Umberto Eco, scrittore, esperto di linguistica, semiotica e letteratura medievale, è stato insignito, honoris causa, dallUni-versità ebraica di Gerusalemme del titolo di Dottore di Ricerca.
Eco deve la sua fama internazionale al successo del giallo-medievale Il Nome della Rosa, libro che ha venduto ben nove milioni di copie. Oltre che da questo best-seller, la fama di Umberto Eco come scrittore è stata determinata da altri pregevolissimi testi come, Lisola del Giorno Prima, e il più recente Baudolino.
Da sempre, Eco ha dimostrato un notevole interesse verso Israele e la cultura ebraica, concentrandosi sugli studi Cabalistici, da lui menzionati anche in due dei suoi romanzi, nonché oggetto di alcuni dei suoi studi accademici.
Con altre dieci personalità, Eco ottiene così dallUniversità ebraica di Gerusalemme un eccezionale riconoscimento per gli studi accademici da lui condotti e per il suo personale contributo alla diffusione della cultura ebraica ed israeliana.
La foto qui riportata, mostra, da sinistra a destra, Il Prof. Menachem Magidor, rettore dellUniversità ebraica di Gerusalemme ed il Primo Ministro dIsraele Ariel Sharon, mentre stringono la mano e si complimentano con Per Ahlmark, Umberto Eco e Yevgengy Arye durante la cerimonia d´assegnazione dei premi svoltasi in data 2 giungo scorso.
|
Beati coloro che dimorano
nel Tuo Tempio,
che continuamente Ti lodano
Indirizzo:
Via Deportati Ebrei, 29
|
|
Cenni Storici
La prima testimonianza certa sulla presenza ebraica in città risale al 1484 quando gli ebrei furono cacciati da Piasco, nei pressi di Saluzzo, da Ludovico II. Verso la fine del XVI secolo possedevano un cimitero e il loro numero, nel 1761, si era accresciuto fino a 68 persone, suddivise in 13 famiglie. Il ghetto occupava le aree circostanti Vicolo Venezia, poi denominato Via Deportati Ebrei in ricordo dei 29 deportati saluzzesi nei campi di sterminio. Gli ebrei erano noti non solo come prestatori di denaro ma come fabbricanti di gioielli e mercanti di stoffe.
La Sinagoga
Tutto lisolato ha mantenuto la fisionomia di un tempo. Dopo aver attraversato un arco ci si immette in un cortile su cui si affacciano i balconi ed i pianerottoli delle case: a destra si trova, all'ultimo piano, la Sinagoga ristrutturata nel 1832 sulla preesistente settecentesca.
La sala di culto è ampia, a pianta rettangolare, illuminata da otto finestre, ad essa si accede da una preziosa porta in legno. L'Aron, settecentesco, in legno dorato scolpito con inserti di piccoli specchi sia esterni che interni, è l'unico in Piemonte con porte non rettilinee ma ondulate; una pedana rialzata terminante a pianta ottagonale collega lAron alla Tevà, anch'essa settecentesca, non a baldacchino ma formata da un essenziale tavolo in legno scolpito. Dal soffitto a volta, coronato da una ininterrotta scritta in ebraico, pendono lampadari di bronzo dorato e cristallo. Quattro colonne lignee reggono, davanti allingresso, il piccolo matroneo, schermato da una grata ondulata.
Per gentile concessione della Comunità Ebraica di Torino
|