C'erano una volta un calabrese e una calabresa che chissà perché e per
quali circostanze della loro vita o famiglia si convertirono in
emigranti (come tante mille...). Approdarono con
dolenti ossa e triste animo, con il cuore pieno di nostalgia e di solitudine in una terra di incerto futuro che da qualche anno prima,
verso il 1890 si chiamava Repubblica Argentina. Lui si chiamava
Giuseppe, un nome molto comune in Calabria e lei da buona
meridionale Concetta. Quando emigrarono erano molto giovani, quasi adolescenti, si
conobbero in Buenos Aires, si sposarono e formarono una famiglia
.... lontano dalle loro famiglie,
delle quali sentivano tanto la mancanza ..... e che non avrebbero
mai più visto. Loro, come altri migliaia di italiani, spagnoli e di tante
altre razze costruirono l'Argentina prospera che si conosceva al
finale del diciannovesimo secolo e al principio del ventesimo. Lo fecero con
coraggio, con forza e con la tenacia che gli immigranti hanno,
perché sapevano che il loro futuro e
quello dei loro figli dipendeva solo dalle loro mani. Quasi non sapevano
fare niente, ma facevano di tutto per guadagnarsi la vita, e la guadagnarono onestamente,
con sacrifici e pertinacia, in mezzo di un ambiente di corruzione
e di ingiustizia che stava intorno a loro. Stabilirono
i valori del lavoro e dell'onore e li tramandarono ai loro figli e
nipoti, ed essi li hanno mantenuti grazie al loro esempio e la
forza di carattere, che è molto dire nei tempi nei quali stiamo
vivendo, per lo meno qui in Argentina.
Dicevano che mio nonno era molto rigido e severo. Forse poteva un immigrante permettersi di essere debole e
perdere il poco che aveva conquistato? Io non ho conosciuto
mio nonno Giuseppe !!
Lui e' morto nel 1940, 14 mesi dopo la mia nascita, ma io abitavo in un altra provincia molto lontana,
Misiones, al nord est dell'Argentina. Pero mentre stavo cercando il famoso certificato di nascita per
ottenere la doppia cittadinanza, cosa che mi è costata 10 anni, e
mettendo insieme tutti i documenti e ottenendo qualche dato dall' unico zio vivo, quasi
novantenne ho sentito come che cominciavo a conoscerlo, vedendo qualche fotografia, il certificato di sposalizio,
quello di defunzione e ricordandomi cose che mi aveva raccontato mio padre. Gia lo conoscevo
attraverso i valori che mi aveva trasferito mio padre, ma solo
adesso lo ho cominciato a immaginarlo nel suo lavoro, nei suoi
timori, nel suo contengo, en nella sua felicità. La sua felicità,
si, nella sua felicità perché sono sicuro che un uomo che aveva
avuto il coraggio di lasciare la sua Patria per costruirne
un'altra, e che si era sforzato come credo che lui ha fatto, vedendo tutto quello che era riuscito a fare e che era
molto, deve essere stato un uomo felice. E lo ho riconosciuto
mettendomi nella sua pelle quando per ragioni della crisi di
lavoro di questa benedetta terra, nonostante dei miei tre diplomi
professionali....mi sono dovuto accontentare di lavorare come
autista di tassi'. Per una incredibile coincidenza ho visto nella
partita di defunzione che mio nonno conduceva una carrozza.
Anche questo l'avevo ereditato! Io sono stato il
primo Gullo universitario. Penso che anche se in parte lo debbo a
mio nonno e a mio padre. Amo al mio nonno Giuseppe (ed anche agli
altri nonni, tutti italiani), e ho imparato a rispettare la sua
umiltà e le sue qualità ma sopra a tutto la sua grandezza, la
grandezza di un umile immigrante, la grandezza di un gran uomo
calabrese. Sono orgoglioso dei miei avi e desidero imitarli. Voglio diventare
italiano. Sarei contentissimo che con tutti i miei titoli
arrivassi ad ottenere la meta della felicita e dell'esito che il mio nonno e' riuscito ad avere.
Mi inchino avanti di un gran immigrante calabrese ...
e al solo pensarlo ..... mi sento felice anche io!
Dr. Augusto Cesar Gullo
Buenos Aires Argentina augustogullo@yahoo.com.ar
N.B. chi ha trovato la partita di nascita e' stato un altro calabrese per adozione
che vive in Joppolo ed il suo mail è joppolo.vv@tiscali.it
.....
ed è un gran amico che se chiama Massimo Periotto.
Il mio riconoscimento e la mia gratitudine anche a la Dottoressa Graciela Papaiani, anche lei
calabrese e che vive en Rawson, nella provincia argentina del Chubut (Patagonia),
che mi ha mandato i dati per potermi comunicare con Massimo, e per
la sua aiuta in questa traduzione ..... anche lei una gran amica.
