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S T A R N U T I

Passeggiata lungo il Sile (continua)
Mercoledi 1 Dicembre 2004 ore 22:37:38

dosi omeopatiche di amicizia.

P. e… erano due ragazzi radiosi.

Uno, alto con i capelli neri e ondulati conservava nei lineamenti i tratti della madre istriana di cui aveva, anche, gli occhi di un azzurro- verde intenso.
Esuberante, allegro, estroverso emanava, per gli amici, un fascino particolare dato anche dal fatto che lavorava, come grafico, presso la scandalosissima, per quel tempo, rivista "Playboy".
Tutti lo interrogavano sulle modelle e lui, sornione, faceva qualche battuta, insinuava, lasciava intendere chissà che cosa.

L’altro era di corporatura media, ben fatto, anche lui con i capelli neri arricciati appena, in modo morbido, sulla nuca.
Gli occhi nerissimi e intensi lasciavano senza fiato e così anche il viso dai tratti delicati e soprattutto la bocca, grande, dalle labbra morbide, sensuale che si apriva spesso a rivelare un sorriso aperto e sincero e dei denti bianchi e regolari.
Era tranquillo, appartato, misterioso.

 

cane sul Sile
Martedi 30 Novembre 2004 ore 19:43:10

Treviso.
Domenica 28 novembre 2004

stavo passeggiando con due amici e... sulla pista ciclabile-pedonale che costeggia il Sile. Domenica pomeriggio il tempo era grigio, ma non troppo.
Avevamo ingurgitato una quantità incredibile di carne con le verze e vino rosso e avevamo bisogno di muoverci.
Di andare in centro non se ne parlava neppure. Il traffico era insostenibile.
Il centro di Treviso è così equilibrato e gentile a differenza della gente spesso rozza, ma anche qui non si può dire. Noi veneti possiamo essere incredibilmente scontrosi o incredibilmente pazienti e morbidi.
Lungo la strada, piacevolissima da percorrere ai piedi di una scala di pietra, su un muretto, un cane guardava verso il fiume.

Sembrava di porcellana.

 

hotel du lac
Mercoledi 24 Novembre 2004 ore 21:30:38

In alto, verso levante, si intravede l’Hotel du Lac restaurato da poco.
La facciata guarda verso il lago.
Il bianco del muro si alterna al verde dei balconi circondati da una strana cornice color ocra pallido.
Si dice che Freud, lassù abbia scritto "Gradiva".
Una targa sul muro esterno ricorda la sua presenza nel luogo.
All’interno l’albergo ha mantenuto l’arredamento di molti anni fa, un po’ polveroso, direi,almeno la sensazione è quella, e demodé, ma sicuramente in linea con il suo stile.
Fuori, in posizione sopraelevata e spostata verso sinistra un campo da tennis in erba sintetica è a disposizione dei clienti e dei villeggianti; a pagamento, si capisce.
Sul lato nord invece, l’hotel Astoria copre tutto lo slargo, in alto.
E' una beauty farm.
Si favoleggia di presenze e anche di proprietà ingombranti.
Ma, si sa, la gente mormora, specie nei piccoli centri.
D’estate la terrazza è ricoperta di gerani di color rosso brillante che appaiono dal lago, in basso come una macchia vivace.

I colori, adesso, sono tenui, raggelati.

 

lago
Martedi 23 Novembre 2004 ore 18:26:45

Sulla cartina geografica è come una goccia azzurra.
Devi guardare con molta attenzione e conoscere i nomi dei posti vicini più importanti per riuscire a scorgere quello sputo.
Dal vivo, invece, è una pozza ovale, contornata da prati e da alture boscose.
D’estate l’hanno attrezzato con due spiagge riportando un po’ di sabbia e affittando sdraio, cabine ed ombrelloni, a caro prezzo.
Chi non vuole spendere si stende sul prato e può accedere all’acqua attraverso alcuni passaggi melmosi tra le canne.
Le spiagge sono situate ad est e a sud.
Quella ad est raccoglie più a lungo il sole del pomeriggio ed è la più ambita.

