Le
baite dell'Alpe Turinetto ospitano un gruppo di timide pecore che, involontariamente spaventate, iniziano a salire sul pendio. Rimasti soli ci si prepara alla
discesa: con un po' di attenzione per via dei numerosi tornanti e della
pendenza, si arriva di nuovo al bivio di Case
Ciochet. Questa volta si
prosegue a destra, quindi a sinistra per Case
Borello, quando si evita per poco un frontale con un
"maiale di montagna" sbucato
fuori all'improvviso! Dopo qualche reciproco grugnito di commiato, si passa un cortile mal tenuto e
un piccolo ruscello: qui si scende per il sentiero tra le 2 baite di
sinistra: scalini e un grosso ciocco costringono a far a piedi i 200 metri fino
al Malone (930
m). Il passaggio è facilitato da una lastra di cemento, ma l'acqua,
accresciuta dalle copiose piogge recenti, costringe ad uno scomodo guado scalzi del fiume.
Superato anche questo ostacolo, si risale la sterrata sbucando davanti ad un bel leone..
naif dipinto su una edicola: siamo arrivati a Case Piccat
(965 m) e alla strada asfaltata
che riporta a Corio dal versante ovest.
Qui i nomi di alcune borgate ricordano lo scontro con le truppe napoleoniche: a case Briancot
i francesi furono catturati, a Case
Piccat
impiccati, mentre a Ritornato lasciarono al ritorno un loro presidio. La facile
discesa passa quindi per Ritornato: in una grotta nei pressi la tradizione
locale voleva abitasse l' Om Servaj, l'uomo selvatico
(uno yeti nostrano, anche se qui sembra fosse più saggio che selvaggio).
Si passa
quindi per Sant'Antonio:
nel portico della cappella di origine romanica si scorge di nuovo quel
"maiale selvatico" a fianco di Sant'Antonio abate (che lo usava per curare la peste);
accanto una Madonna contornata da 'mostruosi' angeli contemplativi (testa
con ali, senza
corpo). Si rientra in Corio,
si supera nuovamente la rotonda, ma al semaforo si
gira a sinistra scendendo al Ponte
Picca, XV sec., per l'ultimo spuntino.
Ci si avvia quindi sulla
strada del ritorno: si prosegue sino a San
Giacomo, dove si
gira a destra per arrivare in Rocca
Canavese, accolti dai ruderi del castello:
costruito dai Marchesi del Monferrato nell'XI sec., sarebbe stato
collegato a quello di Corio da un cunicolo sotterraneo (lungo 5 km!). In via
Umberto (a sinistra dopo la curva) c'è il tempo per fare un salto alla chiesa di Santa Croce
(appartenuta ai Battuti già incontrati a Corio): l'aspetto laico dell'esterno nasconde interessanti affreschi
del XV sec.,
purtroppo lasciati troppo a
lungo all'incuria e bisognosi di restauro. A fianco un arco gotico tiene traccia del
ricetto (e forse di un altro castello), mentre una pietra architrave con croce potenziata (da
altre croci sui bracci) ricorda il mistero delle incisioni rupestri
(più volte incontrati nei tours, tra cui S.Elisabetta-Mares).
Alla scenografica piazza si gira a destra per la strada che passa da Barbania
(paese di
Bernardino Drovetti, artefice del Museo Egizio di Torino),
Front,
Rivarossa, e di nuovo Lombardore e da qui l'ultimo tratto per Chivasso.
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La scheda |
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Chivasso -
S.Benigno - Lombardore - Riserva Naturale delle Vaude - [Ceretti] -
Vauda Canavese Superiore - Buretta - Benne - Corio, + Madonna dei Battuti,
+ parrocchiale, Ponte
Molino dell'Avvocato -
Gamba - Case Frorio - Pian d'Audi - Case Ciochet - Fraschei - Alpe La Soglia - Alpe
Turinetto
Km 54.9 in 3h 54', media 14.1 km/h, max 61 km/h Alpe
Turinetto - Alpe La Soglia - Fraschei - Case Ciochet - Case Borello, guado
Malone - Case Piccat - Ritornato - S.Antonio, + S.Antonio - Corio,
Ponte Picca - Molinera - Ceresa - S.Giacomo - Rocca Canavese, ruderi
castello, + S.Croce - Perrero - Barbania - Front - Grange -
Rivarossa - Lombardore - S.Benigno - Chivasso
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Km 113.9 in 6h 33', media 17.4
Km/h, max 61 km/h.
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il testo ... immagini a parte