LE CONFESSIONI DEL PRIMO HACKER INDIVIDUATO IN ITALIA
Son Canazza, pirata della Rete
Trent'anni. Nome in codice: Krivoj Rog. Ha creato il virus Vierika. Ed è stato smascherato

di Luca Fraioli

Magro, statura media. Indossa jeans, maglione, giubbotto di pelle. E un cappellino da baseball con la visiera perennemente calata sugli occhi. Nome in codice: Krivoj Rog. Professione: programmatore. Luogo di lavoro: una stanza in un appartamento di Bologna dove vive con la madre. Il suo covo è un groviglio di cavi, hard disk e masterizzatori. Pezzi di computer dappertutto, persino sotto il letto. E sul comodino la Bibbia. È l'identikit di quello che secondo la Guardia di finanza di Milano è il pericolo pubblico numero uno del cyberspazio italiano.

Il bolognese Gabriele Canazza, 30 anni, è infatti il primo hacker individuato e bloccato in Italia. Secondo le Fiamme gialle il programmatore ha creato e diffuso su Internet il virus Vierika, simile al famigerato I love you che un anno fa contagiò milioni di computer in tutto il mondo. Non solo. Quando è stato bloccato aveva a di-sposizione un vero e proprio arsenale col quale avrebbe potuto diffondere altri virus e mandare in tilt un noto provider italiano.

«Mi hanno descritto quasi fossi un terrorista», dice a "L'Espresso": «Io faccio il programmatore, e quelli che i finanzieri hanno trovato nella mia stanza non sono altro che i ferri del mestiere». Non respinge però l'etichetta di hacker: «Se per hacker si intende chi sa armeggiare con il software a fini di studio e di sfida con se stessi, ebbene sì, sono un hacker». Un pirata gentiluomo dunque, che però con il suo Vierika per qualche settimana ha mandato in fibrillazione provider, produttori di software antivirus e investigatori. Tutti convinti che ci si trovasse di fronte a una nuova emergenza I love you.

Prima dell'intervento della Guardia di finanza Vierika ha contagiato qualche migliaio di computer. I malcapitati si sono visti arrivare una e mail dal titolo "Vierika is here" con allegato il file Vierika.JPG.vbs. Chi ha aperto l'allegato, sperando di imbattersi in una procace bellezza dell'Est, ha provocato la modifica di alcuni parametri di Explorer, il browser della Microsoft. Risultato: al successivo collegamento in rete, Explorer come pagina iniziale ha caricato un sito web creato dallo stesso Canazza. E a questo punto è avvenuta la seconda parte dell'infezione. Dal sito un altro pezzo del virus è andato a spulciare nel programma di posta elettronica dell'utente, copiando tutti gli indirizzi archiviati e spedendo loro un nuovo "Vierika is here". «Con questo meccanismo il virus avrebbe potuto ben presto intasare le linee e dunque arrecare un danno economico alle società che offrono connessione a Internet», spiega il tenente colonnello Giancarlo Pezzuto della Guardia di finanza di Milano: «Fortunatamente lo abbiamo bloccato solo 20 ore dopo averlo individuato. E con un mese di lavoro siamo riusciti a risalire al suo autore».

L'hacker non ci sta a passare per untore del web. «L'estate scorsa», racconta, «ho creato un sito dedicato alla mia amica ucraina Vierika e mi sono chiesto come pilotare lì navigatori che altrimenti non l'avrebbero mai scoperto. Così, un venerdì sera di inizio marzo, ho scritto in un paio d'ore un programma capace di diffondersi in Rete e guidare i navigatori verso Vierika. Un sistema che potrebbe rappresentare il futuro della pubblicità su Internet».

Canazza ha anche ambizioni artistiche. «Chi ha ricevuto il mio software», spiega, «è stato dirottato su una pagina web con gli occhi di Vierika e la scritta "The matrix is control". Un messaggio chiaro: anche se crediamo di essere liberi nella Rete, non siamo altro che i punti di una matrice. C'è sempre qualcuno che ci osserva, ci controlla e ci guida dove vuole. Proprio come ha fatto Vierika».

Il magistrato milanese Maurizio Romanelli non deve aver apprezzato l'aspetto artistico della vicenda e procede nelle indagini preliminari. Nel decreto di perquisizione che ha firmato, si cita l'articolo 615 del codice penale: diffusione di programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico. Pena prevista: due anni di carcere e 20 milioni di multa. Ma l'avvocato dell'hacker è fiducioso. «Per condannarlo», dice Francesco Corrado, «dovranno dimostrare che il software Vierika può provocare danni. E non sarà facile».

Nel frattempo Gabriele Canazza continua a scrivere programmi per società italiane ed europee che gestiscono sistemi informatici di ogni tipo, dai videogiochi alle grandi reti aziendali. «Quando i finanzieri hanno bussato alla porta ho chiesto loro due cose. Di tranquillizzare mia madre e di lasciarmi i computer. Senza non potrei vivere». Una passione, quella per l'informatica, nata dieci anni fa. All'epoca Gabriele aveva un diploma di scuola media in tasca e un lavoro da magazziniere. «Insieme con la mia fidanzata comprai un pc per giocare e fare musica al computer. Poi ho cominciato a studiare la struttura interna delle macchine e tutti i linguaggi di programmazione».

Ma nella vita di un hacker non ci sono solo chip e byte. Gabriele ama la musica (scaricata da Internet), le letture religiose (l'ultimo testo scaricato è il Vangelo apocrifo di Tommaso), il film "Matrix" a cui si è ispirato per il messaggio del virus. E ha un debole per le donne dell'Est: anche la moglie, come Vierika, è nata in Ucraina.

Adesso Krivoj Rog riceve decine di e mail al giorno. «Mi scrivono soprattutto per sapere se è possibile rubare password e numeri di carta di credito». Lui a quei messaggi non risponde, ma fa capire come la pensa. «La sicurezza in Rete è bassissima, per colpa dei provider che invece dovrebbero tutelare gli utenti. Quando ho creato Vierika ero convinto che non si sarebbe propagato. Mi son detto: dopo l'esperienza di I love you, i provider avranno preso le giuste contromisure. E invece niente. Commettere reati su Internet è ancora un gioco da ragazzi».