D’inverno, quando fa molto freddo, il lago ghiaccia.
Anni fa si andava a pattinare.
Ora non più.
Ci sono un sacco di formalità da espletare e permessi da dare per la sicurezza dei pattinatori, così hanno creato una pista, a pagamento, poco vicino.
Ma non è la stessa cosa.
Il ghiaccio creava bolle argentee nell’acqua e sembrava di scivolare sopra uno specchio di monete luccicanti.

Ora, in novembre, sull’acqua si riflettono colori dorati e bruniti.

Non ci sono più le barche e gli assurdi pedalò.

Non ci va quasi più nessuno.

 

io e
Domenica 21 Novembre 2004 ore 17:50:35

Quando andiamo in montagna la passeggiata di rito, la prima che facciamo io e..., inizia lungo una strada asfaltata.
E' meglio camminare di primo pomeriggio perchè il percorso è orientato ad ovest al confine di una valle profonda e scura. Ma prima di quel precipizio si stendono prati verdi e dolci e il sole illumina tutto il tragitto a parte l'ultimo pezzo che si inerpica nel bosco.

Ad un certo punto c'è una fontana di pietra con due vasche separate.
Ieri l'acqua era gelida.
In superficie galleggiava uno strato sottile di ghiaccio che si era sciolto vicino ai bordi.
Io tentavo di farlo scivolare e ne percepivo il margine sottile che, dopo pochissimo, mi si è sbriciolato tra le dita.

Nell'altra vasca lui faceva a pezzi il ghiaccio con un bastoncino di legno e ci metteva impegno ed attenzione.
Lo guardavo sorridendo.

"Scommetto che, da piccola, se ti dicevano di stare ferma tu stavi lì, seria seria, con le mani intrecciate dietro la schiena!" mi dice divertito.

Annuisco.

Gli prendo la mano.

Adesso il sentiero si inoltra nel bosco.

 

di cosa parliamo
Lunedi 15 Novembre 2004 ore 21:14:36

quando parliamo d'amore?
E' difficile dirlo.
Ho bisogno di parole altrui:
"... sentivo il cuore che mi batteva. Sentivo il battito del cuore di ognuno. Sentivo il rumore umano che facevamo tutti, lì seduti, senza muoverci, nemmeno quando la stanza diventò tutta buia"

é la fine del racconto di Carver: "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore"
L'ho citata perchè segna il momento di pausa e di riflessione dopo che tante, forse troppe parole, sono state dette dai personaggi e c'è anche un po' di paura, nell'aria, riguardo a quel sentimento.

A mio parere vale la pena di leggerlo tutto.

 

ebbene sì, sempre lui
Domenica 14 Novembre 2004 ore 13:45:39

"Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima.
La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa, di un grado.
Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e "creature di sangue caldo e di nervi" come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita: Sempre la vita"

Prefazione di Raymond Carver alla raccolta di suoi racconti:
"DA DOVE STO CHIAMANDO" minumum fax

 

cavallo
Venerdi 12 Novembre 2004 ore 09:25:35

"Regala un cavallo a chi dice sempre la verità, ne avrà bisogno per
fuggire"
proverbio Armeno

 

Autogrill
Martedi 9 Novembre 2004 ore 11:54:28

E' mattina presto.
Sul piazzale saranno posteggiati, grosso modo, una ventina tra camion e TIR.
Dalla porta dell'autogrill, pochi alla volta, escono gli autisti. Qualcuno tiene in mano un panino mangiato a metà. Hanno la faccia pallida e stropicciata.
Hanno appena bevuto il caffè.

 

giardino
Venerdi 5 Novembre 2004 ore 12:51:15

C'era un giardino ben coltivato dinanzi alla ricca dimora, con piante e fiori rari; gli ospiti della casa esprimevano la loro grande ammirazione, gli abitanti delle campagne e dei paesi vicini venivano la domenica e i giorni festivi e chiedevano il permesso di visitare il giardino, intere scolaresche si presentavano per la stessa ragione.
........................................................................

