Bessa-Burcina-Oropa (TO-BI-VC)
28/08/2001
prima parte
Un pellegrinaggio al Santuario di Oropa? Se si attraversano La Serra e le riserve naturali della Bessa e della Burcina può diventare un tour alternativo: La Serra è sempre un gradevole passaggio, La Bessa è un parco naturale-archeologico unico nel suo genere, mentre la Burcina è un grazioso giardino botanico sul colle sopra Biella; infine Oropa è una classica salita e un santuario di secolare tradizione. Si tratta però di ricognizioni panoramiche, un assaggio per una successiva visita più approfondita, soprattutto per quanto riguarda La Bessa, dove si scoprono sempre nuovi particolari!
Arrivati ad Azeglio (V. tour della Serra), scendiamo verso Piverone, ma all'incrocio si va a destra e quindi a sinistra dopo 800 m, alla frazione Brignone; prendiamo a destra e poi continuiamo a salire passando a fianco della cappella abbandonata di Navione, tenendo la sinistra fino ad arrivare al Gesiun: é il rudere della chiesa preromanica di S.Pietro di Sugliaco, risale al IX secolo ed era la rettoria dello scomparso villaggio di Livione; ha un campaniletto che poggia su di una volta a vela, sorretta da due esili colonne; l'aspetto di rudere curato e l'architettura inconsueta ne fanno un monumento di notevole fascino e suggestione.
[In alternativa si può arrivare facilmente al Gesiun da Piverone prendendo per il cimitero]
La stradina continua per poco perché si immette sulla provinciale per Zimone: piccolo strappo con panorama sul lago di Viverone e passiamo sulla Serra, entriamo in Zimone e seguendo il GTB facciamo una sterrata per arrivare in poco tempo alla strada di Magnano; andiamo invece giù a destra, passiamo Santo Sudario (è solo un paese) fino all'incrocio: dinnanzi a noi una anonima boscaglia con qualche pietrame? In realtà è La Bessa: riserva naturale sul luogo delle aurifondinae (miniere d'oro) dei Victimuli, dei Salassi e infine dei Romani, che ricavavano l'oro separato dalla sabbia deviando l'acqua del torrente Elvo tramite terrazzi artificiali. Rimangono perciò molti cumuli di sassi arrotondati che formavano canali, recinti, vasche, strade ('bonde') e anche villaggi, attorno a cui è cresciuta una fitta vegetazione, che ospita animali e particolari insetti; ah non dimentichiamo le incisioni rupestri preistoriche: massi coppellati (più di 50) tra i più singolari e se ne scoprono ancora di nuovi...
Curiosità: la mitica capitale dell'oro, Victimulae, non si è ancora compreso dove fosse ubicata esattamente, un po' come l'Eldorado. La Bessa è dunque un connubio unico tra archeologia, natura e folklore, ma bisogna entrare per capire: giriamo a sinistra e subito prima di Vermogno (cartello Victimula, la misteriosa El Dorado nostrana) entriamo fino alla piantina del centro visite, prendiamo il sentiero dei massi erratici (che è pure GTB), cioè la sterrata che prosegue oltre il parcheggio; poi a destra (le distese di ciottoli ci accompagnano sempre): pochi metri è prima tappa a sinistra per il Roch dal Ligera (roccia del leggero), un grosso masso erratico in equilibrio sul pendio: presenta in cima le classiche coppelle con canalina e domina una sua distesa di ciottoli.
Si prosegue per altri 500 m e un cartello ammonisce riguardo il Roch Malegn (roccia maligna) e il suo cattivo influsso (l'antidoto è il benevolo Roch d'la Sguia, che però si trova dall'altra parte): incuranti (ce ne pentiremo) lo cerchiamo, seguendo il sentiero a destra che passa sui ciottoli e in 5 minuti ci siamo sopra. E' un enorme masso spezzato in 3 parti: l'estremità opposta presenta numerose coppelle e canaline di varia grandezza; torniamo al sentiero, avendo finito l'acqua (il Malegn inizia) ed è una giornata torrida (over 30° C); si continua fino alla strada delle cave (il GTB deviava prima), si riprende il GTB che si segue poi a destra fino ad un'altra stradina: il GTB sembra indicare la destra (il Malegn può confondere) e ci troviamo subito sulla sponda dell'Elvo: dall'altra parte 3 sirene (fanciulle in topless!) ci attirano con indicazioni contraddittorie. Forse è una trappola del Malegn per sviarci dall'obiettivo di raggiungere Oropa, infatti è già l'una: cosa fare?
seconda parte
Per arrivare ad Oropa (e passare dalla Burcina), si esce dalla Bessa attraversando lo stretto ponte in cemento senza soffermarsi tra le sirene, si arriva a Borriana, si prende a sinistra, si passano 2 ponti, una sterrata per arrivare finalmente a Ceresane capoluogo di Mongrando e all'agognata fontana. Non c'è però tempo per fermarsi e subito si prosegue dritti verso Biella, ma dopo Occhieppo Inferiore si gira salendo verso Pollone: da qui le indicazioni ci portano direttamente all'ingresso della Riserva Naturale della Burcina.
