Di seguito potete trovare la mia risposta ad un articolo che, grazie a www.gdr2.org, ho letto sulla rete. E' una replica al fenomeno dei giochi di ruolo, piena di qualunquismo e luoghi comuni. Se siete o siete stati giocatori di ruolo non potete che sentirvi tirati in ballo e, come me, altamente offeso. Se invece non conoscete i giochi di ruolo, leggetelo comunque e vediamo cosa ne pensate dopo...

 

Non voglio dirvi nulla, se non di leggere, se siete veramente interessati - e vi dico caldamente che ne vale la pena - di leggere prima tale articolo http://users.libero.it/dursom/tm/giochi_ruolo.html. Leggetelo prima della mia risposta che di seguito trovate, mi raccomando. Sono una decina di pagine, ma credo che potrebbe valer la pena.

 

Se volete poi farmi sapere cosa ne pensate, scrivetemi pure: kabuki@tiscali.it

 

 

Alla direzione di Mio Dio Salvami, articolo di Tarcisio Mezzetti:

 

Ringrazio le SS.VV. per avermi definito "un giocatore che si porta dietro l’esperienza della propria tradizione familiare, della propria cultura, delle proprie ferite subite nella vita. Generalmente possiamo sostenere che l’elemento caratterizzante questi giovani è la curiosità per l’insolito, o meglio, l’attrazione che esercita il bizzarro, il grottesco, il violento e in genere il “multicolore”."

Ne sono fiero.

Sono fiero di essere attratto dall'insolito, dal bizzarro, dal multicolore. Sono fiero di essere attratto dall'archeologia, dalla storia, dall'antropologia. Sono fiero di essere attratto dal grottesco e dal bizzarro, dalle culture dell'uomo nelle varie razze e nazionalità (non c'e' niente di più bizzarro delle varie culture e tradizioni).

E il multicolore... questa parola mi ricorda qualcosa... ma… ne riparleremo più avanti.

 

Sono fiero di portarmi dietro "le ferite" subite nella vita; sono queste che ci fanno crescere: esperienze anche negative che sviluppano la nostra coscienza e lo spirito. Chi non se le porta dietro e non le ricorda sarà colui che le rifletterà sugli altri senza sapere cosa significano nel bene e nel male, senza trarre esperienza e illuminazione. Il peggior padre è colui che non ricorda o non vuole ricordare come si soffre e come si gioisce, senza saper trasmettere amore ai propri figli.

 

Non sono pero' attratto dal violento (mi spiace, avete indovinato alcune cose, ma questa proprio no...). Violento è colui che opprime, colui che è egoista, colui che non pensa allo spirito e alla materialità di chi lo circonda, colui che non rispetta i diversi, gli sfortunati, gli indifesi, i vicini, coloro con cui vive o lavora. In una sola parola: gli altri.

 

Mi avete definito anche "un ragazzo molto sensibile, ferito dalla vita o dalla propria storia familiare, che non riesce a sviluppare correttamente una sua vita matura e si dedica al gioco per colmare le proprie lacune affettive o per emergere in un campo a lui più congeniale".

Ripeto nel dire che sono fiero di portarmi dietro le ferite a ricordarmi che si soffre se qualcuno ti fa male: cosa è bene e cosa è male, così come me lo hanno insegnato i miei genitori e così come io l’ho sviluppato.

Ma anche qui avete sbagliato alla grande. Nessuna lacuna affettiva mi ha accompagnato e nessuna mi accompagna. E con che pietra di paragone mi definite "non maturo"? Perchè gioco? Non siete d'accordo che la perdita di fantasia è la prima avvisaglia di senilità? E non è il gioco la migliore palestra per la fantasia?

 

Dopo questa breve introduzione, facendo riferimento ad un vostro articolo sul “Gioco di Ruolo” (http://users.libero.it/dursom/tm/giochi_ruolo.html) non so se sorridere davanti alla vostra semplicità o se arrabbiarmi, sentendomi offeso, dato che avete definito i “giocatori di ruolo” senza mezzi termini, come sopra ho riportato.