Da Fiabe di Hans Christian Andersen

 

sole
Martedi 2 Novembre 2004 ore 14:10:05

in galleria.
Non mi piace guidare in autostrada.
Eppure ci sono dei momenti in cui riesco a farmi una ragione, degli spruzzi, del fracasso, degli sbandamenti improvvisi, dei clacson fastidiosi dei camionisti che ti si incollano dietro al paraurti proprio a due centimetri, ed è quando ti accorgi che siamo tutti lì, verso una direzione, a premere su quell'acceleratore, chi più chi meno, tanto per andare, verso qualcosa, verso qualcuno.
Ed il tempo è già passato come quello stupido autogrill.

 

oggi
Domenica 31 Ottobre 2004 ore 11:20:47

piove ed è una faccenda tra te e la strada, tra te e il cielo gonfio e gli schizzi laterali e il rumore attutito e le frenate brusche da non fare e il tergicristallo da regolare.
Tutto deve essere calcolato, bene, per non andare incontro a guai.
Ti piacerebbe non essere lì.
Eppure ci sei, ti tocca, ormai ci sei dentro, bagnata fradicia, senza ombrello, beh, certo, dentro un riparo, ma poi devi uscire e allora comincia tutto il resto.

 

al pontile
Venerdi 15 Ottobre 2004 ore 13:59:29

di legno marcio sono attraccate due barche.
Più in là una costruzione ampia ospita alcune canoe e poche barche a vela di piccola stazza.
Dal colle di fronte si sente il rintocco delle campane.
Sono le cinque.

 

nel cielo
Giovedi 14 Ottobre 2004 ore 14:17:17

si era aperto uno squarcio.
Sull'acqua si allargavano due cerchi concentrici.
C'era un silenzio indefinibile

 

folaga
Martedi 12 Ottobre 2004 ore 20:18:58

Domenica mattina era piovuto.
Nel pomeriggio il cielo si era aperto un po', tanto da rendere possibile una passeggiata al lago che si trova nel lato sud - est della periferia della città.
Sull'acqua una folaga saltellava sulle foglie delle ninfee.

 

ri-pulire
Martedi 5 Ottobre 2004 ore 02:46:46

Ri – pulire

Ri - muovere
Ri – posizionare
Ri - porre
Ri – stirare
Ri – chiudere
Ri - lucidare
Ri – aprire
Ri - lavare
Ri – cucire
Ri – aprire
Ri - mettere
Ri – togliere
Ri – ordinare
Ri – accendere
Ri – spegnere
Ri – spolverare …

RIPOSARE! UFF!

Ri – muovere
Ri – posizionare

 

scarpe slacciate
Domenica 3 Ottobre 2004 ore 10:31:49

Lo slargo lastricato si stende all’interno degli alti palazzi adibiti ad uffici.
C’è ancora movimento, anzi comincia adesso, in particolare, dato che sono le sei.
Tempo di chiusura.
Tra un po’ e soprattutto di sera,questa sarà zona disabitata, off limits, preda di gente poco raccomandabile, zona di spaccio e di furti.
Ma ora è animata.

SCARPE SLACCIATE

La zona pavimentata in pietra rosa forma una specie di piazza anche se si snoda pure nei corridoi dove prende, però, un’aria polverosa ed abbandonata.
Cammino velocemente; sono stanca.
La giornata, pur interessante, è stata lunga e mi aspettano 40 km di autostrada e di traffico.
Lo slargo è sopraelevato. Per accedervi ci sono due scalini che circondano la parte superiore, la vera piazza, se così si può chiamare.

SCARPE SLACCIATE

Su di un lato tre ragazzini con lo skate-board.
Avranno sui dieci, dodici anni. Le felpe sono larghe, le maniche lunghe, i calzoni con il cavallo basso e lunghi fino a metà polpaccio, le scarpe slacciate.
Il primo si dà una breve rincorsa.
Al gradino dà un colpo leggero sulla parte posteriore dello skate-board che si alza appena.
Niente da fare.
Parte il secondo. È riccio, con i capelli neri, concentrato.
Oplà. Niente, neppure lui.