Il parco è nato a metà dell'800 per un'iniziativa privata ed è un giardino botanico di tipo inglese che si estende per 57 ettari sul Bric Burcina: presenti tra gli altri, magnolie, maggiociondoli, ciliegi giapponesi, sequoie californiane ecc.. e la pittoresca conca dei rododendri (ma che sono fioriti 2 mesi prima); sono stati trovati anche resti di un castelliere gallico del V sec. a.C. Una sterrata (ovviamente GTB) sale costeggiando alcuni cascinali, fino alla cima (830 m di quota) con panorama su Biella. Da qui si segue il GTB che scende dietro ad una torretta: è un ripido e corto pendio (forse meglio farlo a piedi) che ci porta su una stradina asfaltata. Si sale a sinistra e si entra subito in Favaro, si prosegue fino ad una nicchia con provvidenziale fontana, dove si fa sosta e spuntino.
Adesso ci rimangono 5 km per arrivare ad Oropa, di cui 3 con la pendenza massima (10-15%): si sale passando per il paese e adocchiando alcune cave di serpentino, fino alla statale. Tra le curve si intravede la cupola della Chiesa Nuova e compare qualche santuario lungo la strada: siamo ormai arrivati all'ingresso del Santuario d'Oropa (quota 1200 m). Tenendo la sinistra, salendo ancora per pochi metri si può entrare dall' ingresso originario direttamente di fronte alla Basilica d'Oropa nel Piazzale Sacro.
Il culto di Oropa ebbe origine, secondo la tradizione, da S.Eusebio che nel 369, rifugiatosi tra i monti d'Oropa per sfuggire alle persecuzioni, vi avrebbe nascosto una statua lignea della Madonna, proveniente da Gerusalemme e presunta opera di S.Luca Evangelista; in seguito sorsero le prime celle degli eremiti intorno al sacello della statua. I primi documenti relativi al santuario risalgono al XIII secolo; la chiesa, che racchiudeva il sacello eusebiano, fu ricostruita nel '600 dalla città di Biella per adempiere al voto sulla peste: l'attuale basilica conserva diversi affreschi originari trecenteschi e ovviamente la statua. Tra '600 e '800 si costruirono le altre cappelle, i cortili, i porticati e i fabbricati attuali. L'imponente Chiesa Nuova, munita di pronao e ampia cupola con lanternino, fu iniziata a fine 800 e finita solo nel 1960.
Si va verso la Chiesa Nuova, fermandosi sul prato per mangiare una focaccina; un giro nei paraggi passando sul torrente Oropa per poi rendere omaggio alla Madonna Nera d'Oropa: (detta anche ' Vergine Bruna') è una statua alta 1.32 metri, in legno di cirmolo, dipinta di nero e ricoperta d'oro e gemme; 2 i suoi misteri: fu probabilmente scolpita nel XII secolo, ma il sacello è precedente, cosa vi era? Forse un affresco della Madonna come quelli che vi sono ancora adesso accanto; perché è nera (da notare che lo è anche il Bimbo)? Varie le teorie teologiche, artistiche o chimiche, magari é solo un segno di fratellanza in un tempo che ancora non la recepisce.
E' ora di prepararsi per il ritorno: prima è ancora d'obbligo la sosta al Burnel, la caratteristica fontana del 1588 proveniente dal castello(sec.XIV) di Gaglianico e installata qui nel 1655.
Giù per la discesa con panorama sulle colline biellesi, si attraversa velocemente Biella seguendo le indicazioni per Ivrea e poi Torino, per arrivare a Ponderano, il cui nome sembra risalga ai Romani che qui pesavano l'oro della Bessa. Proseguiamo sempre dritti fino alla deviazione per Magnonevolo, da qui arriviamo a Salussola, anticamente villaggio dei Victimuli e dei Romani (forse la mitica Victimulae), dove ci permettiamo l'ultima sosta e spuntino: passiamo dalla Porta medioevale per arrivare al prato della parrocchiale dell'Assunta (sec. XV), che nel '49 ospitò per un giorno la Madonna d'Oropa.
Si riprende quindi la monotona strada verso casa, passando da Cavaglià e Cigliano.
Chivasso - Betlemme - Tonengo - Mazzè - Vische - Crotte - Caravino - Settimo Rottaro - Azeglio - Burzei - Brignone - + Navione - Gesiun - Torrone - Zimone - GTB - Santo Sudario - La Bessa: centro visite, sentiero dei Massi Erratici, Roch dal Ligera, Roch Malegn, GTB, str. delle cave, ponte sull'Elvo - Rivalta - Borriana - Saniolo - sterrata - Mongrando (Ceresane) - Camburzano - Occhieppo Inferiore - Pollone - Parco Burcina: GTB, Croce - Pastissone - Favaro - santuario di Oropa
Km 78.6 in 4h 22' , media 18.0 Km/h, max 60 km/h.
Favaro - Cavallo - Benna - Ronco - Biella - Ponderano - Straccarella - Magnonevolo - Salussola - Campasso - (Dorzano) - Cavaglià - Alice Castello - Borgo d'Ale - Cigliano - (Rondissone) - Casabianca - Chivasso
Testo e immagini insieme