|
Occorrente. |
|
La prima cosa è il kayak, e qui ci sarebbero da scrivere
pagine e pagine senza mai arrivare a capo di nulla. Sufficienti indicazioni penso siano
quelle già date nelle altre pagine. Oltretutto io non sono un tecnico, il mio kayak l'ho
comprato quattro anni fa e nel frattempo chissà quali innovazioni sono state fatte.
Io in genere per le mie cose (lo stereo, la macchina
fotografica, lo zaino, la chitarra, ecc...), ho stabilito un criterio: ho comprato quello
che mi piaceva, o che mi serviva, compatibilmente con i soldi disponibili. Poi ho smesso
di guardare riviste, articoli e vetrine per almeno due anni. Altrimenti si diventa matti.
Dopo due mesi che ti sei dissanguato esce fuori il modello nuovo con il gancino, con lo
svolazzino e ti prende male. Il kayak è un articolo tecnico, pondera bene l'acquisto, non
spendere troppi soldi per accessori non indispensabili (ne ho visti con una bussola a
bordo che neanche la Toremar), còmpratelo e poi lasciagli gradualmente esprimere le sue
potenzialità nel tempo. Io, ad esempio, solo dopo un anno ho scoperto che il mio planava
meravigliosamente sui frangenti anche di tre quarti mantenendo la rotta e schizzando in
avanti come una saponetta. Allo stesso modo altri kayak faranno altre cose altrettanto
bene, altre invece male. Ci vuole tempo.
Quello che posso dire è di rivolgersi ad un commerciante o
(meglio) ad una ditta competente e di fiducia. Non ti far problemi a chiedere spiegazioni;
se un venditore si mette a magnificare il colore, le sagole e gli accessori, vuol dire che
non ci prende molto. Chiedi assicurazioni sulla stabilità, sul peso, la tenuta della
rotta, la manovrabilità, la capacità di carico. Sieditici dentro, allunga le gambe e
senti se il sedile è comodo; ricordati che il kayak lo dovrai "indossare" e
deve essere comodo come quando si compra un paio di scarpe. Specifica poi che non ti serve
un coso generico per andare in mare, ma un kayak per il trekking marino, che è una cosa
ben precisa.
A parte questo, occorrono...
- Il paraspruzzi. Serve a chiudere il pozzetto per impedire
all'acqua di entrare a bordo o a causa delle onde, o per lo sgocciolio della pagaia che
non è da sottovalutare, perchè in tre ore ti fa tranquillamente quattro dita di acqua
nella quale finisci per tenere in salamoia i tuoi insostituibili. Non se ne esce bene. I
paraspruzzi ci sono di nylon e di neoprene; quelli di nylon costano meno, ma io preferisco
il neoprene. La caratteristica cruciale è che ci deve essere un sistema di sganciamento
rapido in caso di rovesciamento. Il mio ha una maniglia di fettuccia nella parte anteriore
che basta tirare e il paraspruzzi viene via in un colpo solo.
- La pagaia. Io preferisco il legno. E' più costoso ma a me
dà una sensazione più naturale. La pala deve avere un rinforzo anteriore in metallo per
evitare che il legno si sfogli. Non ho esperienza di pagaie in materiali diversi, e quindi
ognuno farà come crede. Penso che comunque non convenga affidarsi a materiali
estremamente hi-tech, costosi e inutili, tanto comunque, o con il legno, o con la
plastica, o con il carbonio, pagaiare si deve e questo è tutto. Da curare invece la
misura della pagaia che deve essere proporzionata all'altezza, e quindi alla lunghezza
delle braccia, ove si dà per scontato che le braccia dell'acquirente rispettino i canoni
delle proporzioni leonardesche. Un rivenditore competente non avrà problemi a risolvere
la questione, poi sarà il mare a dire la parola definitiva.
- Una piccola muta per kayak. Non è indispensabile, però
può servire, specialmente se si parte la mattina presto. Ce ne sono studiate apposta per
la pagaia, vale a dire sono in neoprene sul tronco e di lycra nelle maniche. In genere io
non vado mai a torso nudo, neanche quando fa caldo; se ho caldo mi metto una canottiera
larga (al mercato di Cecina tutti i martedi: 5000 lire, tre) che posso bagnare per tenermi
fresco. Fra sole e acqua salata non durano molto, per cui non è bene indossare cose
costose. Io uso anche una canottiera tipo quelle che si mettono quando si gioca a calcetto
fra amici. Ne ho due giallo fluorescente e servono a farsi vedere dagli sconsiderati che
hanno preso il mare per un'autostrada.
- Una o due sacche stagne. Il kayak ha dei gavoni in cui
mettere le cose, ma per aprire un gavone occorre fermarsi e scendere. Ci sono invece delle
sacche stagne che si possono chiudere e portare in coperta in cui riporre oggetti di uso
frequente, come occhiali da sole, macchina fotografica, binocolo, portafoglio (per non
lasciarlo in macchina), ecc... Se si lascia dentro un po' di aria galleggiano ed
eventualmente possono sostenere in acqua nel caso si debba abbandonare la nave.
- Un po' di sagola e un elastico da portapacchi. Io li porto
sempre; a cosa servono? un po' di sagola può servire a un mucchio di cose, per esempio a
legare il kayak se si scende e si vuole assicurarlo. Può capitare anche di dover
rimorchiare il compagno colto dai crampi o che si sente male. In questo caso si fa il
traino usando sagola ed elastico per rendere morbida la trazione. Si può fare, io l'ho
fatto una volta, per prova. Non è il massimo del comfort, ma se si va piano si può
levare uno dagli impicci, specie se prima di iniziare il traino si usa il...
- ...Cellulare. Io lo porto sempre, e ben carico. Ci sono in
commercio delle piccole custodie stagne che si possono anche portare al collo.
L'importante è testarle, io ho fatto così. Ho riempito l'oggetto in questione di carta e
poi l'ho messo in lavastoviglie, sottoponendolo a tre risciacqui. Ha funzionato. Dentro la
custodia stagna metto sempre anche un fazzolettino di carta che ripara il telefonino dai
raggi del sole che lo possono tranquillamente arrostire (vista la mania di farli tutti
neri), fa da avvisatore di eventuali infiltrazioni e serve ad asciugare il dito che
compone il numero. Sembra una scemenza, ma una banale goccia di acqua salata che penetra
nella tastiera manda in tilt il telefonino.
- Non so chi mi legge, ma a me, di mattinata, lo sciacquìo
della pagaia fa un effetto micidiale. Per questo io porto sempre a bordo, nel pozzetto,
una mezza bottiglia di plastica (di solito basta). Dopo effettuato, la si svuota
gioiosamente in mare. Questo i maschietti, le femminucce inventino loro un sistema atto
alla bisogna.
Percorsi
Home