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Érase de la vida de un calabrés (y una calabresa) que, vaya a
saber por qué dolores de la vida y de las familias, se
convirtió en emigrante (como tantos miles).
Fue a recalar con sus doloridos huesos y solitaria
alma, con el corazón lleno de nostalgias y soledades, a una
tierra de futuro incierto que hacía no muchos años comenzó
a llamarse definitivamente República Argentina, hacia 1890.
Él se llamaba GIUSEPPE, nombre común en la
Calabria, si los hay, y ella CONCETTA. Ambos emigraron en edad adolescente (no tenemos más
datos) y se conocieron en Buenos Aires, se casaron y
formaron familia.....lejos de las familias que añoraban...y
que nunca más vieron.....
Ellos, como otros miles de italianos, españoles y
otras nacionalidades, construyeron la Argentina próspera
que se conoció a finales del siglo 19 y principios del 20.
Lo hicieron con pasión, con coraje, con fuerza y con
la porfía que todo inmigrante tiene, pues su futuro y el de
sus hijos dependía sólo de sus manos. Nada sabían hacer y por lo tanto todo lo sabían
hacer. Y todo hicieron para ganarse la vida. Y se la ganaron honradamente, con sacrificio y con
pertinacia, en medio de un ambiente de corrupción y anomia
que los rodeaba. Establecieron los valores del TRABAJO y de la
HONRADEZ, y se los trasmitieron a sus hijos y nietos, los
cuales los mantuvieron gracias a su ejemplo y firmeza de carácter,
lo que ya es mucho decir en los tiempos que vivimos, al
menos en Argentina. Decían que mi abuelo era muy rígido, muy severo. Es que acaso un inmigrante podía darse el lujo de
ser blando, de arriesgar lo poco que iba logrando?
Yo no conocí a mi abuelo GIUSEPPE !! Él murió en 1940, 14 meses después que yo naciera, pero yo vivía en
otra provincia, lejana, la de Misiones, al nordeste de
Argentina. Sin embargo, a medida que fui buscando la famosa
partida de nacimiento para obtener la doble ciudadanía, lo
que me llevó 10 años y juntando toda la documentación y
obteniendo unos pocos datos del único tío vivo que me
queda (89 años), fue como si comenzara a conocerlo, a través
de fotos, de la partida de casamiento y la de defunción y
algunas referencias que me pasó mi padre.
Lo conocí a mi abuelo y mucho, a través de los
valores que me transfirió mi padre. Comencé a imaginarlo al abuelo, en sus actividades,
en sus valores, en sus ansiedades miedos y felicidades. Felicidades, sí, porque no tengo dudas de que un
hombre que largó su patria para construir esta y se esforzó
todo lo que pienso que él lo hizo, reconociendo todos sus
logros, que fueron muchos y llegan hasta la actualidad,
TIENE QUE HABER SIDO UN HOMBRE FELIZ.
Y mucho lo conocí poniéndome en su piel cuando por
razones de crisis laboral de esta bendita tierra, a pesar de
mis 3 diplomas profesionales.....me tocó ser chofer de
taxi. Por increíble coincidencia, leyendo su partida de
defunción, decía que él era......cochero. Hasta en eso lo heredé !!
Fui el primer GULLO universitario. No es eso, en parte, también un logro de mi abuelo y
de mi padre?
Amo a mi abuelo GIUSEPPE y a los otros también (los
4 italianos), aprendí a conocerlo en la ausencia, aprendí
a respetarlo en su humildad y en sus logros, aprendí a
reconocerlo en su grandeza, la grandeza de un humilde
inmigrante, la grandeza de UN GRANDE HOMBRE.
Estoy ORGULLOSO de mis ancestros y quiero imitarlos. Quiero ser Italiano. Ojalá consiguiera yo con todos mis títulos la mitad
de la felicidad y de los logros que mi abuelo consiguió. Me inclino ante un grande, inmigrante calabrés.......
y de sólo pensarlo....yo también soy feliz !!!
Dr. AUGUSTO CÉSAR GULLO Buenos Aires - Argentina
e-mail: augustogullo@yahoo.com.ar
Notas: quien encontró la partida de nacimiento fue otro calabrés (por
adopción) Massimo Periotto quien vive en Joppolo y su mail
es: joppolo.vv@tiscali.it.,
y es mi amigo......... Mi reconocimiento
y gratitud también a la Dra. Graciela Papaiani, también
calabresa y que vive en nuestra provincia patagónica del
Chubut, por haberme enviado los datos para contactar a
Massimo y también es mi amiga..........
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