SCARPE SLACCIATE

Ma l’espressione di entrambi è ostinata, potrebbero stare lì tutta la notte fino a che la manovra non diventi perfetta.
Parte il terzo, un ragazzino con i capelli neri e lisci, l’aria tranquilla, le gambette magre ed impazienti.
Ed ecco, il salto, la tavola si alza con un movimento rapido come se fosse incollata sotto ai piedi e atterra giusta sulla base piatta sopra il gradino.
La corsa prosegue.
Gli altri ragazzi guardano allegri. Non c’è tensione, né invidia, né arroganza, né aggressività.

SCARPE SLACCIATE

Starei a guardarli per delle ore tanto si sta bene.
Il tempo sembra fermo.
Uno di loro mi sorride, tranquillo. Rido assieme a loro.
Incontro fugace di generazioni.
........................................................................
Cosa è successo a noi adulti?

E quando... tutto è diventato difficile ed aspro e quando... tutto è cambiato?

 

vinile
Lunedi 27 Settembre 2004 ore 18:56:26

“radicale inorganico insaturo formato da due atomi di carbonio, uniti da un doppio legame, e tre di idrogeno; è il costituente fondamentale di molte resine sintetiche”
resine viniliche: “gruppo di resine sintetiche di varie caratteristiche, largamente impiegate nella produzione di vernici, collanti, materiali da rivestimento, dischi fonografici”

DISCHI FONOGRAFICI DI VINILE

Erano così quelli prima dei compact.
Neri, grandi, pesanti, ingombranti.

Ieri, in uno scaffale in garage ne ho trovati alcuni.
Sanno di polvere, di umidità.

Woody Guthrie vol.8 e 9
Viva Chile – inti-illimani 1 e 2
Miguel
Streisand - Guilty
Lisa Mannelli – Live at Olympia in Paris
Jethro Tull – Stand up
Lucio Battisti
Donovan
Leonard Cohen
Bruno Lauzi
Bob Dylan
Franco Battiato…e ancora e ancora

Non che io sia una nostalgica del passato.
Assolutamente no.
A me i cd piacciono moltissimo, leggeri, pratici, piccoli.
Facili da sistemare, facili da portare con te, facili da impilare.

DISCHI FONOGRAFICI DI VINILE

Eppure c’era qualcosa nel frusciare fuori dall’involucro, nella copertina colorata, nel passare il dito sopra le righe e nel pulire l’impronta con un apposito cuscinetto di velluto.

C’era qualcosa di artigianale, quasi che... la riuscita del suono perfetto fosse frutto non solo della tecnologia, ma anche della cura e della passione che ci mettevi.
C’era qualcosa nel mettere la puntina sul giusto solco, subito dopo il cerchio lucido.

La puntina. Ecco.
Ogni tanto da cambiare perché il suono non era più così puro, anche se a dir la verità. puro, a paragone dei cd, non è mai stato.
Era roco, come la voce nei blues.

I gesti.
Forse mi mancano quei gesti, quell’esitazione, quel partecipare, pur essendo solo io una comparsa, all’evento stupefacente della musica.

DISCHI FONOGRAFICI DI VINILE.

 

bonjour tristesse
Domenica 26 Settembre 2004 ore 18:41:50

Adieu tristesse

Bonjour tristesse

Tu es inscrite dans les lignes du plafond

Tu es inscrite dans les yeux que j’aime

Tu n’es pas tout à fait la misère

Car les levres les plus pauvres te dénoncent

Par un sourire

Bonjour tristesse

Amour des corps aimables

Puissance de l’amour

Dont l’amabilité surgit

Comme un monstre sans corps

Tete désappointéè

Tristesse beau visage

PAUL ELUARD
(La vie immédiate)

 

treno intercity - supplemento
Sabato 25 Settembre 2004 ore 23:08:49

TRENO INTERCITY - SUPPLEMENTO

Linea Venezia – Milano.