Sarei veramente curioso di conoscere i giocatori di ruolo da voi incontrati. Chissà come devono essere violenti, cattivi e spietati. Mi sembra strano che - tra tutti quelli conosciuti - nessuno di loro sia stato così... anzi...

Pero', si sa, il mondo è bello perchè è vario e come esistono dei tranquilli ragazzi cattolicissimi che uccidono i genitori per prenderne l'eredità, così come esistono dei preti pedofili (avranno letto i tanto famigerati “manga” che tacciate di pedofilia?), così esistono ragazzi perduti ed "eternamente dannati", ex giocatori di ruolo e attuali assassini.

Strano... strano non averne conosciuti...

 

E sarei veramente curioso sapere se il vostro pensiero è venuto fuori dopo un'elaborazione di dicerie e scritti o se, mossi da un improvviso sentimento di curiosità vero l'insolito e il grottesco, abbiate assistito, magari personalmente, ad una serie di sedute di gioco.

Ma non credo. Il "multicolore" (ecco cosa mi ricorda questa parola! Multicolore, quasi suona come multirazziale!) non deve essere il Vostro forte. Ma, si sa, meglio osteggiare e seppellire cosa non si conosce piuttosto che capirlo. Fa meno fatica e crea meno problemi. Su questo avete proprio ragione.

Nel Vostro articolo leggo:

"Per le famiglie è molto importante riuscire a riconoscere con sufficiente precisione se i loro pargoli si stiano incamminando su questa pericolosissima e mai chiaramente segnalata strada di perdizione."

Mi risparmio parole forti che potrebbero farmi cadere dal lato di colui che offende. Pertanto mi limito a dire che se un pargolo si smarrisce lungo la strada della perdizione per giocare con gli amici attorno ad un tavolo e tirare dei dadi... beh... cari signori credo che la fonte sia da ricercare in altro. Magari ad un'adeguata educazione morale e comportamentale dei genitori che oggi, spesso, non sanno o non vogliono dare. Gli stessi genitori che – se pur non hanno giocato di ruolo nella loro adolescenza -  SE NE FREGANO dei figli. Meglio piantarli davanti la TV o chiuderli la domenica pomeriggio in discoteca che partecipare con loro - finchè possibile - alle loro passioni e giochi?

 

E da qualche parte nella vostra tesi mi dite che io avrei dovuto scegliere tra la mia fidanzata o il gioco? Sicuramente o scherzate o avete un grottesco e bizzar… ehm (scusate i termini) strano modo di vedere il rapporto di coppia.

“Non si fa politica nei gruppi. Capita spesso, infatti, che cattolici, comunisti, anarchici, fascisti e qualunquisti si ritrovino tranquillamente ed allegramente intorno ad un tavolo a giocare per ore intere senza che scoppi il minimo litigio di natura ideologica.”

Credo davvero di non capire. Definite il gioco un’occasione per passare ore intere senza che scoppino litigi per poi demonizzarlo? Se è vero devono essere allora lodati coloro che si scontrano in piazza, armati di bastoni e manganelli, armi improvvisate e parole forti nei confronti di altri che la pensano diversamente. E magari è male anche che persone di razze diverse si incontrino a tavolino per passare “ore intere” senza mettere in campo le visioni e i contrasti tra le varie culture. In due parole: Noi siamo qua, loro restino là. Ghettizzazione politica, sociale, culturale, razziale. Poco passa da un campo all’altro. Tra le righe leggo: “Tu, fascista! (o cattolico se preferite) Se incontri un qualunque diverso da te mai rivolgergli la parola devi! E magari picchialo che ci fai bella figura”. Correggetemi se sbaglio.

 

Dopo aver descritto il giocatore tipo come un essere venuto da un altro pianeta, dite che "Il giocatore tipo non frequenta discoteche e non si “sballa” quasi mai, a meno che non sia eredità del suo retaggio culturale, ma tale attività non appartiene nel modo più assoluto al mondo dei giocatori."

