Contenuti & Tecnologia: in che rapporti stanno?

 

La società nella quale viviamo viene definita in molti modi: la società dell'informazione, la società dell'informatica, dei computer ed anche società della comunicazione. Su quest'ultima definizione però non mi trovo totalmente d'accordo. Quando parliamo di comunicazione intendiamo due ambiti:

Per quanto riguarda la parte prettamente tecnica questo inizio di nuovo millennio (o fine del vecchio, più precisamente) ci vede "armati" di tutto punto per permutazioni multimediali di ogni genere: possiamo comunicare tramite scritto, voce, scritto più voce (come è possibile fare con l'ultima release, la 3.0, del MSN Messenger Service), video più voce (videoconferenze)... Spesso le nuove modalità offerte dalla tecnologia si affiancano, sostituiscono o reinventano un vecchio modo di comunicare. L'e-mail si affida pur sempre ad una successione logica di caratteri alfanumerici (leggi cosa ne pensa Maldonado...), come avviene per le vetuste e romantiche lettere (che in tempi di gerghi e slang neotribali si sono viste affibbiare il nomignolo snail mail), così come per le "chiacchierate" virtuali (sia tramite una qualsiasi Chat, oppure con IRC, ICQ, C6...), aggiungendo però rapidità e comodità nel caso dell'elettrocorrispondenza o simulando una compresenza fisica nel caso delle chat. Ciò che però a mio avviso turba questo quadro arcadico di affrancamento da ogni impedimento comunicativo è "ciò" che si comunica e qui torno all'obiezione di cui sopra. Quindi, lungi da me il voler scadere in una critica veteroluddista contro il progresso tecnologico; tutt'altro, ne sono un grande fautore. Nessuna ricerca potrà sostenermi nel dire che la tecnologia non ha portato ad un miglioramento dei contenuti che ci scambiamo, però per una misera esperienza personale (come amico di portatori sani (?) di telefonino e come navigatore quattrenne) posso dire che la tanto agognata "intelligenza collettiva" di cui parlava Pierre Levy è ancora meta lontana. Per quanto riguarda gli esperti di vari settori, per le Università, per i ricercatori e quant'altri, sicuramente Internet è una fonte inesauribile di "contenuti", è vero, ma questi sono oppressi da un mare di documenti di una pochezza imbarazzante perché nel Web ognuno, parafrasando Andy Warhol, ha diritto alle sue quindicimila hits di fama (secondo una stima recente le pagine Web hanno raggiunto la stratosferica cifra di 2 miliardi!)

 

 

E' nostro dovere culturale stare attenti alle novità: questo significa

Il rischio nel primo caso è di rimanere al palo: oggi nessuna casa automobilistica si sognerebbe di mettere in commercio un'auto con i freni a tamburo. Nel secondo si rischia l'assuefazione: prima non conoscevo il fuoco, ma ora non posso farne a meno perché potrei morire di freddo (grazie a Johnny Hart e a BC di cui sto forse infrangendo i copyrights...)

Una recente ricerca ci dice che l'argomento principe degli italiani, quello attorno cui orbita il maggior numero di discussioni è, non la politica, non il NASDAQ, non la nazionale, ma "il telefonino". Penso che la cosa non stupisca: provate ad uscire con gli amici per una pizza e quando siete al caffé drizzate le orecchie verso i vostri commensali. E' questo che intendo; la tecnologia diventa autoreferenziale ed arriva a sovrastare i contenuti che con tale tecnologia sono veicolati. Tornando quindi al punto di partenza, più che di "società della comunicazione" sarei più propenso a parlare di "società della tecnologia della comunicazione". Società in cui, se una volta dire "stupido" a qualcuno era un'offesa, oggi è un flame (a questo proposito Eudora ti salva con i peperoncini...)

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About me...

Mi chiamo Andrea Grillenzoni

Frequento Scienze della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia di Roma