Prendo il treno a Venezia, di corsa, affannata. Il traghetto ci ha messo un casino di tempo. Salgo nella prima carrozza alla partenza.
Uff!

Il treno, è lurido. I sedili unti, il pavimento chiazzato, i vetri striati di polvere secca, l’odore insopportabile.

Sale un tizio, si siede.
Dopo un po’ comincia a fumare.

(Ma non è proibito fumare in treno?)

Il vagone è per non fumatori, oltretutto. C’è tanto di cartello di divieto.

IC TRAIN - SUPPLEMENT

"Disturbo se fumo?"

"Sì!!

(ma accidenti ci manca anche un fumatore adesso, magari in crisi di astinenza!)

Però non ho voglia di discutere, sono troppo stanca e poi mi ritrovo, da qualche tempo sempre a ribattere a qualcuno.

Dappertutto è una lotta.

OGGI NO

Che vada a quel paese (il fumatore, dico)

Cambio carrozza. La seconda, alias penultima.
All’arrivo dovrò camminare per chilometri.

TRENO INTERCITY - SUPPLEMENTO

Arriva il controllore.
"Mi scusi, ma non è proibito fumare in treno?"
Mi risponde. "No, nell’ultima carrozza si può".

Questa mi giunge nuova.
Ne sapete niente?

Poco prima della stazione di Padova ci fermiamo. In piena campagna.
"Incendio in stazione", ci dice il controllore.

IC TRAIN - SUPPLEMENT

Dall’altoparlante nessuna notizia.
Sembra che nelle ultime carrozze le casse degli altoparlanti non funzionino.

MA QUESTE ACCIDENTI DI ULTIME CARROZZEEE!!!

Si sta fermi più di un’ora.
Il controllore ci riferisce che sta tentando invano di contattare il capotreno, che non risponde.

Che sia morto?

TRENO INTERCITY - SUPPLEMENTO

Un signore comincia ad inveire.
Lo calmano a fatica.
In carrozza con me ci sono una ragazza francese e uno tedesco.

IC TRAIN - SUPPLEMENT

BENVENUTI IN ITALIA!

 

Marco Paolini
Venerdi 24 Settembre 2004 ore 11:40:53

è veneto, Di Belluno, credo o di Treviso.
Le notizie sono confuse al riguardo o sono confusa io.

L'anno scorso, a settembre, era al festival della letteratura di Mantova. Se ne stava sul palco con Gianmaria testa ed Erri de Luca.
Ha quel suo modo particolare di esibirsi, si passa spesso la mano sulla testa pelata
Parlava di acqua, neve...con quella sua voce un po' roca e il leggero accento veneto. Leggeva brani da un racconto di Mario Rigoni Stern (il diverso modo di chiamare la neve... dal libro: Sentieri sotto la neve.

In Report ricordo la scena del trenino che lui manovrava sul palco polveroso del teatro di Schio, in provincia di Vicenza (se a qualcuno interessa, lo stanno restaurando...) e i suoi salti a piè pari che sollevavano la polvere e ci facevano trasalire.
Era come uno svegliarsi continuo, di soprassalto.
Ti costringeva, in un modo o nell'altro.

Quest'estate, su, alla rocca di Arzignano si esibiva con un gruppo musicale: “I mercanti di liquore”. Lo spettacolo era ancora un po' discontinuo, si capiva che era in rodaggio, ma certi passaggi erano assolutamente strepitosi ed altri severi ed alcuni ... esilaranti.
Non lo conoscevo così brillanta.
Con il tempo migliora. Come il vino.
...........................................................................
Da dove sei?
Cio' da dove sei?
Ti, da dove sito, ti?
Da dove situ, cio'?
Cio' da'ndove 'se' che te si?
Cio' da 'ndove 'se' che'el 'se' da 'ndove?
Lu 'ndo le'e' che' el'e' lu, cio'?
Cio', da 'ndo l'è lu?
Da 'nde' ch'el vien, cio'?
Da onde vienlo, cio'?
Cio', da dove 'selo elo?
Da dove ti vien, cio'?