Qui forse non ho capito. Se mi sballassi in discoteca un sabato si e un altro pure, magari aggiungendo una scazzottata, che so, una volta al mese, entrerei nelle Vostre grazie?

No, grazie. (scusate il gioco di parole). E, concludendo l’argomento, non mi sento nemmeno l'altra faccia del popolo da discoteca.

 

Mi fa veramente ridere la lista degli oggetti che un "giocatore" tiene gelosamente custoditi: cercate, cercate, e se li trovate, il vostro pargolo è colpevole (dadi, mappe, libri fantasy…)! Mi sembra di aver letto qualcosa del genere in un libro di storia... "Inquisizione" mi pare si chiamasse... ma non sono sicuro. Eppure dalla storia si dovrebbe imparare… Forse non è proprio l’Inquisizione, anzi, la santa Inquisizione che ha imperato nei secoli successivi a quelli in cui, come voi affermate, “grazie all’opera di grandi Vescovi e ancor più grandi Pontefici, il Cristianesimo fece da crogiolo per la fusione degli elementi culturali romani e germanici.” 

 

"L’attività di un giocatore si esplica su più livelli e, come vedremo, con diverse tipologie di materiali. La sua cultura spazia su vari fronti per ricevere stimoli sinergici dai canali più disparati e non necessariamente contigui, può essere appassionato di: computer, fumetti, fotografia, arte, viaggi, occulto, storia, lingue e filosofie orientali, arti marziali, particolari periodi storici, musica, politica, modellismo"

Forse non ho capito, ma è un errore ampliare la propria conoscenza sino a tal livello? Se si, non devo aver capito niente della vita. Non devono aver capito niente i miei genitori, non capiranno niente i miei figli. Non credo che sia cosa buona e giusta leggere solo il giornale politicamente orientato, ignorare la storia (eh, gia'... ci riproviamo sempre a suggerire di dimenticare la storia, eh?), l'arte (un mio amico che studia architettura avrà un infarto quando saprà questo)...

 

Accidenti! E in camera mia ho un sacco di fumetti che accostate ai dadi e compagnia. Ma non mi ero mai accorto che nei fumetti made in USA, da Voi avversati, “vengono privilegiati approfondimenti filosofici di stampo New Age” dato che "In certi albi di fumetti capita che la parte scritta, le nuvolette che rappresentano i pensieri o i dialoghi dei personaggi, superi di gran lunga la parte disegnata.". Ragazzi, comprate riviste con tante figure e poco testo, magari di quelle con tante donnine osè. Ci saranno meno “parti scritte” e farete meno fatica, penserete meno e non darete fastidi. Ricordate ragazzi che la cultura e l’intelligenza – sotto qualunque forma - fanno paura.

E non poteva mancare la generalizzazione dei Manga al ristretto filone del fumetto erotico (avete mai letto "Nausicaa nella valle del vento" di Miyazaki?. Oppure "Vagabond" di Hinoue? Oppure “Poppoya” di Asada?). Non sto qui a dire che il cento per cento di produzione fumettistica è degna di rilevo, considerazione, stima. Come tutte (e dico tutte) le cose c'e' del buono e c'e' del cattivo (lo so, lo so che e' una teoria Zen ma che a voi piaccia o no è così), ma la generalizzazione delle cose è spesso la madre di tutti i problemi. Definite e risolvete in due righe che la produzione giapponese è interamente dedita alla pornografia e pedofilia: farei notare che:

  1. i soggetti che oggi definiamo “pedofili” non credo abbiano mai letto tali fumetti (l’ultima notizia della cronaca locale parlava di un 72enne colpevole e non credo, sinceramente, che a quell’età leggesse o abbia mai letto fumetti giapponesi);
  2. si sorvola e si tace su fenomeni di reale “pedofilia” spesso più gravi e su questo non voglio rispolverare casi che alla cronaca sono scoppiati per poi essere taciuti in ambienti che MAI si sarebbe pensato potessero succedere ( a buon intenditor poche parole…);

 

"...Gandalf, il mago protagonista della saga: motore, conduttore e risolutore della stessa, è appunto, niente di più che uno stregone. [...} È innegabile, infatti, che esista nel mondo dei Giochi di Ruolo una familiarità con certe categorie magiche e che a partire da esse esista una certa via all’iniziazione in tal senso, con effetti che alle volte hanno esiti prevedibilmente “oscuri”."

