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ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE ENTHEOGENICHE


Ovvero; verità nascoste dietro l'immaginario popolare.

"...E per provare l'effetto, rosicchiò con circospezione una briciola (di fungo). Risentì una violenta scossa al mento; esso era andato a toccare la punta di un piede: Spaventata per questo repentino cambiamento e conscia che non vi era un minuto da perdere, perché continuava a rimpicciolire continuamente, ebbe la prontezza di spirito di accostare alle labbra un altro pezzetto di fungo... Ma il mento era già così aderente al piede,che a stento poteva aprire la bocca...Fu subito ripresa dal terrore,non vedendo più le sue spalle.Non scorgeva che il collo, un lungo collo, immenso, che sembrava erigersi come una pertica... Con grata sorpresa constatò che il collo era molto elastico, e che poteva muoverlo in tutti i sensi con la massima facilità..."

Questo brano, che sembrerebbe preso da una testimonianza di un esperienza di tipo allucinogeno è in realtà tratto da un libro consegnato alla storia della letteratura fantastica come un "classico"; è "Alice nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol. Scritto nel 1865 è divenuto ben presto una favola famosissima in tutto il mondo, immancabile storia di cui ogni bambino occidentale godeva prima di andare a nanna la sera, e che ha impegnato non poco sociologi ed educatori per i suoi contenuti spesso inquietanti ed ambigui, irresistibilmente seducenti e carichi di simbologie nascoste dietro l'aspetto "rosa-confetto" della dolce Alice. La piccola protagonista compie un viaggio che inizia con l'assopimento della ragazzina sulle radici di un albero, il quale è di fatto la porta da cui ella entra. Nel dipanarsi della storia Alice conosce svariati personaggi dall' aspetto "psichedelico", primo fra tutti il bruco che assapora il fumo da un baudelairiano Narghilè (ed è proprio il bruco che "inizia" Alice all'uso dei funghi) per seguire subito dopo col gatto misterioso che scompare e riappare lasciando di se solo un ineffabile e beffardo sorriso… Non si sa se Lewis Carroll abbia mai avuto esperienze con funghi psicoattivi, ma è molto probabile che abbia tratto ispirazioni da un libro di Mordeal Cook allora abbastanza conosciuto negl'ambienti letterario-scientifici dei salotti dell'epoca, il "Plain and easy account of British fungi" del 1862, dove erano riportate descrizioni di visioni a seguito di assunzione di Amanita Muscaria da parte della popolazione Koriaki della Siberia. L'esperienza di Alice col fungo ha delle similitudini piuttosto marcate con quelli che sono gl'effetti più macroscopici della sindrome muscarinica; distorsione spazio\tempo e distorsione del proprio corpo che può assumere diverse forme. Il libro di Cook influenzò molto anche coloro che si cimentarono con le illustrazioni dell'opera di Carroll e descrivendo la scena del fungo, questi, immancabilmente era l'Amanita Muscaria! E' piuttosto celebre, per fare un esempio, quello disegnato da H.Z. Tobel per l'edizione c.e.l.l. di Bologna nel 1957…Quello per intenderci, che poi ha dato le forme animate del celebre cartone della Disney, col bruco dall'aria sorniona appollaiato mollemente sul fungo vermiglio e dispensa alla "viaggiatrice" consigli e suggerimenti per la sua avventura. Anche la figura del "bianconiglio" ha molti imput di natura entheogenica; primo fra tutti il tempo che con lui è come impazzito e poi perché è l'animale che per primo guida Alice dentro l'albero-porta, dunque una sorta di "spirito ausiliario" per azzardare un'interpretazione sciamanica. Figura questa ripresa anche dal mondo sia del rock (celeberrima è "White Rabbit" cantata dai Jefferson Airplane negl' anni in cui la psichedelica impazzava, e cioè la fine degl'anni 60) che nel mondo del cinema; vedi "Matrix". L'Amanita Muscaria è spessissimo rappresentata nelle favole spesso con risultati artistici notevoli; bellissime infatti sono le tavole di un raffinato artista russo; Ivan Bilibin(1876-1942) che raffigurano squarci della tundra siberiana con scarlatte amanite ai piedi di sontuose betulle; un perfetto rapporto tra due elementi "magici" del mondo sciamanico. Anche le visionarie illustrazioni di Antonio Rubino (1880-1964) hanno incorniciato favole e racconti fantastici da tutta Europa, creando mondi popolati da funghi e gnomi e come nel suo "Versi e Disegni" del 1911 in cui disegnò una larga distesa di Amanite con uno gnomo cui fa dire: "Erta su un fungo occhiuto di rubini (un amanita) spunta e sorride ai magici giardini" Anche J.U. Lloyd che di professione faceva il chimico, nel 1895 si cimentò con la narrativa fantastica dopo aver avuto conferme scientifiche sull'azione psicoattiva dell'Amanita Muscaria; scrisse un racconto dal titolo "Etidorphpa"(provate a leggerlo al contrario) dove il protagonista viene condotto in una foresta di funghi giganti e ha un'esperienza di tipo entheogenico. Gl'esempi in questo senso non mancano ed è una prova del fatto che questo fungo è stato oggetto di notevoli tributi artistici e letterari per le sue indubbie qualità estetiche e le inquietanti capacità magiche che milioni di bambini in Europa come in America, come in Russia imparavano a conoscere nel modo a loro più congeniale….Col gioco e con le fiabe. FataFoca

..bisogna consumare con felicità ogni secondo di vita a noi concesso..
La nostra esistenza si riduce a semplici gesti e azioni che ci porteremmo per sempre appresso come ricordi lieti o meno lieti..


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