L'importante è quel che
son riuscito a far sentire,
a far capire,
non la lingua che ho
usato per farlo.

Sta in Marco Paolini, Bestiario Veneto, parole mate.

 

un tanto al chilo
Giovedi 23 Settembre 2004 ore 15:14:03

Faccio la spesa.
A un tanto al chilo.

I CONTI NON TORNANO.

E i chili sono tanti.
I sacchetti mi segano le mani.
Tiramolla. Le braccia si allungano.
Un tanto al metro

CONTI SOSPESI.

Equlibrista tra "I migliori prezzi" e i "Prezzi più bassi", freccette plasticate gialle, rosse e blu.

I CONTI SI FANNO DOPO

Al super non bisogna precipitarsi:

1) al mattino-presto (gli scaffali hanno vuoti paurosi e le offerte speciali non sono state sistemate)

2)al mattino-tardi (i pezzi scontati sono inesorabilmente finiti per quanto uno brancichi dentro lo scaffale in basso (ma sempre là sotto li devono mettere???)

CONTI ALLA ROVESCIA

Magari, devo anche correre a lavorare.
Un tanto al cento.

A CONTI FATTI

I CONTI NON TORNANO

 

il piacere degli occhi
Mercoledi 22 Settembre 2004 ore 04:44:08

“Le plaisir des yeux” - omaggio a François Truffaut ed alla magia del cinema
Dice il regista :
“ Sono l’uomo più felice del mondo, ecco perché: cammino per strada e vedo una donna, non alta ma ben proporzionata, molto scura di capelli, molto decisa nell’abbigliamento con una gonna scura ad ampie pieghe che si muovono al ritmo del suo passo piuttosto rapido; le calze scure sono di certo ben agganciate al reggicalze perché sono tese in maniera impeccabile; il viso non è sorridente, questa donna cammina per strada senza cercare di piacere, come se fosse inconsapevole di ciò che rappresenta: una bella immagine carnale della donna, un’immagine fisica, meglio di un’immagine sexy, un’immagine sessuale. Un passante che la incrocia sul marciapiede non si lascia ingannare: lo vedo voltarsi a guardarla, fare un mezzo giro e seguirla. Osservo la scena. Ora l’uomo è arrivato all’altezza della donna, le cammina a fianco e le mormora qualcosa, sicuramente le solite banalità: beviamo qualcosa ecc. Lei comunque gira la testa dall’altra parte, accelera il passo, attraversa la strada e scompare dietro il primo angolo mentre l’uomo va a tentare la fortuna da qualche altra parte. A questo punto salgo su un taxi e medito un po’ su quella scena così quotidiana nelle grandi città e non solo a Parigi.…scrivo un appunto sull’agenda e quattro mesi dopo mi ritrovo in una strada dietro al Trocadero, con una macchina da presa, una squadra tecnica di venticinque persone e due attori scelti per l’occasione, un uomo biondo e abbastanza alto, piuttosto bello e robusto e una donna che, avrete indovinato, è bruna, ben proporzionata e con una gonna ad ampie pieghe….”

“Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell’infanzia, costruire un oggetto che è allo stesso tempo un giocattolo inedito e un vaso dove si disporranno, come si trattasse un mazzo di fiori, le idee che si provano in questo momento o in modo permanente.”…

“Mi sono innamorato del cinema quando avevo dodici anni al momento esatto della liberazione della Francia, quando sono usciti sugli schermi di Parigi tutti i film americani. Sceglievo il film da andare a vedere guardando le foto all’ingresso del cinema. E poi, non so bene perché, ho cominciato ad annotare su un taccuino, appena uscito dalla sala, il nome del regista tutte le volte che il film mi era piaciuto; ma quello era un cinema popolare, tutti in sala disponevano degli stessi elementi per seguire l’azione e capirla….da dieci anni, ogni volta che giro un film, lo faccio con la speranza di suscitare la curiosità dei passanti che scelgono i film guardando le fotografie all’ingresso del cinema senza preoccuparsi del nome del regista”…

Il piacere degli occhi” Marsilio 1988