Le ricerche di Tange

 

Piano del M.I.T. per Boston

 

Piano per Tokyo

 

 

 

 

 

Il grande successo internazionale di Tange gli aveva fruttato l’invito alla Cattedra di Urbanistica del Massachusset Institute of Technology (il cui titolare era Pietro Belluschi), alla quale egli rimase dal settembre ’59 al febbraio ’60.

Il tema proposto da Tange agli studenti del 5° anno, - lo studio di un nucleo residenziale per 25.000 abitanti, situato all’interno della baia di Boston – veniva impostato dall’architetto giapponese come analisi delle contraddizioni e degli sfasamenti provocati nel mondo moderno dalla velocità di trasformazione in atto nelle strutture sociali, che gli strumenti culturali, oggi in nostro possesso, non sono in capaci di controllare. Ma la discrepanza fra tecnica e bisogno di umanizzazione del mondo tecnocratico non è ritenuto male fatale ed inevitabile : Tange, al contrario, assegna come compito principale agli architetti moderni la soluzione di quel contrasto, “ma per arrivarci i metodi e la terminologia attuali sono inefficaci – egli scrive in Architecture d’aujourd’hui –è necessario creare un nuovo modello di insediamento urbano”.

“ La casa, la strada, il quartiere, questi differenti livelli di comunità, sono gli elementi che compongono la città. Ogni elemento deve avere un certo grado di unità e di perfezione e, nello stesso tempo, restare aperto verso il livello superiore per creare in tal modo una più ampia entità. Noi dobbiamo prendere in considerazione la conservazione dell’entità di ogni livello e, nello stesso tempo, dobbiamo rendere accessibili e comprensibili il valore ed il significato di ogni singolo elemento all’interno del sistema generale”.

“Quanto a trattare il problema dei legami fra le diverse funzioni della città, i mezzi moderni di trasporto introducono nuove possibilità : le autostrade. Ma la scala superumana di queste ultime manca di omogeneità con le forme architettoniche già esistenti : il che non significa naturalmente che la scala superumana debba essere rigettata”. Il problema sarà invece di fondere in un unico organismo urbano sia la nuova scala dimensionale propria alle moderne strutture di comunicazione, sia l’istanza dell’umanizzazione delle nuove tecnologie: una ricerca di fondo, tesa a dare una dimensione autenticamente sociale alle tecniche alienanti del mondo neocapitalista.

 

Sul tema proposto da Tange agli studenti del M.I.T., sette équipes di lavoro presentarono le loro conclusioni fra cui, quella che esaminiamo, venne giudicata come la più rispondente al pensiero dell’architetto giapponese.

La nuova città progettata dal gruppo prescelto è organizzata su di una gigantesca struttura primaria a sezione triangolare formata da grandi portali sostenenti due ordini di piattaforme : una verso l’interno della struttura primaria, che contiene vari livelli di strade di circolazione, l’altra verso l’esterno, sulla quale, anche qui a vari livelli, possono trovare posto gli edifici di abitazione ad elementi industrializzati. Alla base della struttura triangolare è organizzata poi la rete di circolazione principale composta, a sua volta, da tre livelli di diversi mezzi di comunicazione: la metropolitana sotterranea, l’autostrada ad un livello superiore ed una monorotaia appesa alla piattaforma principale.

Le arterie secondarie, dislocate alle varie altezze, si collegano inoltre per mezzo di rampe al livello principale di circolazione.

In tale organizzazione urbana si esprime una palese gerarchia di funzioni che corrisponde alle premesse teoriche impostate da Tange. La grande struttura triangolare determina un nuovo paesaggio alla scala della natura; in essa è pertanto strutturata ed integrata la scala superumana propria alle nuove tecnologie, mentre sempre all’interno della medesima struttura trovano posto la scala delle attività di masse e quella umana propria alla vita quotidiana e individuale.

“Le case – spiega Tange – formano insieme delle piccole strutture all’interno delle quali può anche essere cambiata la loro forma. A questo microscopico livello, i dettagli e la disposizione stessa della casa possono indifferentemente configurarsi secondo il gusto di ciascuno. Ciò significa che esiste la possibilità di distinguersi individualmente nell’ambito del sistema”.

Gli aspetti criticabili di questa ricerca e cioè la astrazione del tema chiuso in se stesso, l’isolamento a bella posta introdotto da ogni contingenza e da ogni legame con la città esistente sulla terraferma, l’indipendenza da ogni problema strettamente economico o legislativo, vanno giustificati dalla volontà di dar forma non ad un modello ripetibile e forse neppure ad una proposta da far divenire realtà nel tempo, bensì ad un metodo di reimpostazione dei problemi capace di stimolare nuove più avanzate ricerche da realizzare quando la società sarà divenuta cosciente delle loro necessità.