Le Tegnue del Adriatico - La Biologia
L’aspetto delle tegnùe è molto variabile, si passa dalle rocce isolate alte uno o due metri ai lastroni lunghi
una decina di metri e spessi 50, 60 centimetri, alle dune lunghe un centinaio di metri e alte due, al “Paneton”
(o Monte Bianco) alto dieci metri dal fondo.
La conformazione delle tegnùe, molto porose e piene di piccoli e grandi anfratti, permettono l’insediamento di
una grande quantità di organismi bentonici (che vivono sul fondo) che offrono dimora a specie stanziali.
La caratteristica delle acque dell’alto adriatico è l’elevata torbidità, dovuta tanto al fondo sabbioso che
all’ipertroficità (sovrabbondanza di nutrienti) e la conseguente scarsità di luce, fanno in modo che siano
presenti pochissimi vegetali, solo due o tre specie di alghe rosse sono in grado di fotosintetizzare.
La componente animale è costituita da organismi sessili filtratori.
Numerosissime e coloratissime sono le spugne, le ascidie e celenterati ; fra i molluschi spiccano numerose
specie di nudibranchi e sul fondo moltissimi bivalvi, dai pettini alle capesante, ai tartufi di mare ;
grossi crostacei, come l’astice, la grancevola e il granchio facchino.
Le tegnue sono anche importanti come punto di riferimento per la riproduzione di molti pesci quali verdesche,
gattucci, palombi, gattopardi, di cui occasionalmente si possono trovare le uova, e nelle acque sovrastanti
abbiamo visto spesso i tursiopi, i delfini più comuni delle nostre acque.
Ci sono specie ittiche stanziali, quali le corvine, gronghi, pesci prete, scorfani, merluzzi
(questi ultimi onnipresenti) e nelle tegnùe più al largo squali volpe e grigi.
Foto e testi di Marco Costantini
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