Famiglia Cullari
(Omaggio di joppolo.vv a Patricia)

A Giuseppe Cullari, un grande joppolese originario di Caroniti, emigrato in Argentina a soli 17 anni, la nipote Patricia Julià dedica questa pagina
con le foto del nonno e della sua famiglia.
 La foto del passaporto di Giuseppe è una immagine che, da sola, descrive i sacrifici di un uomo. Suscita sentimenti di amore, tenerezza, orgoglio e ammirazione per un ragazzo che a soli 17 anni anni ha affrontato
la vita lontano dai suoi cari e in una terra così lontana. Ma, allo stesso tempo,
suscita anche un profondo rammarico per questa terra che ancora oggi
non è capace di trattenere i propri figli.
Cosa dire di un uomo che da solo è riuscito a costruirsi una vita, un lavoro, una famiglia ed è ricordato con tanto affetto e gratitudine dai propri nipoti?
Caro Giuseppe vorremmo essere tutti come te, ricchi di tanta forza interiore
e di sani principi. Grazie per il tuo esempio di vita!


Testi e fotografie di Patricia Julià
 (click per ingrandire)
click per ingrandire click per ingrandire click per ingrandire

Il passaporto di
Giuseppe Cullari

Giuseppe Cullari
(1905 - 1987)

Giuseppe Cullari
con la figlia Elsa

  
click per ingrandire
Giuseppe Cullari con la moglie Santina Rosalinda Bellavigna
il giorno del matrimonio della loro figlia Elsa

Come parlare di mio nonno... Come ricordarlo meglio...
 
Quando penso a lui, vedo un uomo alto, altissimo, dai capelli bianchi ed uno sguardo pieno d'amore. Poche parole e molti fatti. Certamente, dopo una vita piena di sacrificio e di lavoro, dopo aver dovuto lasciare in Italia la sua famiglia e il suo paese, poter guardare i suoi nipoti, io credo, deve essere stata la miglior cosa nel mondo, deve averlo fatto credere un altra volta nella vita.
Era appena un ragazzo (17 anni) quando è dovuto andare lontano. La guerra - tutti sappiamo - fa cose quasi più terribili che la morte: separa famiglie, spezza cuori. Cosa avrà sentito, mi domando, alla sua età. Una mescola del peggiore dolore e della migliore speranza.
Partire per non vedere mai più sua madre (Domenica Panzitta), suo padre (Alfonso Cullari),
la sua terra. Anche i suoi fratelli Caterina, Gennaro, Carmela, Saviano e Carmelo.
Era l'anno 1922 quando la nave arrivò in Argentina, dopo aver attraversato un mare che sembrava mai finire. Un nuovo mondo, nuova gente, un altra lingua. E soltanto due mani per fare tutto. Questo è veramente creare: fare dal nulla; e, in questo senso, è stato un vero creatore,
come tanti altri che sono arrivati come emigranti.
Dio è stato sicuramente al suo fianco, perché lui, appena arrivato, cominciò a vivere nella località
di Haedo (distante 20 km da Buenos Aires, Capitale Federale, centro dell'Argentina),
dov'è vissuto tutta la vita, ed ha conosciuto l'amore dalle mani di Santina Rosalinda Bellavigna,
mia nonna, venuta anche lei dall'Italia, da un piccolo paese vicino La Spezia, chiamato Sta. Maria di Calice al Cornoviglio. Ambedue, insieme, hanno lavorato e lavorato tutta la loro vita e hanno costruito una bella famiglia, formata dai loro due figli: Elsa, mia mamma, e Isabel. Ed insieme hanno anche costruito con le loro mani la casa dove ancora oggi abita mia zia Isabel.
Questa è la piccola e allo stesso tempo la grande storia di un uomo che certamente mai dimenticherò. Che ringrazierò per sempre per l'amore e per i valori che mi ha lasciato.
Questo è un omaggio a mio nonno Giuseppe Cullari (1905-1987) e a tutti i joppolesi
che hanno dovuto lasciare la loro terra: Joppolo. Terra che, se Dio sarà al mio fianco, desidero conoscere presto e spero mi apra le braccia come l'Argentina le ha aperte a mio nonno.
 
Patricia Julià
Buenos Aires - Argentina
Dicembre 2004
pato_julia@hotmail.com
patojulia2004@yahoo.com.ar
 

Questa sono io
Questa sono io.

(C) 2004 by Graficart. All Rights Reserved.
 
home page di joppolo.vv