Percorso n. 3.

Castiglioncello - Le forbici - Calafuria - Il Boccale.


Come si arriva. E' un bel percorso che abbraccia tutte le colline livornesi. Consiglio di spezzarlo in due parti, partendo da Castiglioncello, da Quercianella o dal Boccale. Per il primo punto bisogna andare a Crepatura, una localtà tra Rosignano Solvay e Castiglioncello, dove finisce la strada che costeggia la linea di costa urbana. Meglio guardare la cartina. Nel punto indicato (1) c'è un parcheggio e il mare è a due passi. Per Quercianella entrare in mare è un po' complicato, non ho cartine disponibili, comunque bisogna entrare in Quercianella, fare una serie di giravolte e portarsi più a Nord possibile, sulle rive del torrente. Dove il torrente sfocia in mare c' è un piccolo spiazzo con una minuscola spiaggia di ciottoli; se è presto si può fare uso dei sessanta centimetri di sabbia all'interno di uno stabilimento balneare, però la mattina presto quando non c'è nessuno. Da tenere presente che in estate dalle nove in poi è difficilissimo parcheggiare. L'accesso dal Boccale si trova dopo l'omonimo castello ben visibile e ben segnalato sulla via Aurelia pochi chilometri prima di Livorno. rospia.jpg (46355 byte)

Condizioni. Libeccio e Maestrale flagellano la costa in modo estremamente violento. Vedere una libecciata a Calafuria è uno spettacolo. Trovarcisi dentro con il kayak è tutta un'altra cosa. Quindi, prima di partire, anche in estate sentire il meteo, sempre. Lo scirocco è pericoloso come al solito (vedi percorsi 1 e 2). In estate si leva il maestralino che può anche rinforzare. Insomma, per un'escursione di un giorno la mattina presto è l'ideale. Da tenere presente che in questo tratto il mare è molto profondo e le onde possono essere anche molto gonfie. Bellissimo è uscire con il mare di scaduta, vale a dire dopo una libecciata, quando il mare non frange più e le onde sono lente e solenni. Si va su e giù anche di due o tre metri. Può venire il mal di mare se uno ne soffre.

 

Percorso.

Da Castiglioncello. Si entra dal luogo indicato (1) e si taglia il golfo verso la punta che si vede chiaramente a destra. Il golfo è aperto verso l'entroterra, quindi, in caso di vento forte da terra, il mare sarà liscio come una tavola, ma al centro del golfo ci sarà da penare un po'. In questo caso è meglio tenersi a terra. Arrivati alla punta di Castiglioncello, la si doppia evitando i pescatori con le lenze in mare. Questa è una caratteristica limitante di tutto il percorso: per lunghi tratti bisogna stare un pò fuori perchè i pescatori si appollaiano su tutti gli scogli raggiungibili da terra. Doppiata la punta ci si trova di fronte a Godilonda, un' insenatura che si può tranquillamente tagliare dirigendosi verso le rocce nere davanti. Da lì si susseguono una serie di piccole insenature che si possono tagliare o costeggiare. In località "le Forbici" (2), a destra ci sono alcuni metri di sabbia su cui si può mettere il kayak e approdare. Sosta, io di solito mi faccio il panino qui. Da qui si può anche tornare indietro. casti1.jpg (44347 byte)

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Da Quercianella. Si entra in acqua da un bagno privato su una striscia di sabbia larga un metro (3). Oppure più a destra da una spiaggia di ciottoli con la tecnica della pagaia. Appena in acqua vale la pena di tenersi stretti sulla destra e raggiungere una vecchia struttura di carico e scarico: ci sono alcuni anfratti nella scogliera e nei dintorni ci vive una piccola popolazione di martin pescatori. E' un uccello molto sfuggente e difficile da osservare; lo si distingue per le inconfondibili piume turchese. Avvicinarsi con estrema calma e in completo silenzio, non in molti. Si punta poi verso la massiccia mole del castello Sonnino. Si tratta proprio di Sidney Sonnino, ministro di Governo dell'Italia risorgimentale. E' un punto da costeggiare metro per metro, ammirando l'acqua verde cupo e le colonie dei gabbiani che popolano la scogliera.  Doppiata la punta si apre davanti a noi Cala del Leone, con il suo faraglione al centro (4). Dal mare si valuta bene la frana che lo ha portato dove si trova ora, con tutti i suoi parenti più piccoli dietro. Si va avanti evitando i pescatori, si fa un pezzo di scogliera frastagliata e si arriva sotto lo spettacolare ponte di Calafuria. Se si scende qui si può andare a vedere un pezzo di strada etrusco - romana, a mezza costa sulla sinistra poco dopo il pilastro N del ponte (sempre che qualcuno nel frattempo non abbia portato via il basolato per farsi il viottolo in giardino). Si vede bene la tagliata nella roccia, così come si vede bene la vecchia Aurelia con tanto di ponte di ferro in rovina, prima che fosse costruito quello attuale. Si riparte e si costeggia tra insenature minuscole, e rocce affioranti. Alla fine si trova una piccola cala, di pochi metri con una rimessa per barche ricavata da una piccola grotta. Da qui si torna indietro.

Volendo si può proseguire fino a Livorno. Una buona idea sarebbe quella di farsi venire a prendere con l'auto e poi raggiungere Livorno da qui tendosi sui viali lungomare (deviazione poco prima di Antignano, a sinistra, dopo il semaforo). Arrivati ai Quattro Mori, davanti al porto, infilarsi nel minuscolo bar "I Quattro Mori" e prendersi un cappuccino (rigorosamente nel bicchiere) e una fetta di pane casalingo burro e nutella. Provare. Per i non toscani e anche non livornesi è un'esperienza unica fermarsi ad ascoltare il Vernacoliere dal vivo: la conversazione degli avventori, specie il venerdi che c'è il mercato e girano molte persone; da provare, in alternativa al cappuccino, il "ponce a vela".


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