Tassati per un servizio di sviluppo mai erogato
 
Da CalabriaOra del 24.11.06

Per i cittadini l'imposta del Consorzio di bonifica è ingiusta

In pieno clima di legge finanziaria, con le relative tasse e imposte, il Consorzio di Bonifica integrale di Vibo Valentia ne ha aggiunta un'altra che minaccia di alleggerire ulteriormente le tasche dei contribuenti di Joppolo. Sono centinaia le lettere, accompagnate da relativo bollettino postale, che gli abitanti del comune vibonese si sono visti recapitare in questi giorni, oggetto della missiva un contributo da versare sul conto del Consorzio per l'attività relativa agli anni 2001 2002, che come recita il testo della lettera "è stata svolta verso uno sviluppo economico sostenibile e garantisce protezione e salvaguardia delle risorse naturali". Un servizio a cui i consorzi di bonifica sono preposti dalla legge che regola la materia e che li inquadra quali persone giuridiche competenti a operare per lo sviluppo, la difesa e la valorizzazione delle opere agricole. Come viene indicato nell'avviso le somme (da un minimo di venti fino a cinquecento euro e oltre) sono calcolate secondo il piano di riparto delle spese (approvato con Dpgr n97/2000), si riferiscono cioé alla quota della spesa rimasta a carico del Consorzio di bonifica per l'opera o la manutenzione realizzata nell'interesse della proprietà consorziata e alla quale abbia portato un beneficio di natura fondiaria.
Bisogna evidenziare però che il beneficio per cui può essere richiesto il pagamento deve sorgere dal rapporto inscindibile tra l'opera e il fondo (o immobile che dir si voglia), al quale apporta un incremento di valore. E a Joppolo le centinaia di destinatari, che vengono denominati consorziati, nella stragrande maggioranza dei casi non hanno mai visto o usufruito del servizio e tanto meno hanno ricevuto informazioni della presunta attività eseguita a vantaggio dei propri terreni. Per alcuni l'estraneità al suddetto ente è facilmente riscontrabile dato che sono deceduti molti anni prima della presunta attività di bonifica, mentre per altri tale servizio è difficilmente giustificabile dato che non possiedono nemmeno un piccolo giardino. Incongruenze e fatti paradossali che hanno accresciuto la convinzione nei cittadini di Joppolo di sottrarsi al pagamento di questi nuovi contributi di bonifica.
Il primo cittadino di Joppolo, l'avvocato Salvatore Vecchio, avvalora le perplessità che questa imposta provoca. "Ritengo - afferma il sindaco di Joppolo - che non si debbano pagare, il pagamento del contributo consortile deve essere effettuato solo da coloro i quali hanno tratto un vantaggio diretto dalle spese effettuate dal consorzio. Quindi la richiesta va fatta nei confronti non della generalità dei cittadini, ma verso coloro i quali hanno tratto vantaggio dalle opere realizzate. L'amministrazione comunale si riserva di assumere un'adeguata iniziativa. Anche se la legge regionale è sul punto equivoca, la fattispecie determinatasi è certamente in contrasto con la costituzione, in quanto pretende un pagamento generalizzato di somme non dovute".
A confermare i dubbi e a irrigidire la posizione di quanti hanno già stracciato le bollette di pagamento, ci sono i pronunciamenti favorevoli su fattispecie simili ottenuti dai cittadini sia dall'autorità giudiziaria ordinaria e quindi da parte delle commissioni tributarie a cui successivamente è stata attribuita la competenza a giudicare le cause. Inoltre c'è stato un pronunciamento sull'argomento da parte della Cassazione a Sezioni Unite che oltre a chiarire ulteriormente i contenuti del beneficio, ha stabilito, con le sentenze 8957 e 8960, che l'onere della prova del beneficio, se contestato, è a carico dell'ente impositore, cioé il Consorzio di Bonifica.
Intanto a Joppolo lo scetticismo aumenta e il segretario comunale di Rifondazione Comunista, Sisto Vecchio, ha invitato i cittadini venerdì alle ore 18 presso la sede del partito per promuovere la discussione e l'informazione sulla questione.
 
ALESSANDRO SAMBITO
vibo@calabriaora.it


Articolo
del 24.11.2006

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