per tagliare
una buona volta per tutte la testa al toro il copioso
fascicolo, comprese le segnalazioni alla Gdf e alla
Procura, è stato portato all'attenzione del
parlamentare di Prc Niki Vendola, mentre al consigliere
regionale Damiano Guagliardi (neo vice presidente della
Commissione regionale antimafia) è stato chiesto di
disporre un'audizione con gli attuali amministratori di
Joppolo. «È ora di finirla – sottolinea Comodari –
non s'è mai visto, ma a Joppolo sì, che una legge si
applichi in modo retroattivo. L'aumento del 5 per cento
sugli immobili e del 25 sui terreni è stato stabilito
nel '97. Qui però si è applicato anche per il '95 ed
il '96». E strano è pure lo “sconto” di oltre il
50 per cento che si operato negli anni e dietro proteste
sull'iniziale importo appioppato a un contribuente
(oltre 4 milioni) che risultava proprietario di 11
appartamenti, nonostante di abitazioni ne avesse solo 2.
«Questo è solo uno dei tanti casi da noi denunciati
– conclude Sisto Vecchio – . Un esempio di quanto
avviene nella libera repubblica di Joppolo e in una
provincia, dove lo stato di diritto non esiste proprio».
(m.c.)
(venerdì 31 gennaio 2003) |