Non nego che quando avevo una decina d'anni intonavo jingle tratti dai vari cartoni e che mi sia immedesimato in personaggi di film, cartoni o libri che – comunque e spessissimo - insegnano buoni sentimenti. Ma anche la mia sorellina, quando aveva all'incirca la stessa età, canticchiava la musica di "La pillola va giù" di Mary Poppins. Ma mia madre - illuminata - non ha mai pensato che mia sorella volesse prendere pasticche d'ecstasy.

 

"Infatti, abbiamo parlato di questo soggetto, non per demonizzare i Giochi di Ruolo o di Proiezione, non per spaventare qualcuno, ma perché ragazzi e genitori possano vigilare e non cadere in situazioni pericolose.".

E perchè mai demonizzare un gioco, seppure di ruolo? Demonizzate coloro che trafficano bambini, coloro che - ipocriti - sfruttano il lavoro minorile, coloro che abbandonano i cani, che cacciano di frodo, che dichiarano guerre, che impongono le loro idee, che creano nemici; coloro che non ascoltano le voci d'aiuto, coloro che rubano a chi non ha, coloro che fanno del denaro il loro dio, coloro che vogliono bruciare i libri e la cultura, coloro che non vogliono comprendere…

Come potenziale futuro genitore non credo di capire. Non permetterei che mio figlio sia costretto a nascondere i suoi dadi da gioco nel fondo di un cassetto. Lascerei che li possa far rotolare sul suo tavolo, proprio come ho fatto io. Non c’è nulla di “blasfemo” nel materiale che un “giocatore” “legge, applica, detiene” per il solo fatto che serva al gioco di ruolo o ad un gioco tout court. Blasfemo è chi respinge e non tenta di conoscere e comprendere. Non è importante cosa si fa, ma come lo si fa. Elemosinare ha valore solo se lo si fa con lo spirito oltre che con la mano. E parimenti leggere un libro di magia è blasfemo solo in relazione all’utilizzo che ne si vuole fare.

 

Credo di dover terminare qui la mia missiva con una vostra citazione: "Nil medium est”, non c’è via di mezzo fra Dio e Satana.".

Certo che questo mi lascia un po' perplesso. Non credo - e mai mi permetterei - di considerarmi Dio. E se non c’e’ via di mezzo, cosa altro sono allora?

 

Con tutto il rispetto,

 

Firmato

Luca Di Natale, oramai trentenne, con ottima famiglia, una fidanzata dolcissima, stimato sul lavoro, che non si "sballa" in discoteca, paga (ahimé) le tasse e, una volta a settimana, impersona un personaggio di fantasia...

 

 

 

Sempre dal Vostro articolo: “La recente sparatoria, con relativo massacro di studenti, nella Columbine High School di Littleton dovrebbe far riflettere: i due assassini/suicidi erano appassionati di Giochi di Ruolo”

Già. L’importante è trovare un capro espiatorio; anche se stupido, basta trovarlo. Tutti sapranno contro chi inveire e saranno contenti. Ma come hanno fatto i ragazzi americani a procurarsi un’arma e addirittura ad “accumulare bombe e armi da fuoco” come recita l’articolo? Sicuramente senza problemi dato che è appurato che negli Stati Uniti anche i minorenni girano armati. Ma, questa, è un’altra storia…

Potrei allegare un’altra nota: alcuni casi di pedofilia – o comunque di molestie sessuali - si sono registrati in luoghi che ben lungi dalle nostre menti sarebbero stati associati a tali atti. Come regolarci allora? Ci dobbiamo tener lontano da questi luoghi che tutt’altro vorrebbero sembrare tranne che “una pericolosissima e mai chiaramente segnalata strada di perdizione”. A voi la risposta.